Dalla ragazzina che con i capelli struffati canta di
“America” alla mamma, forse un po’ più in pace con se stessa,
che si abbandona alla “Meravigliosa creatura”
“Voglio il tuo profumo!!! Dammi tutto il tuo
sapore, no, ti prego, non ti asciugare se nella notte hai ancora un
brivido animale”
“Rockeuse” femminile nostrana
per antonomasia, donna e musicista eclettica, in eterno bilico tra la
dolcezza melodica, morbida di “Fotoromanza” che la consacra nel
1984 tra i cantanti emergenti in Italia ed il rock irruento,
sanguigno, “senza velo”, per intenderci quello di “America”.
Presente sul palcoscenico come nessun’altra; il
suo è un approccio viscerale, carnale, diretto con
tutto il suo pubblico con cui sembra quasi “fare l’amore”.
"Clito-rock".
Così la definisce Christian Zingales nel ritratto
dedicatole in "Italiani brava gente", ripercorrendo la sua
lunga "danza cheek to cheek tra carnale e lunare". Ed è
così, non si può non vedere l’enorme componente della sessualità,
che così tanto fa paura ai benpensanti, sessualità alimentata da un
senso libertino della trasgressione in qualche modo impunito, una
ribellione forse ad un suo passato o ad una società che si ostina a
“fare e vedere” nel modo giusto, come se la donna fosse non il
soggetto della sua passionalità, ma solo l’oggetto.
“America” sicuramente, come scritto prima, è
l’espressione massima di tutta questa sua pulsione.
Gianna Nannini, contradaiola dell'Oca, nata a
Siena il 14 giugno del 1956, dal padre Danilo (il "re del
panforte"), già noto industriale dolciario ed ex-presidente del
Siena Calcio, e da Giovanna Cellesi, lascia trasparire subito la sua
passione per la musica. Già a sette anni, infatti, decide che il suo
destino è diventare una cantante. Ma a scuola le infliggono un colpo
al cuore: i maestri di musica che non la vogliono nel coro della
scuola perché canta "Fratelli d'Italia" in modo poco
ortodosso.
A dodici anni inizia a studiare pianoforte al
Conservatorio Luigi Boccherini di Lucca, che frequenterà per ben
sette anni.
Ma la provincia toscana le sta stretta: a 19 anni
salta in moto e parte per Milano, per l’Europa, per avverare i suoi
sogni, quelli che aveva in tasca.
Determinata, incontenibile, scapestrata: ecco come si presenta
Gianna agli arbori della sua carriera. Scoperta, tra gli altri, da
Mara Maionchi, quest’anno festeggia i suoi 40 anni di
carriera; aveva infatti appena venti anni quando la sua
musica è entrata nelle case degli italiani. Lei, Gianna, maschiaccio
sensibile, fedele a se stessa, femminista convinta, sempre al passo
con i tempi, o forse avanti?!
Il suo primo album, prodotto da Claudio Fabi, risale
al 1976 su etichetta “Ricordi”. Sono piccoli psicodrammi naif,
composti d'impeto, al pianoforte. Storie di rabbia e malinconia. Con
frequenti risvolti autobiografici: "Rivedo quella bimba bionda/
scendere lenta le scale/ e poi mia madre dire vieni vieni c'è gente/
davanti a me dei manichini... / Ma quale angelo/ potevo essere io/in
mezzo a un cielo che non era fatto per essere il mio" canta in
"Come un angelo", raccontando il distacco dall'asfittico
ambiente familiare.
La Nannini cerca ancora una sua definizione e nel
mentre arriva proprio l'anno del boom, il 1979, marchiato a fuoco da
una canzone, "America", che è uno sfrontato inno
all'auto-erotismo ("per oggi sto con me mi basto/ nessuno mi
vede/ e allora accarezzo la mia solitudine/ e ognuno ha il suo corpo
a cui sa cosa chiedere..."). "America" è un rock
melodico, schietto ed energico che caratterizzerà per sempre la
verve della cantante toscana. E' il suo primo grande successo, che fa
da traino, l'anno successivo, all'album California,
che vira decisamente verso un rock stradaiolo e ribelle (e che
consolida il suo rapporto con la seconda patria: la Germania), ma
anche più furbo e accattivante. La Nannini libera la sua verve
provocatoria fin dalla copertina, che raffigura la statua della
libertà con in mano un vibratore a stelle e strisce.
Tuttavia, è il 1984 l’anno della consacrazione
definitiva come star, con la pubblicazione di Puzzle,
dove si avverte un distacco dal rock degli esordi e un approccio più
commerciale e melodico. Il pezzo di punta è "Fotoromanza",
testo dal ritmo incalzante, ironico (che fa il verso alle smielate
“dichiarazioni di amore”) ed esplode nel refrain con.
"Questo amore è una camera a gas...".
Ed eccoci al 1986, l'anno di un altro disco di
grande successo: Profumo, la cui punta di diamante è
il singolo "Bello e impossibile", pop-rock patinato che col
suo ritornello accattivante frutta all'album due dischi di platino in
Italia, uno in Austria e Svizzera, e il disco d'oro in Germania.
Gianna continua per la sua strada, a cavalcioni di
una moto qualsiasi, indossando jeans troppo maschili, troppo ribelli,
con quel suo sguardo un po’ pungente, un po’ beffardo ed
irriverente e nel 1987 scandalizza con “Hey Bionda”,
il pezzo che mima la marcia e si scaglia in modo colorito contro le
donne militari: nel relativo videoclip, la Nannini si
esprimerà ancor più esplicitamente con l'inequivocabile gesto di
"mandare a quel paese", che sarà anche
immortalato sulla copertina del nuovo album, Malafemmina
(1998) prodotto da Alan Moulder.
Nell'autunno dello stesso anno, esce Scandalo
e l’anima rock si fa ancora sentire ("Indiana"),
anche se non mancano ballate soffici come "5 minuti" e
"Sorridi”. Nel complesso, qui Gianna nannini si distacca un
po’ dal suo stile, avvicinandosi al rock da stadio alla Vasco
Rossi, intercettando comunque bene il gusto mainstream
del periodo.
Nel 1993 viene pubblicato in tutta Europa Per
forza e per amore, trainato dal singolo "Radio
Baccano", nella cui parte rap interviene Jovanotti
(anche co-autore del testo). Tuttavia, il vero "colpo da
mestro", la Nannini lo compie il 1° gennaio del 1995, un minuto
dopo la mezzanotte quando va in onda infatti in contemporanea su
tutti i principali network radiofonici il nuovo singolo,
"Meravigliosa creatura" e Gianna qui
appara radiosa e raggiante come solo una mamma può essere.
In questo periodo inoltre si rafforza il suo impegno
per le cause umanitarie, affermandosi anche come
icona lesbo, pur non avendo mai espresso una
preferenza precisa in campo sessuale: "Quando si trova la
persona giusta non è importante se è un uomo o una donna. Non mi
piace definirmi bisessuale. Mi sembra di escludere un sacco di gente,
magari i trans... Non mi sento bisessuale, mi sento
polisessuale", spiegherà in un'intervista a
"Magazine".
Arriviamo poi al 2006 con Grazie,
prodotto insieme a Wil Malone, veterano e poliedrico arrangiatore, i
cui punti di forza sono: "Sei nell'anima"(canzone
d'amore dal ritmo lento e incalzante, interpretata a cuore aperto e
con passione) e "Babbino caro",un omaggio al padre Danilo,
in segno di riappacificazione dopo un rapporto conflittuale (lo
perderà nel febbraio del 2007).
Come un ciclone il 27 di aprile del 2007, la Nannini
fa uscire Pia come la canto io: un concept-album
incentrato sulla nobildonna senese Pia De' Tolomei,
figura di rilievo del Purgatorio dantesco. La storia è nota: quando
il marito Nello dei Pannocchieschi parte per la guerra, il fidato
amico Ghino corteggia Pia, che lo respinge. Per vendicarsi, Ghino fa
credere a Nello che il tradimento sia realmente avvenuto.
Quest'ultimo, allora, fa rinchiudere Pia in un castello in Maremma:
ammalata di malaria, sarà assistita da una zingara fino alla morte.
La vicenda, musicata all'insegna di un pop-rock elettronico dalle
venature sinfoniche, è palesemente trasposta al presente, in tutta
la sua modernità.
Arriviamo quindi alla fine del 2007 e Gianna si fa
avanti con una raccolta di 30 brani, GiannaBest,
che, oltre alla nuova versione di "Meravigliosa
creatura", contiene alcuni inediti, tra cui "Suicidio
d'amore",
Nel 2011 esce Io e te,
diciassettesimo album di inediti della cantautrice toscana, che la
ritrae in copertina con tanto di pancione, in tenera attesa della
figlia Penelope, nata il 25 novembre 2010.
Ed arriva anche per la rockheuse senese il momento
di ritirarsi dalla scena per un breve periodo; Gianna adesso è mamma
e vuole godersi a pieno tutto il sapore di avere la sua bambina,
perciò dobbiamo aspettare il 2013 per l'uscita dell’album Inno,
anticipato dall'accattivante singolo "La fine del mondo".
Dagli ultimi album, notiamo subito che la Nannini
non è più l'animale in gabbia che sfregiò il panorama del
rock italiano, ma una cantautrice rasserenata e rassicurante,
che si limita a fare centro (in classifica) con la sola forza della
sua voce e delle sue produzioni. Come avviene puntualmente anche con
Hitalia (2014), raccolta di classici tricolori
riletti in chiave rockeggiante, a partire dal singolo “Lontano
dagli occhi".
Insomma,
da rockeuse al femminile, che
in “America” canta: “Per oggi sto con me e mi basto,
nessuno mi vede / e allora accarezzo la mia solitudine / ed ognuno ha
il suo corpo a cui sa cosa chiedere… siamo poi arrivati ad una
Nannini più serena, meno arrabbiata che canta e grida al mondo tutte
le parole di "Meravigliosa creatura".
Il bello di Gianna Nannini, senese DOC, amante della
sua città e della sua contrada, l’Oca, è proprio quello di non
poter essere definita, ma solo, e scusate se è poco, ascoltata.
Chiara Lenzini