PUZZLE-SOUNDREEF, TOCCA A MATTEO MECACCI RICOMPORRE I PEZZI

News inserita il 31-10-2017 - Mens sana Basket

L'esonero di Griccioli impone una svolta alla stagione biancoverde. Contro Roma una sfida fra deluse

Il primo a pagare è sempre l’allenatore. C’è una legge, non scritta ma applicata, nel mondo delle discipline sportive di squadra e la vicenda-Griccioli, puntuale come un orologio, lo conferma anche all’interno di quella che, per quasi trent’anni, è stata un’isola felice per gli allenatori e le loro panchine.

Giulio Griccioli paga non tanto il proprio ruolino di marcia (considerato il calendario in salita, soprattutto in trasferta, arrivare alla sesta giornata con due vinte e tre perse non è disdicevole) quanto il basket prodotto dalla squadra che gli era stata affidata, costruita in tempi e modi diversi durante l’estate e cestisticamente ancora in gran parte da assemblare, più che mai dopo l’ennesimo crac del ginocchio di Cappelletti (un guaio che ricorre negli anni purtroppo, per il ragazzo ma alla fine anche per la Mens Sana) che ne ha smontato gli equilibri. Non è stato sufficiente un mese per rimettere a posto il puzzle, soprattutto non ha dato segnali incoraggianti la mentalità di un gruppo di giocatori strutturalmente più portati a guardare il canestro che a coprirsi le spalle (storia nota, in verità) e, spiace dirlo ma questo si è visto nelle ultime tre partite, anche piuttosto lenti a mettersi in moto sul piano delle motivazioni.

E siccome sulla squadra non è possibile intervenire oltre, paga l’allenatore anche nell’ottica di mettere tutti, ma proprio tutti, con le spalle al muro e togliere qualsiasi alibi a chi, eventualmente, stesse provando a costruirselo, l’alibi.

Tocca a Matteo Mecacci, che da due anni si era messo al servizio della causa pur avendo nel curriculum una tutt’altro che scontata promozione dalla B all’A2, instradare sul parquet quella svolta che la società ha deliberato e poi comunicato lunedì, nel tardo pomeriggio. Il compito non è facile, perché sul piano strutturale le lacune rimangono (in cabina di regia e nel colorato, soprattutto) e per far diventare la Soundreef la squadra che corre e fa divertire auspicata da Guido Bagatta bisognerà davvero tirare fuori il coniglio dal cilindro. Di sicuro accanto a Turner e ad Ebanks qualcosa lo si deve costruire, perché almeno sulla carta il roster è lungo (magari non completo, ma lungo sì) e, quantomeno, bisogna provare a testarlo in tutte le sue varianti e peculiarità.

Insomma bisognerà ancora una volta scomporre e ricomporre, ma questo è il mestiere dell’allenatore. Il primo a pagare quando le cose non vanno bene sul campo, magari anche quando attorno al suo spogliatoio non si respira un clima di assoluta fiducia nel lavoro che, giorno dopo giorno, si sta portando avanti. A Roma, sponda Eurobasket, è successa la stessa cosa (via Bonora, che ha pagato tutto insieme il pessimo girone di ritorno dello scorso campionato, analogia pure questa, e dentro Turchetto, un emergente come potrebbe essere Mecacci) una settimana prima che a Siena ed il fatto che proprio contro i capitolini inizi il nuovo corso di questa Mens Sana rappresenta una coincidenza difficilmente prevedibile ad inizio stagione. Sarà anche un bivio? Improbabile, per tanti motivi, ma imboccarlo per il verso giusto è l’auspicio migliore che si può fare al nuovo capo allenatore della Soundreef.

Matteo Tasso

 

 

 

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