TOMMASO MARINO: "IO E LA MENS SANA, PASSIONE VISCERALE"

News inserita il 27-10-2016 - Mens sana Basket

Il playmaker senese si racconta, a pochi giorni dal ritorno al PalaEstra con la maglia della Remer Treviglio.

 

C’era una volta, iniziano così tutte le storie, il primo scudetto della Mens Sana. Che sfogliando il libro dei ricordi biancoverdi non è quello del giugno 2004, bensì quello del giugno 2002: nessun refuso, il palmares della vecchia Mens Sana Basket parla chiaro e indica l’abbrivio delle vittorie del club in quel pomeriggio di 14 anni fa a Porto Sangiorgio, categoria Cadetti (ecco svelato l’arcano), con un paio di stagioni di anticipo sul trionfo dei “senior”. Che si chiamavano Recalcati, Chiacig, Thornton, Vanterpool, Stefanov, Kakiouzis e compagnia cantante, ma questa è un’altra storia.

Fra i Cadetti della Montepaschi che asfaltarono (+32) in finale Trieste c’era Tommaso Marino, quel Tommaso Marino che domenica tornerà a Siena con un’altra maglia (ma definirlo “avversario” non si può, faremmo un torto al suo background, non solo cestistico) per testare il momento magico della Mens Sana di Giulio Griccioli, inattesa capolista dell’A2 Ovest dopo le prime quattro giornate.

Classe 1986, cresciuto fra le scale dei Servi ed il parquet del palasport, il playmaker della Remer Treviglio dovrà gestire le emozioni del ritorno a casa, ma conoscendone il temperamento è utopia immaginarlo ben disposto nei confronti di un Saccaggi o un Cappelletti, tanto per citare un paio dei giocatori mensanini che si troverà davanti.  “Con la Mens Sana ha fatto tutto ciò che era possibile fare – racconta divertito Marino -, compreso pulire il campo da ragazzino durante le partite della prima squadra. Ho ricordi splendidi di tutta la trafila delle giovanili, dei successi con i Cadetti e gli Junior, ma anche delle convocazioni per il campionato e l'Eurolega assieme ai grandi campioni che vestivano la maglia biancoverde. Mi sento mensanino, lo sarò fino a sabato sera e tornerò ad esserlo da lunedì. Tutto il resto è la mia professione e cerco di svolgerla nel migliore dei modi, ma anche a Treviglio sanno benissimo quello che provo per la Mens Sana”.

All'orizzonte c'è la vera prima volta contro la Mens Sana. Che effetto fa?

“In realtà ero già tornato a Siena da avversario tanti anni fa con Teramo, ma in quella squadra io ero quasi uno spettatore e poi avevamo di fronte la corazzata di McIntyre, Lavrinovic, Stonerook e tutti gli altri. Insomma credo che domenica prossima sia effettivamente la prima partita contro la mia Mens Sana, se non altro in termini di possibilità di essere protagonista: non nascondo l'emozione, ce ne sarà molta soprattutto perché saranno facce conosciute il 90% di quelli che accorreranno al palasport. Penso che potrei tranquillamente chiamarli uno ad uno per nome, proprio per questo ci tengo a fare il meglio possibile pur portando grandissimo rispetto a tutto l'ambiente mensanino”.

Non a caso ti sei sentito in dovere di alzare la voce e reclamare rispetto nei confronti di una storia che in molti stanno cercando di offuscare, ancor più all'indomani della revoca dei titoli del 2012 e 2013...

“E non vedo perché non avrei dovuto farlo. L'orgoglio e l'appartenenza ai colori biancoverdi non si cancellano né si revocano: io di questa squadra e questa società rimango un tifoso animato da passione viscerale, come quando da ragazzino andavo in trasferta col pullman dei tifosi e come quando, un paio di anni fa, ero dietro la panchina della squadra che stava riconquistando l'A2 agli spareggi di Forlì, non mancando di mandarla a dire agli arbitri per qualche fischio che andava in senso opposto. Mi sono sentito in dovere di difendere la nostra storia pur vivendo a centinaia di chilometri da casa. A Siena i tifosi stanno vivendo settimane molto difficili per questa vicenda, io da lontano ho cercato di dare il mio contributo perché sono rimasto altrettanto scosso”.

Usciamo per un attimo dalla vicenda cestistica e approdiamo sul sociale, tema che ti vede sempre in prima linea. Come sta procedendo il progetto Slums Dunk?

“Decisamente bene, per fortuna. Anche prima di rispondere a queste domande, stavo lavorando ai nuovi progetti che porteremo avanti nel corso dell'estate 2017: questo è il momento delle idee, ma anche di coordinare un'operazione che, nel corso degli anni, ci ha permesso di mettere in piedi le basketball academies in Kenya e Zambia, e poi c'è sempre la necessità di raccogliere fondi. Insomma il lavoro proprio non manca, pure nei mesi in cui non si può essere vicini ai ragazzini che cerchiamo di togliere dalla strada ed indirizzare verso una speranza di vita migliore”.

Torniamo al Tommaso Marino giocatore. C'è mai stata la possibilità di un ritorno a vestire la maglia della Mens Sana?

“Concretamente no, perchè in questi ultimi anni ero legato a Treviglio da un contratto e dal fatto di essere al centro del loro progetto. Mi hanno scelto come playmaker titolare e attorno a me è stata costruita la squadra, un fatto che mi inorgoglisce e per il quale non posso che ringraziare la società nella quale milito da alcuni anni. Qualche voce sull'interesse della Mens Sana nei miei confronti è giunta pure quassù a Treviglio, diciamo però che sono stati più che altro i cosiddetti rumors e niente più: oltretutto Siena, negli ultimi anni, si è sempre mossa con un po' di ritardo durante l'estate per allestire le proprie formazioni e non credo Treviglio mi avrebbe lasciato andare a cuor leggero nel corso dell'estate”.

Arrivate a Siena dopo una sconfitta casalinga, contro Ferentino. Come stanno andando le cose a Treviglio in questo avvio di stagione?

“Quella di domenica è stata una brutta prestazione da parte nostra, non cerco scuse, alla fine il divario finale è stato quasi riduttivo rispetto a ciò che realmente si è visto in campo. Ci spiace, anche se sono passaggi a vuoto che per una squadra molto giovane come la nosra, costruita per rimanere in categoria, possono starci: credo che ci serva ancora tempo prima di essere al massimo delle nostre possibilità, magari verremo fuori nel girone di ritorno. Comunque sia, per fortuna, abbiamo ripreso a lavorare bene in palestra e stiamo preparando la trasferta di Siena, senza fossilizzarci troppo sulla prestazione negativa appena fatta”.

Domenica troverai sulla panca della Mens Sana quel Giulio Griccioli che conosci da sempre. Lasciando da parte questioni paliesche per le quali si rischierebbe di fare tarsi senza trovare punti di incontro (Marino è del Montone, Griccioli del Nicchio, ndr), cosa vuoi dire al coach biancoverde?

“Che gli voglio un bene dell'anima, soprattutto come persona. 'Griccio' è un ragazzo eccezionale, di grande carattere ma anche di cuore enorme, lo posso dire con certezza perché lo conosco bene e con lui ho vissuto momenti bellissimi, questo anche al di fuori del suo lavoro in panchina. Un lavoro per il quale sta riscuotendo frutti assolutamente meritati. Il Palio e le Contrade? Beh, passatemi la battuta, ognuno si porta dietro dalla nascita pregi e difetti, che certo non si possono cambiare nel corso degli anni”.

Matteo Tasso

(da “Il Corriere di Siena” 26/10/2016)

 

 

 

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