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MANGIARE INFORMATI: I DISTURBI ALIMENTARI

News inserita il 19-05-2015

Anoressia, bulimia e BEd sono le forme estreme dell’alterazione del rapporto con il cibo. I dati ogni anno sono sempre più allarmanti e riguardano anche i giovanissimi.

Tre milioni di adolescenti in Italia soffrono di disordini alimentari (dca): anoressia, bulimia e BEd (binge eating disorder) (Fonte: Min. Salute, anno 2012). Sono i numeri di quella che possiamo ormai definire una epidemia sociale avente come target i giovanissimi spesso non capiti e non aiutati. Senza considerare un’altra percentuale di popolazione, prevalentemente femminile, di trentenni e quarantenni di cui ancora non sappiamo i dati ufficiali. Ma di dca si può morire e in Italia i centri specializzati sono pochi con liste d'attesa lunghe mesi. Sensibilizzare al problema dovrebbe essere uno dei compiti dei sanitari della nutrizione. Cosa sono i DCA? I disturbi dell’alimentazione sono modificazioni del rapporto tra la persona e il bisogno di cibo. Esistono forme transitorie che dipendono da eventi nella vita quotidiana e forme gravi che possono trasformarsi in vere e proprie malattie, come l’anoressia e la bulimia. 

Nelle forme transitorie lo scarso appetito o una fame insaziabile si riflette dopo una delusione oppure nei momenti di tensione e stress. Questi sono disturbi meno gravi, nei quali il rapporto col cibo esprime una sofferenza psicofisica. Le manifestazioni più estreme di alterazione sono l’anoressia, la bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata (BEd). Sono tutte forme che esprimono uno stato di sofferenza affettiva attraverso il cibo e il corpo. La persona anoressica tenta di non mangiare niente, la bulimica e chi soffre di BEd è impegnata a mangiare tutto per poi spesso ricorrere a rigettare il cibo o digiunare.

Perché è così difficile guarire un DCA? Per riuscirci bisogna partire da molto lontano e sbrogliare un complesso groviglio di componenti psico-fisiche e condizioni genetico-ambientali più o meno sfavorevoli che non è possibile affrontare in questo contesto. In linea generale diciamo che i DCA possono essere considerati come il prototipo di una patologia multifattoriale complessa. Non sorprende dunque ritrovare tra le determinanti genetiche dei DCA gli stessi polimorfismi implicati nelle varie fasi della sindrome generale di adattamento (GAS), caratterizzata da un complesso di alterazioni dovute a stress fisici, chimici, sociali e psicologici. Nella società contemporanea il corpo deve essere magro ed efficiente, spingendo a credere che per avere successo bisogna essere costantemente in forma. L’immagine del corpo ideale è alla base della grande diffusione delle diete e delle attività sportive dedicate alla cura del corpo. Le donne sono le più esposte alla sofferenza prodotta da questa tendenza, in quanto il corpo femminile filiforme è l’ideale della bellezza che sfila in passerella. 

Si determina così una preoccupazione costante per arrivare a target spesso irraggiungibili. In alcuni casi la persona assimila la magrezza come il valore più importante e questo causa una difficoltà nei rapporti con il cibo. Esistono disturbi dell’alimentazione che sono legati ad un progetto di dieta e la sua non riuscita viene vissuta come un fallimento personale. In conclusione, curare persone affette da dca è alquanto complesso: loro la cura l’hanno già trovata nel controllo del cibo, non vogliono la “nostra” cura, non sono convinte sia vantaggioso curarsi, non vogliono cambiare. Quando accettano un confronto con specialisti in realtà hanno in mente “la loro cura”, hanno una loro progettualità che può anche limitare i danni della loro condizione ma non può portare ai cambiamenti necessari per stare in salute. Per questi motivi la terapia deve essere condotta da un team multi professionale specialistico composto da nutrizionisti e psicologi in grado di seguire non solo il soggetto in cura ma anche i familiari e conoscenti coinvolti.

A cura della Dott.ssa Barbara Danielli - Cell. 3384099386

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