Ieri sera si è ballato di meno ma gli applausi sono arrivati ugualmente soprattutto dagli appassionati della platea, emozionati nel vedere ed ascoltare il grande musicista originario di Smithville, Texas.
Un altro pienone condito da buone note. Si conclude così la XXXVII edizione del Torrita Blues festival, la prima grande rassegna musicale estiva in Toscana. Rispetto a quello scatenato venerdì con i Band Of Friends la chiusura della tre giorni ha catalizzato l'attenzione dei puristi del blues, quello meno contaminato dalle influenze che si sono susseguite nei vari decenni di storia della musica. Si è ballato di meno ma gli applausi sono arrivati ugualmente soprattutto dagli appassionati della platea, emozionati nel vedere ed ascoltare Sonny Rhodes.
Il grande musicista originario di Smithville, Texas, non è una novità assoluta da queste parti ma ascoltare la sua voce calda è sempre un toccasana nonostante gli anni, purtroppo, passano per tutti. Poco male, lo show chitarristico in mezzo alla folla non ci sarà più, ma in quanto a classe e stile Sonny Rhodes non ha perso un minimo di fascino. Seduto in una seggiola prima e dopo il concerto con un vestito giallo di tessuto pregiato e un cappello immenso, il bluesman dagli occhi grandi e brillanti stringeva le mani ai fans e non lesinava abbracci e calore. E quando alle tre del mattino scattava il pasta-party con le ormai famose penne blues, l'immagine di Sonny in piazza mentre si gustava la prelibatezza e contemporanemente sorrideva ai ragazzi che ancora non volevano tornare a casa ("un'ultima birra e si va!"), è una istantanea che finirà sul libro dei ricordi spiegando come meglio non si potrebbe il personaggio Sonny Rhodes, la genuinità di questo festival e la magia del blues.
Luca Stefanucci
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