SANTA LUCIA, TRA RITO PAGANO E RELIGIONE CRISTIANA

News inserita il 12-12-2016 - Ok Siena

La martire la cui luce non conosce tramonto

Domani, martedi 13 dicembre, si festeggia Santa Lucia; a Siena i festeggiamenti avvengono nell’omonima chiesa dedicata alla Santa ed il tutto sarà accompagnato dal tradizionale mercatino di splendide opere artigianali di terracotta e maiolica, dove è possibile anche gustare ottimi dolci e far contenti bambini acquistando le campanelle delle contrade e i giocattoli esposti.

Ma chi era Santa Lucia?

Lucia (Siracusa 283 – 13 dicembre 304)  è stata una martire cristiana, morta durante le persecuzioni di Diocleziano a Siracusa; è venerata come Santa dalla Chiesa cattolica e da quella ortodossa.

In questa sede  voglio ricordare il martirologio cristiano (a molti sconosciuto), ma che, a parer mio, merita di essere letto:

“Memoria di Santa Lucia, vergine e martire, che custodì, finchè visse, la lampada accesa per andare incontro allo Sposo e, a Siracusa, in Sicilia, condotta alla morte per Cristo, meritò di accedere con lui alle nozze del cielo e di possedere la luce che non conosce tramonto”.

Vediamo un po’ la vita di questa ragazza che poi è diventata Santa, da tutti venerata e che ogni anno ricorre nelle nostre feste.

Dei racconti che risalgono al periodo normanno, narrano di una giovane (Lucia), orfana di padre, appartenente ad una ricca famiglia di Siracusa che era stata promessa in sposa ad un pagano. Lucia, preoccupata per la madre Eutichia, da anni ammalata di emorragie, decise di intraprendere con lei un pellegrinaggio al sepolcro di San’Agata, pregando affinchè intercedesse per la guarigione.

Durante la preghiera Lucia si assopì e vide in sogno Santa Agata dirle: Lucia, perché chiedi a me ciò che puoi ottenere tu per tua madre? Nella visione Agata le preannunciava anche il martirio e il patronato di Lucia sulla città. Ritornata a Siracusa e constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi a Cristo e di donare tutti i suoi averi ai poveri. Il pretendente, insospettito e preoccupato nel vedere la desiderata sposa donare tutto il suo patrimonio, verificato il rifiuto di Lucia, la denunciò come cristiana (è da ricordare che all’epoca erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall'imperatore Diocleziano).

Lucia fu sottoposta a processo e quando fu minacciata di essere esposta tra le prostitute la sua risposta, che attesta la fede ed anche la fierezza di questa giovane donna nel proclamarsi cristiana, fu:  "Il corpo si contamina solo se l'anima acconsente".

Lucia allora fu sottoposta al supplizio del fuoco, ma ne rimase totalmente illesa, sicché infine, piegate le ginocchia, fu decapitata, o secondo le fonti latine, le fu infisso un pugnale in gola.

Sembra stranamente privo di fondamento, l’episodio in cui Lucia si strappa – o le vengono cavati – gli occhi.

L'emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, sarebbe da ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l'ha sempre invocata protettrice della vista a motivo del suo nome Lucia (da Lux, luce).

In questo articolo ho cercato di ripercorrere in breve la storia di una Santa a noi cara, ma voglio tuttavia lasciarvi con una tradizione che ha riscosso il mio stupore nel festeggiare il 13 dicembre. Sto parlando della Svezia in cui, si sa, la “luce”, assume un valore molto particolare, e forse proprio per questo gli svedesi si sono inventati una tradizione particolare secondo la quale la mattina di Santa Lucia, la figlia maggiore di ogni famiglia debba alzarsi presto la mattina e, con indosso una veste bianca, una sciarpa rossa e una corona con delle candele (per sottolineare l’aspetto della luce) in testa, porta il caffè e i tipici dolci della festa, i lussekatter (a voi il divertimento di scoprire la ricetta di questi meravigliosi dolcetti nordici).

Chiara Lenzini

 

 

 

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