Da Leon a Ponferrada l'ascesa alla Cruz de Hierro è il raggiungimento di uno dei punti mitici del Cammino, la grande croce dove i viandanti lasciano il sasso portato da casa. Gesto di rinascita e di un nuovo inizio.
Le montagne si fanno vedere di fronte all'orizzonte all'uscita da Leon quando la periferia lascia spazio alla campagna, le ultime propaggini delle Mesetas, che ci lasceranno a Astorga. La Cordigliera settentrionale ci ha fatto compagnia fin da subito, sempre alla nostra destra quando più lontana quando più vicina, adesso è arrivato il momento di affrontarla. Il Cammino francese affronta la Cordigliera dopo Astorga, con la salita a Foncebandon, la prima vera salita dopo 200km, Astorga è l'ultima città delle Mesetas, oltre ad essere la patria del cioccolato spagnolo è il punto di congiunzione tra il Cammino francese e quello della Plata proveniente da Siviglia, curata e organizzata, è l'oasi dove riposarsi prima della scalata. Il primo tratto sale dolcemente, ma gli ultimi cinque chilometri sono su una mulattiera ripida al margine del bosco, ma non è così impegnativa, sicuramente va affrontata nelle ore più fresche, sicuramente prima di pranzo, dopo in estate diventa difficile per il caldo e perché molto più esposto al sole di quello che si può immaginare, salire diventa pericoloso ed è bene camminare con calma senza fretta riposandosi se necessario. Un messaggio convincente in questa direzione, lo manda la panchina installata a ricordo di due pellegrini morti in quel punto a distanza di anni, il monito è forte e chiaro.
Foncebandon è un microscopico villaggio fatto di case di pietra e niente altro, una chiesetta e qualche rudere, è un paese rinato grazie al cammino, ancora molte case sono abbandonate, ma d'estate si anima di ostelli e qualche ristorante per accogliere i pellegrini, la sua posizione panoramica posto su una terrazza naturale che guarda la Castiglia offre una vista mozzafiato, un commiato dalle Mesetas distese a perdita d'occhio sotto di noi.
Foncebandon si trova ai piedi della Cruz de Hierro, la cima più alta del Cammino, punto mistico e evocativo, il luogo dove da decenni migliaia di pellegrini lasciano il sasso, simbolo del peso dei peccati e delle preoccupazione che ognuno si porta dietro, che vengono abbandonati per ringraziare di essere arrivati fin lassù, ognuno portando un pezzo simbolico di vita da lasciare sul Cammino per iniziare una nuova fase.
Ormai da qualche giorno il paesaggio è cambiato, casette dì pietra e tetti di ardesia ricordano le montagne, lo stile montano si assomiglia ovunque, case che mi ricordano altre case, altri luoghi, si susseguono, villaggi in pietra balconi fioriti, insegne di legno, al di qua e al di là delle montagne. La valle del Bierzo è la valle incantata circondata da montagne, pietrose e nude, è ricca di vegetazione e di colture agricole, vigne soprattutto, ma anche ortaggi e alberi da frutto, dopo la monotonia della granocoltura delle Mesetas, qua sembra un paradiso. Una valle così rigogliosa non te l'aspetti in mezzo alla cordigliera, come non ti aspetti una cittadina curata e graziosa come Pontferrada, col suo castello templare dalle torri circolari e i tetti aguzzi che ricorda un castello nordico.
Dopo la salita a Foncebandon e la Cruz de Hierro, la discesa è rinomata, conosciuta per la sua ripidità, scendere a Molinaseca, è come precipitare dalle montagne, si ruzzola giù saltando da un sasso all'altro, come capre, la pendenza è incredibile.
Ponferrada è la perla incastonata al centro della vallata, con il suo castello templare che ricorda quello delle favole, i suoi portici le casette bianche, la piazzetta, è qua che la sera ci ritroviamo, la compagnia formatasi a Leon si è cementata sulle ultime Mesetas, momenti piacevoli e divertenti sulla cordigliera hanno saldato i legami, arriveremo a Santiago tutti insieme, adesso c'è affrontare un'altra grande salita, come i ciclisti anche i viandanti rispettano le montagne.
Filippo Landi
