LOGOPEDIA: PRATICI CONSIGLI PER I GENITORI

News inserita il 25-07-2016 - Ok Siena

Come si devono comportare quando non comprendono il proprio figlio? In che modo possono aiutarlo e stimolare il suo linguaggio?

La famiglia, un elemento fondamentale

Il trattamento logopedico non può e non deve in alcun caso prescindere dalla collaborazione dei genitori, sono loro che stanno più a contatto con il bambino, che lo crescono e lo educano e sono loro che devono dare man forte al Logopedista nel percorso di trattamento delle difficoltà del figlio, seguendo le indicazioni che lo specialista fornisce loro.

Ci sono delle piccole accortezze che tutti i genitori, e in particolar modo quelli dei bimbi con difficoltà, dovrebbero seguire per avere un ruolo di supporto nello sviluppo linguistico del proprio figlio. In realtà, molto spesso, già spontaneamente mettiamo in atto dei comportamenti utili alla stimolazione del linguaggio nei bambini ma esserne consapevoli può aiutaci a rinforzare questi comportamenti e ad arricchirli ulteriormente.

 

Mantenere il contatto oculare: la prima cosa a cui fare attenzione è proprio quella di guardare negli occhi il proprio bambino mentre gli parliamo e mentre lui parla a noi, del resto lo sguardo è la prima cosa che si instaura nel rapporto mamma-figlio, fondamentale durante l'allattamento al seno, importantissimo nella conversazione. Guardandovi il bambino impara a prestare più attenzione a ciò che state dicendo, può vedere le espressioni del viso e i movimenti della bocca per imitarli nell'articolazione dei suoni.

Centrarsi sul bambino: gli adulti devono mostrarsi pienamente disponibili a comunicare con il bambino, ponendo attenzione ai suoi comportamenti, considerandoli significativi e comunicativi e rispondendo ad essi in modo altrettanto comunicativo. In questo modo si incoraggia il bambino ad esprimersi.

Parlare tanto, ma lentamente: i bambini imparano il linguaggio ascoltando chi gli sta intorno, per questo la nostra produzione linguistica è per loro un esempio da seguire per costruire un linguaggio ricco. E’ importante quindi parlare molto al bambino mantenendo però un eloquio lento che gli permetta di avere il tempo di comprendere e mettere assieme tutti gli elementi della frase (questo perché i bambini piccoli e quelli con disturbo di linguaggio hanno tempi di elaborazione più lunghi rispetto agli adulti).

Porre domande e dare il tempo di rispondere: è importante stimolare il dialogo ponendo dei quesiti ai bambini ma bisogna ricordare che proprio perché questi ultimi hanno bisogno di più tempo per elaborare le informazioni, dopo aver posto una domanda aspettiamo il tempo necessario perché possano comprenderla e di conseguenza formulare la risposta; evitiamo di fare domande incalzanti una di seguito all'altra, creeremmo soltanto confusione!

Aspettare che abbia finito e bilanciare i turni della conversazione: lasciamo al bimbo il tempo di terminare la frase o il discorso, non interrompiamolo e non finiamo le frasi al posto suo, così lo aiuteremo a comprendere il rispetto del turno nella conversazione

Denominare ciò che ci sta intorno, contribuiremo ad ampliare il suo vocabolario.

Descrivere e commentare ciò che stiamo facendo durante le azioni quotidiane: "Adesso ci laviamo le mani, perché dobbiamo mangiare" "Sai cosa ho preparato?" "La pasta al pomodoro che ti piace tanto!", in questo modo gli forniamo un modello per la costruzione della frase e del dialogo e facilitiamo l’apprendimento di parole.

Ripetere al bambino parole o frasi che lui ha sbagliato: siamo noi che diamo un modello corretto e quindi siamo noi che dobbiamo ripetere e magari arricchire quelle espressioni o quelle parole che il bambino sbaglia, non chiedere a lui di ripetere o dirgli che ha sbagliato, diventerebbe per lui noioso e frustrante.

Leggere insieme al bimbo libri con immagini che possono essere descritte, con il racconto gli forniremo un modello per la narrazione di storie ed eventi personali e con le figure una traccia grafica da seguire per non perdere il filo del discorso.

Attenzione ai vizi orali: non protrarre troppo a lungo l’uso del ciuccio o del biberon (l’ideale sarebbe non oltre i 2 anni) e cercare di scoraggiare altre abitudini viziate come il ciucciamento del dito, di oggetti vari, di ciocche di capelli, mangiarsi le unghie, mordere le matite ecc…tutto questo per evitare lo sviluppo di difetti di pronuncia e di deglutizioni deviate.

Tutte queste indicazioni non possono nei casi di maggiore difficoltà sostituire il trattamento logopedico, ma sono comunque delle buone abitudini comunicative, utili sia per quei bambini piccoli che stanno sviluppando il proprio linguaggio, sia per quelli un pò più grandi che hanno qualche difficoltà.

In alcuni casi, quindi, sarà comunque necessario intraprendere un percorso logopedico ma vi posso assicurare che già modificando lo stile comunicativo si possono ottenere notevoli miglioramenti.

Dott.ssa Logopedista Giulia Cornacchia - 338/9320373

Riceve a: Piancastagnaio - Centro Studi Specialistici, P.zza Don Minzoni 8, Montepulciano

Pagina Facebook: Giulia Cornacchia

 

 

 

Galleria Fotografica

Web tv