Dopo quattro sconfitte consecutive, i biancoverdi vogliono l'exploit nella capitale. Rientra Bucarelli, esordio per Mascolo
La Mens Sana riparte da Roma (ore 20.30), sul parquet di quella Virtus che continua ad accompagnarne il cammino anche nelle categorie meno nobili dopo averle conteso un paio di finali scudetto. Del passato rimangono giusto i ricordi (lo scudetto del 2013, la Fip, ha deciso addirittura di revocarlo), l’attualità invece chiama i biancoverdi ad un’inversione di rotta, perché portare a casa il risultato è l’unica cura per mettersi alle spalle le sconfitte, quattro in fila, accumulate prima della partenza di Bucarelli per gli Europei giovanili.
Rientrato in gruppo alla vigilia di Natale, l’Azzurrino si è portato dietro dalla Turchia quella ventata di ottimismo che si spera abbia fatto bene a tutti i suoi compagni, a lungo impegnati in allenamento nelle ultime due settimane. Non è Bucarelli a dover fare la differenza nel team allenato da Giulio Griccioli, così come non si chiede di farla all’ultimo arrivato Mascolo (esordio ufficiale, oggi, per il playmaker arrivato a metà mese da Latina), ma presentarsi alla palla a due con una serie di equilibri ristabiliti, almeno sul piano delle rotazioni e dei minutaggi, è una prima chiave di lettura attraverso la quale la Mens Sana può tornare ad essere la squadra-rivelazione ammirata nei primi cinquanta giorni di stagione: uno stato di cose del quale dovrebbero giovarsi su tutti Saccaggi e Harrell, magari dando una spintarella al definitivo ritorno in auge di Jonathan Tavernari, il cui apporto offensivo non può essere atteso oltremodo da una squadra costruita sì su di una solida mentalità difensiva, ma che nell’altra metà campo non può più permettersi di stare sotto quota 70 punti.
Ciao Francesco Davanti alla tv a tifare Mens Sana, stasera, non ci sarà Francesco Viviani. Al palazzetto non mancava mai, da sempre, sciarpa biancoverde al collo e passione da vendere: scambiarci due parole era un piacere ma anche una responsabilità, perché spesso di cose mensanine ne sapeva più lui di quelli che si definiscono addetti ai lavori e, ad ogni sua domanda, non potevi permetterti di rispondere senza cognizione di causa, a cuor leggero. Se n’è andato due giorni fa all’improvviso, Francesco. Mancheranno a tutti le sue risate ed i suoi occhi felici dopo una vittoria, così come quei simpatici “interrogatori” cui ti sottoponeva per il Corso quando, invece, le cose non erano andate bene. Al sottoscritto mancheranno anche i botta e risposta di ogni dopo Palio, con Franceschino del Montone, al termine dei quali ci si salutava sempre col sorriso sulle labbra, nonostante tutto. Ciao Francesco!
Matteo Tasso