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UNA SUORA SENESE PROTAGONISTA DELLA VIA CRUCIS DEL PAPA

News inserita il 17-04-2011

  

 

Suor Elena Manganelli è stata scelta per realizzare le illustrazioni che accompagneranno le stazioni del Venerdì Santo.
L'abbiamo incontrata all'eremo di Lecceto ed intervistata per i lettori di Ok Siena.

  

 

Una Via Crucis al femminile, quella che si celebrerà il prossimo Venerdì Santo, come di consueto, al Colosseo di Roma.
Suor Rita e Suor Elena; queste le due religiose chiamate dal Papa ad offrire il proprio contributo alla Via Crucis 2011: la prima per scrivere le meditazioni, l’altra per realizzare le illustrazioni delle 14 stazioni. Due senesi. Due “figlie” dell’Eremo agostiniano di Lecceto, situato a pochi chilometri da Siena.
Ed è proprio qui che ci siamo recati per intervistare Suor Elena Manganelli, la “suora artista” che ha prestato la sua mano per la realizzazione di questi disegni (l’altra infatti, Madre Maria Rita Piccione, Preside della Federazione delle Monache Agostiniane, è già da qualche anno al Monastero dei Santi Quattro Coronati di Roma).
Suor Elena, che ne dice di rompere subito il ghiaccio presentandosi ai lettori di Oksiena? 
"Volentieri. Mi chiamo Suor Elena Manganelli, e sono nata circa 40 anni fa a Siena, in pieno centro cittadino. In via Camollia, per la precisione".
Lei è quindi della Contrada dell’Istrice. 
"Esatto".
Una senese doc a tutti gli effetti. Nonostante la vita claustrale, segue ancora il Palio, almeno nei giorni della Festa?
"Sì, la mia senesità non è venuta meno per il fatto di essermi consacrata a Dio. Il Palio, in monastero, lo seguiamo. E si soffre e si gioisce sempre per la propria contrada".
Può rivelare come sono sbocciate le sue vocazioni, quella artistica e quella religiosa?
"L'essere nata e vissuta in una città d’arte come Siena ha rappresentato sicuramente un fertile humus per la crescita della mia vocazione artistica. Già all’età di tre anni avevo compreso come fosse proprio l’arte la mia strada. Amavo infatti entrare nelle chiese per contemplare dipinti e sculture. Soprattutto i Crocifissi scolpiti attiravano la mia attenzione. Con il tempo mi convinsi sempre più come fosse proprio quella dell’arte la strada maestra per giungere a Dio. Inevitabile, e direi quasi scontata perciò, la mia scelta di studiare all’Istituto d’Arte di Siena.
Fu proprio durante quel periodo che accadde un fatto che avrebbe poi segnato tutta la mia vita. Avevo 17 anni quando, su invito dell’insegnante di Religione, accettai di passare tre giorni di ritiro a Lecceto. Durante quella permanenza, sentii per la prima volta la chiamata del Signore, in una maniera così chiara ed inequivocabile, che me ne impaurii, nonostante l’intensa gioia che provai. Avevo sempre immaginato infatti il mio futuro legato indissolubilmente all’arte e alla scultura. Una prospettiva di vita del genere, unita al timore di rinunciare per sempre all’arte, mi fecero fuggire da quella chiamata. E chiudere con Lui e con la Chiesa. Per 13 anni!"
In tutti questi anni quindi ha abbandonato la pratica religiosa? 
"Esattamente. Anzi, dirò di più, sono giunta mio malgrado al più crudo ateismo, e, quasi a voler soffocare il ricordo di quell’episodio, mi sono tuffata più che mai in quella che sarebbe poi diventata, di lì a poco, la mia professione: l’arte, ed in particolare la scultura.
Dopo il diploma giunsero così gli anni all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, a cui seguì un periodo di apprendistato nella bottega di Alberto Inglesi, noto scultore senese. Poi due anni di insegnamento all’Istituto d’Arte e la decisione di avviare un mio laboratorio di scultura. Viaggiavo moltissimo: Stati Uniti, Egitto, Giordania, Tunisia, tanto per citare alcune mete. Insomma, tutto filava per come avevo progettato io. Più o meno..."
E poi? 
"E poi venne l’acquisto di una casa da ristrutturare. Fra le difficoltà e le paure per i debiti insorti, e soprattutto a causa di diverbi con alcune persone, arrivai a sperimentare, per la prima volta in vita mia, sinceri sentimenti di odio e di vendetta. Chiesi allora a mia madre se conosceva un sacerdote con il quale parlare (in realtà, ci volevo litigare!). Lei mi suggerì un monaco benedettino. Fu proprio durante quell’incontro che la voglia di litigare si tramutò in un desiderio di riconciliazione con Dio. Ne nacque una confessione fiume, come le lacrime che sgorgarono dai miei occhi. La chiamata, che avevo in tutti i modi cercato di sopprimere, si faceva ora risentire chiaramente. Ritornare a Lecceto fu pertanto inevitabile. 
Il cammino di conversione procedette comunque in maniera faticosa. Anche perché avevo paura che una scelta del genere potesse pregiudicare la mia grande vocazione per l’arte. Non avevo infatti nessuna garanzia in proposito. Si trattava di una vera e propria scommessa, ma è stato proprio in questa scommessa che ho avuto modo di sperimentare la fedeltà di Dio alle Sue promesse. Le opportunità di continuare a lavorare non sono mai venute a mancare anche da monaca di clausura. Diverse, infatti, le commissioni che ho ricevuto negli anni, anche da parte di alcuni Vescovi".
E ora, anche dal Vescovo più importante, quello di Roma, il Santo Padre. Cosa può raccontarci in proposito?  
"Fu Suor Rita ad interessarsi di me per questo lavoro. Il 10 febbraio di quest’ anno mi contattò proponendomi la realizzazione di queste illustrazioni. Ho accolto sin da subito con entusiasmo tale proposta, seppure fossi un po’ preoccupata visti i tempi strettissimi a disposizione. Il lavoro andava infatti consegnato il 19 marzo! Poco più di un mese per realizzare quattordici tavole. Una vera corsa contro il tempo".
E le altre suore del monastero come hanno reagito? 
"Sono state tutte magnifiche! Mi hanno incoraggiato e sostenuto, innanzitutto con la preghiera, e poi anche venendomi a trovare nella mia stanza mentre lavoravo. Insomma, si respirava un clima di grande collaborazione".
Qual è stata la sua fonte di ispirazione per questi disegni? 
"La preghiera è stata fondamentale. Ho fatto a tal proposito un ritiro spirituale preparatorio, di una settimana circa. Nonostante poi il tempo a disposizione fosse poco, mi sono tenuta periodicamente in contatto con suor Rita. Abbiamo comunque lavorato in contemporanea, senza che avessi a disposizione i suoi testi ai quali ispirarmi".
Testi e illustrazioni che andranno a concretizzarsi in un libretto sulla Via Crucis 2011. 
"Sì, un librettino edito dalla Libreria Editrice Vaticana, che sarà stampato in sei lingue e diffuso un po’ in tutto il mondo. Anche le illustrazioni da me realizzate saranno mostrate nella diretta tv della Rai trasmessa in mondovisione".
Una bella notorietà! Non ha paura di essere tentata dalla superbia? 
"Voglio raccontare un aneddoto in proposito. Madre Gemma, una delle sorelle più anziane della comunità, mi ha posto la stessa domanda: 'Non hai paura di insuperbirti con un lavoro così importante?'. Confessandomi, poi: 'Ogni volta che passo davanti alla tua stanza, mentre sei intenta a lavorare, recito per te un’Ave Maria!'
Quando si parla di arte e Lecceto, non si può non ricordare un'altra famosa "suora artista" di questo monastero. 
"Sì, Suor Maria Rosa Guerrini, anche lei senese e anche lei diplomata all’Istituto d’Arte. Adesso non è più qui, ma è diventata Superiora del monastero di Montefalco, in Umbria. I suoi 'pupetti' sono conosciuti in tutto il mondo, stampati in centinaia di pubblicazioni, libretti, cartoline.
Cosa ci può dire a questo punto sullo stile e la tecnica adottata in questi disegni? 
"Lo stile che si ritrova nelle illustrazioni della Via Crucis è lo stesso de ‘La Chiamata’ [la tavola raffigurata nell’immagine sopra, ndr]. La tecnica adottata è un misto su carta, utilizzando matite, acrilici, mordente per legno e chine.
Può consigliarci infine qualche sua opera che è possibile vedere nei dintorni di Siena? 
"Ne segnalo un paio: un crocifisso in bronzo all''Eremo della vita eterna', alle Volte Alte, e l’altra, la tomba di Madre Alessandra Macaone, al cimitero di Casciano delle Masse".
 
Andrea Verdiani 

 

 

 

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