Pubblico record per il derby, ma servono investimenti e strutture adeguati
All'indomani del derby, si impone una riflessione sui numeri. Il riferimento non va al +26 col quale la Mens Sana ha messo le mani sul primo posto in classifica (divario netto, d'accordo, ma nei primi 20’ c’è stata partita e Libero Basket rimane l’avversaria più accreditata dei biancoverdi, soprattutto nei playoff), né alle 12 vittorie di fila che capitan Pannini e compagni hanno conquistato dopo lo stop patito nella partita di andata: il numero che conta è un altro, 1003, quello degli spettatori che venerdì sera hanno affollato (è proprio il caso di dirlo) le gradinate del palasport e riproposto un tema, cruciale, sull'affezione popolare che la società di viale Sclavo continua ad avere, nonostante il crac del 2014, il “default” dello scorso anno e i mal di pancia, ancora non del tutto guariti, che hanno accompagnato la nascita della nuova società a trazione Polisportiva.
Il campionato di Promozione, detto col massimo rispetto per chi lo gioca o lo allena, ha un livello di appeal al di sotto dello zero rispetto a ciò che si è visto negli ultimi cinquanta anni a queste latitudini, eppure la Mens Sana smuove numeri, appunto, che in Toscana fanno impallidire chiunque, a meno che non ci si riferisca alla serie A di Pistoia oppure ad una Pielle Livorno in C Gold, torneo sempre dilettantistico ma con contenuti lontani anni luce dall'attualità biancoverde.
Sui 1003 spettatori messi insieme nella serata di San Valentino, su una società che sta cercando di strutturarsi nel migliore dei modi possibili e su un settore giovanile che è ripartito per diventare (nel tempo) serbatoio della prima squadra e che però ha (subito) ottenuto risultati interessanti, si basa la scommessa della risalita biancoverde.
Matteo Tasso