DONNE SENESI NEI SECOLI: ROSANNA BONELLI

News inserita il 04-05-2016 - Ok Siena

"Rompicollo", grande forza e temperamento.

 

Era la mattina di Ferragosto del 1957, era quasi l’ora di andare in Piazza del Campo per la prova, ma ancora nella stalla dell’Aquila non si vedeva il fantino che era stato scelto: il “Biba”. Il Capitano Masoni anzi si presentò all’imbocco del Verchione con al seguito una ragazzina, dicendo: “Sentite ragazzi, statele vicini a questa citta e fatele coraggio che stamani monta lei”.

La reazione fu a dir poco di incredulità, di smarrimento. La sensazione dei contradaioli era quella di aver già rinunciato a correre il Palio il giorno prima.

Ed ecco arrivare, per la seconda volta dopo la leggendaria Virgina Tacci, la giovinetta quattordicenne che nell’agosto del 1581 corse il palio alla “lunga” per la Contrada del Drago, la fantina per eccellenza che tutti i senesi e non ricordano con grandissima ammirazione: Rosanna Bonelli detta “Diavola”.

Nata a Siena il 10 agosto 1934, figlia del celebre scrittore e sceneggiatore teatrale Luigi Bonelli, Rosanna frequenta la scuola di equitazione a Firenze nel corso degli anni ’50, partecipando a vari concorsi ippici e corse.

Nel 1957 si trova a Siena, nel periodo in cui Luigi Zampa gira il film “La ragazza del Palio” con Vittorio Gassman e Diana Dors; durante una pausa delle riprese la Bonelli riesce ad intrufolarsi nell'entrone dove erano presenti i fantini scritturati dalla produzione e, con la complicità del fantino Fernando Leoni detto “Ganascia”, riesce a montare a cavallo e a fare alcuni giri sul tufo di Piazza del Campo. Casualità vuole poi che la controfigura della protagonista si infortuni e la Bonelli immediatamente coglie l’occasione e si propone  per sostituirla.

Durante le riprese nasce in Rosanna il desiderio di correre il Palio vero; spinta anche dalla produzione del film, in cerca di un lancio pubblicitario, la Bonelli si propone allo zio Umberto Bonelli, allora Capitano della Contrada della Selva. Lo zio pone però il veto assoluto, temendo per l'incolumità della nipote e convince anche gli altri Capitani a non ingaggiare la ragazza. Nonostante ciò, la sua contrada, l'Aquila, motivata dall’offerta vantaggiosa della Paramount (la casa cinematografica che aveva girato il film “La ragazza del Palio”) le offre la possibilità di correre il Palio.

La Bonelli prende parte a tre prove vincendone due; viene ufficialmente segnata con il soprannome di “Diavola”, per ragioni imposte dalla Paramount, anche se era ormai nota a tutti come “Rompicollo” (nome da lei preferito) dal titolo di una celebre operetta del padre Luigi Bonelli.

Rosanna, donna di grande forza e temperamento, capace di imporsi “a muso duro” in un ambiente estremamente maschilista come quello presente tra i canapi, al Palio parte un po’ indietro, ma poi si lancia in una grande rimonta nei confronti di Giorgio Terni detto “Vittorino” che montava nel Nicchio. Durante l'inseguimento ostacola, non intenzionalmente, la Torre e, successivamente, alla seconda curva di San Martino, cade trascinata da Romano Corsini detto “Romanino”.

A Palio concluso Rompicollo viene accusata da alcuni torraioli di aver ostacolato la corsa della loro Contrada. Vola addirittura qualche ceffone e in sua difesa accorre un contradaiolo dell'Aquila con un mazzo di rose a gambo lungo che aveva pronto per offrile e del quale invece si serve per allontanare gli aggressori.

Rosanna Bonelli, è stata la prima e l’unica donna a correre il Palio alla “tonda”, è stata colei che, grazie alla sua saggezza, forte delle sue capacità e senza troppi tentennamenti ha saputo prendere “in mano le redini” e portare la vittoria in casa, si tratta di una vittoria dal sapore particolare: la donna a cavallo era nota, ma la donna nel Palio certamente no e lei l’ha rappresentata nel migliore dei modi. 

Chiara Lenzini

 

 

 

Galleria Fotografica

Web tv