GIANNA NANNINI IN BILICO TRA IL ROCKHEUSE FEMMINILE E LA MELODIA ITALIA

News inserita il 18-07-2016 - Ok Siena

Dalla ragazzina che con i capelli struffati canta di “America” alla mamma, forse un po’ più in pace con se stessa, che si abbandona alla “Meravigliosa creatura”

“Voglio il tuo profumo!!! Dammi tutto il tuo sapore, no, ti prego, non ti asciugare se nella notte hai ancora un brivido animale”

Rockeuse” femminile nostrana per antonomasia, donna e musicista eclettica, in eterno bilico tra la dolcezza melodica, morbida di “Fotoromanza” che la consacra nel 1984 tra i cantanti emergenti in Italia ed il rock irruento, sanguigno, “senza velo”, per intenderci quello di “America”.

Presente sul palcoscenico come nessun’altra; il suo è un approccio viscerale, carnale, diretto con tutto il suo pubblico con cui sembra quasi “fare l’amore”.

"Clito-rock".

Così la definisce Christian Zingales nel ritratto dedicatole in "Italiani brava gente", ripercorrendo la sua lunga "danza cheek to cheek tra carnale e lunare". Ed è così, non si può non vedere l’enorme componente della sessualità, che così tanto fa paura ai benpensanti, sessualità alimentata da un senso libertino della trasgressione in qualche modo impunito, una ribellione forse ad un suo passato o ad una società che si ostina a “fare e vedere” nel modo giusto, come se la donna fosse non il soggetto della sua passionalità, ma solo l’oggetto.

“America” sicuramente, come scritto prima, è l’espressione massima di tutta questa sua pulsione.

Gianna Nannini, contradaiola dell'Oca, nata a Siena il 14 giugno del 1956, dal padre Danilo (il "re del panforte"), già noto industriale dolciario ed ex-presidente del Siena Calcio, e da Giovanna Cellesi, lascia trasparire subito la sua passione per la musica. Già a sette anni, infatti, decide che il suo destino è diventare una cantante. Ma a scuola le infliggono un colpo al cuore: i maestri di musica che non la vogliono nel coro della scuola perché canta "Fratelli d'Italia" in modo poco ortodosso.

A dodici anni inizia a studiare pianoforte al Conservatorio Luigi Boccherini di Lucca, che frequenterà per ben sette anni.

Ma la provincia toscana le sta stretta: a 19 anni salta in moto e parte per Milano, per l’Europa, per avverare i suoi sogni, quelli che aveva in tasca.

Determinata, incontenibile, scapestrata: ecco come si presenta Gianna agli arbori della sua carriera. Scoperta, tra gli altri, da Mara Maionchi, quest’anno festeggia i suoi 40 anni di carriera; aveva infatti appena venti anni quando la sua musica è entrata nelle case degli italiani. Lei, Gianna, maschiaccio sensibile, fedele a se stessa, femminista convinta, sempre al passo con i tempi, o forse avanti?!

Il suo primo album, prodotto da Claudio Fabi, risale al 1976 su etichetta “Ricordi”. Sono piccoli psicodrammi naif, composti d'impeto, al pianoforte. Storie di rabbia e malinconia. Con frequenti risvolti autobiografici: "Rivedo quella bimba bionda/ scendere lenta le scale/ e poi mia madre dire vieni vieni c'è gente/ davanti a me dei manichini... / Ma quale angelo/ potevo essere io/in mezzo a un cielo che non era fatto per essere il mio" canta in "Come un angelo", raccontando il distacco dall'asfittico ambiente familiare.

La Nannini cerca ancora una sua definizione e nel mentre arriva proprio l'anno del boom, il 1979, marchiato a fuoco da una canzone, "America", che è uno sfrontato inno all'auto-erotismo ("per oggi sto con me mi basto/ nessuno mi vede/ e allora accarezzo la mia solitudine/ e ognuno ha il suo corpo a cui sa cosa chiedere..."). "America" è un rock melodico, schietto ed energico che caratterizzerà per sempre la verve della cantante toscana. E' il suo primo grande successo, che fa da traino, l'anno successivo, all'album California, che vira decisamente verso un rock stradaiolo e ribelle (e che consolida il suo rapporto con la seconda patria: la Germania), ma anche più furbo e accattivante. La Nannini libera la sua verve provocatoria fin dalla copertina, che raffigura la statua della libertà con in mano un vibratore a stelle e strisce.

Tuttavia, è il 1984 l’anno della consacrazione definitiva come star, con la pubblicazione di Puzzle, dove si avverte un distacco dal rock degli esordi e un approccio più commerciale e melodico. Il pezzo di punta è "Fotoromanza", testo dal ritmo incalzante, ironico (che fa il verso alle smielate “dichiarazioni di amore”) ed esplode nel refrain con. "Questo amore è una camera a gas...".

Ed eccoci al 1986, l'anno di un altro disco di grande successo: Profumo, la cui punta di diamante è il singolo "Bello e impossibile", pop-rock patinato che col suo ritornello accattivante frutta all'album due dischi di platino in Italia, uno in Austria e Svizzera, e il disco d'oro in Germania.

Gianna continua per la sua strada, a cavalcioni di una moto qualsiasi, indossando jeans troppo maschili, troppo ribelli, con quel suo sguardo un po’ pungente, un po’ beffardo ed irriverente e nel 1987 scandalizza con “Hey Bionda”, il pezzo che mima la marcia e si scaglia in modo colorito contro le donne militari: nel relativo videoclip, la Nannini si esprimerà ancor più esplicitamente con l'inequivocabile gesto di "mandare a quel paese", che sarà anche immortalato sulla copertina del nuovo album, Malafemmina (1998) prodotto da Alan Moulder.

Nell'autunno dello stesso anno, esce Scandalo e l’anima rock si fa ancora sentire ("Indiana"), anche se non mancano ballate soffici come "5 minuti" e "Sorridi”. Nel complesso, qui Gianna nannini si distacca un po’ dal suo stile, avvicinandosi al rock da stadio alla Vasco Rossi, intercettando comunque bene il gusto mainstream del periodo.

Nel 1993 viene pubblicato in tutta Europa Per forza e per amore, trainato dal singolo "Radio Baccano", nella cui parte rap interviene Jovanotti (anche co-autore del testo). Tuttavia, il vero "colpo da mestro", la Nannini lo compie il 1° gennaio del 1995, un minuto dopo la mezzanotte quando va in onda infatti in contemporanea su tutti i principali network radiofonici il nuovo singolo, "Meravigliosa creatura" e Gianna qui appara radiosa e raggiante come solo una mamma può essere.

In questo periodo inoltre si rafforza il suo impegno per le cause umanitarie, affermandosi anche come icona lesbo, pur non avendo mai espresso una preferenza precisa in campo sessuale: "Quando si trova la persona giusta non è importante se è un uomo o una donna. Non mi piace definirmi bisessuale. Mi sembra di escludere un sacco di gente, magari i trans... Non mi sento bisessuale, mi sento polisessuale", spiegherà in un'intervista a "Magazine".

Arriviamo poi al 2006 con Grazie, prodotto insieme a Wil Malone, veterano e poliedrico arrangiatore, i cui punti di forza sono: "Sei nell'anima"(canzone d'amore dal ritmo lento e incalzante, interpretata a cuore aperto e con passione) e "Babbino caro",un omaggio al padre Danilo, in segno di riappacificazione dopo un rapporto conflittuale (lo perderà nel febbraio del 2007).

Come un ciclone il 27 di aprile del 2007, la Nannini fa uscire Pia come la canto io: un concept-album incentrato sulla nobildonna senese Pia De' Tolomei, figura di rilievo del Purgatorio dantesco. La storia è nota: quando il marito Nello dei Pannocchieschi parte per la guerra, il fidato amico Ghino corteggia Pia, che lo respinge. Per vendicarsi, Ghino fa credere a Nello che il tradimento sia realmente avvenuto. Quest'ultimo, allora, fa rinchiudere Pia in un castello in Maremma: ammalata di malaria, sarà assistita da una zingara fino alla morte. La vicenda, musicata all'insegna di un pop-rock elettronico dalle venature sinfoniche, è palesemente trasposta al presente, in tutta la sua modernità.

Arriviamo quindi alla fine del 2007 e Gianna si fa avanti con una raccolta di 30 brani, GiannaBest, che, oltre alla nuova versione di "Meravigliosa creatura", contiene alcuni inediti, tra cui "Suicidio d'amore",
Nel 2011 esce Io e te, diciassettesimo album di inediti della cantautrice toscana, che la ritrae in copertina con tanto di pancione, in tenera attesa della figlia Penelope, nata il 25 novembre 2010.

Ed arriva anche per la rockheuse senese il momento di ritirarsi dalla scena per un breve periodo; Gianna adesso è mamma e vuole godersi a pieno tutto il sapore di avere la sua bambina, perciò dobbiamo aspettare il 2013 per l'uscita dell’album Inno, anticipato dall'accattivante singolo "La fine del mondo".

Dagli ultimi album, notiamo subito che la Nannini non è più l'animale in gabbia che sfregiò il panorama del rock italiano, ma una cantautrice rasserenata e rassicurante, che si limita a fare centro (in classifica) con la sola forza della sua voce e delle sue produzioni. Come avviene puntualmente anche con Hitalia (2014), raccolta di classici tricolori riletti in chiave rockeggiante, a partire dal singolo “Lontano dagli occhi".

Insomma, da rockeuse al femminile, che in “America” canta: “Per oggi sto con me e mi basto, nessuno mi vede / e allora accarezzo la mia solitudine / ed ognuno ha il suo corpo a cui sa cosa chiedere… siamo poi arrivati ad una Nannini più serena, meno arrabbiata che canta e grida al mondo tutte le parole di "Meravigliosa creatura".

Il bello di Gianna Nannini, senese DOC, amante della sua città e della sua contrada, l’Oca, è proprio quello di non poter essere definita, ma solo, e scusate se è poco, ascoltata.

Chiara Lenzini

 

 

 

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