SIENA NOTIZIE NEWS

 

ASPETTANDO LA MATEMATICA, E' UN BEL NATALE IN CASA BIANCOVERDE

News inserita il 15-12-2014

Gecom ad un passo dal titolo di campione d'inverno dopo la sesta vittoria in trasferta. Chiacig dominante come ai bei tempi, Parente fa arrabbiare i suoi mancati tifosi

Solo la matematica, che è sempre una brutta bestia, ci impedisce di celebrare con tre giornate di anticipo il titolo, platonico ma mai sgradito, di campioni d’inverno e, ciò che forse conta di più, la certezza di aver agganciato il preliminare di coppa di lega. Tutto il resto, in compenso, sorride e neppure poco ad una Mens Sana che vince la sua sesta partita in trasferta, mette sei punti fra sé ed il trio Livorno-Valsesia-Cecina, inizia a premiare il lavoro di Matteo Mecacci anche in termini di qualità espressa sul campo. Sarà un bel Natale per tutto il clan biancoverde, con l’unica raccomandazione di non distrarsi troppo durante la sosta, forzata, del prossimo weekend: non siamo neppure a metà dell’opera, gambe in spalla e pedalare, verrebbe da dire, anche se col giusto buonumore ad accompagnare queste prime giornate di festa.

APPLAUSI E…SFORMATI Seppur in mezzo ad un servizio d’ordine, ancora una volta, in tenuta (quasi) anti-sommossa, l’applauso del pubblico di Bottegone alla Verbena cantata ad inizio partita è un bel richiamo alla sportività che si respira in questa piccola categoria dalla quale siamo ripartiti, dopo fasti e disastri. Era già successo a Montecatini, contro Monsummano, ed è facile immaginare che non si tratterà di casi isolati, anche perché se escludiamo qualche funzionario dal cartellino rosso facile, Siena, i suoi tifosi e l’indotto che creano non sembrano poi così sgraditi. In compenso basta salire al piano di sopra, in A2 Silver, per ritrovare le care, vecchie abitudini degli anni che furono: chiedere a Davide Parente, che domenica nel dopo partita è stato pesantemente apostrofato in autogrill da un gruppetto di individui ai quali continua a non andare giù la scelta della guardia biancoverde di preferire la Mens Sana rispetto alle lusinghe estive pervenutegli dal club per il quale tifano. E dire che il risotto al radicchio trevigiano, magari con uno sformatino a seguire, parrebbe un piatto abbastanza digeribile…  

C’ERA UNA VOLTA L’AFFRICO Il campionato, quello della Mens Sana, si ferma nel prossimo fine settimana causa forfait dell’avversario. Calendario alla mano, toccava all’Affrico passare dalle parti di viale Sclavo ma, tra lodi arbitrali e finanze non sufficienti, a fine settembre sulle rive dell’Arno hanno deciso di staccare la spina mandando deluse le aspettative di un pubblico che, mesi prima, si era vista sbandierata la volontà di tornare ai fasti degli anni Ottanta. Rincorrendo senza successo il sogno di un nuovo J.J. Anderson da tifare (l’urlo “geigei” faceva davvero rimbombare Campo di Marte), in un amen hanno fatto i bagagli coach Caja, Brandon Wood, Ian Young e Damir Rancic, se n’è andato l’enfant du pais Rabaglietti e si sono spenti i riflettori sul progetto Fiorentina Basket che avrebbe portato, probabilmente, più di un euro nelle casse del club Affrico SSDRL, quello (ri)costituito il 19 giugno del 2012 a Siena, davanti ad un notaio senese e con qualche personaggio senese nella propria compagine sociale. L’unico cestista ad aver indossato una maglia viola è stato però Daniel Hackett, scambiandosi quella biancoverde con Massimo Ambrosini, a corredo promozionale di un accordo (passato abbastanza inosservato dalle nostre parti, forse anche volutamente) fra Mens Sana Basket e Fiorentina che intendeva “pompare” l’Eurolega al Mandela Forum. Su tutto il resto, invece, profondo rosso.

RITORNO AL FUTURO Mi è capitato, giorni fa, di vedere appesa alla parete del corridoio di un ufficio una vecchia foto che ritrae Roberto Chiacig in azione sotto canestro. Indossa la maglia verde numero 14, è circondato da un paio di avversari in divisa da gioco color arancione (ad occhio e croce potrebbero essere i lunghi della Snaidero Udine, ma chi ha elaborato la foto ha sfumato chiunque circondi il centro friulano) e presumibilmente sta per fare canestro (la palla si intravede soltanto, in compenso l’espressione del giocatore mensanino è un mix di grinta e sofferenza, retaggio forse di una “mazzata” appena ricevuta dal difensore), oltre a fare da testimonial ad una carta di credito, di quelle cosiddette revolving. Ma questa è un’altra storia, che oggi non ci interessa. Mi interessa invece la foto scattata domenica scorsa a Pistoia, che sta facendo il giro dei social anziché finire dimenticata sulla parete di un ufficio: ancora Ghiaccio in primo piano, sempre la maglia verde addosso anche se il numero è il 41, il solito nugolo di avversari (niente Photoshop, si riconoscono le maglie del Bottegone) sulle sue tracce, la faccia con quell’immancabile espressione grintosa che presuppone buone notizie per la Mens Sana. La sua Mens Sana, alla quale nella partita pre-natalizia ha fatto un regalo di quindici punti, tredici rimbalzi e, più in generale, una sostanza infinita su ogni striscia di parquet. Fra le due istantanee corrono dieci, forse anche dodici o tredici anni: storia ciclica, storia che si ripete.

Matteo Tasso

(foto Mens Sana 1871)

 

 

 

Galleria Fotografica

Web tv