AL VIA "PROSSIMA STAZIONE...TORRENIERI"

News inserita il 10-05-2016 - Ok Siena

Una festa per ricordare il treno a vapore, l'odore del fumo e il rombo della dinamite

"Sì, viaggiare! Dolcemente, rallentando per poi accelerare, con un ritmo fluente di vita nel cuore, ma gentilmente, senza strappi al motore".

Così Lucio Battisti, una delle massime personalità della storia nella musica leggera, descriveva questo spostamento che è fisico, ma in qualche modo anche "interiore".

E tutti ci troviamo a viaggiare, chi con la macchina, chi con la musica, chi con il ballo.

Bene, questa è sicuramente la settimana che celebra il "viaggio" in tutte le sue fasi, da quella di partenza a quella di arrivo e ha tutto il sapore di un viaggio antico; se poniamo l'orecchio dalla parte giusta sentiamo proprio "quel rombo di dinamite" che "odora" di un passato neanche troppo lontano.

Sto parlando di un treno che al momento è in "viaggio" pronto ad essere accolto con ammirazione dai quei paesani che da anni celebrano il suo arrivo.

"Prossima stazione...Torrenieri", ecco l'evento, organizzato dal "Comitato Insieme per Torrenieri" , coadiuvato da tante altre associazioni del territorio, che ripropone per il settimo anno consecutivo la ormai tradizionale "Festa del treno a vapore".

Così davenerdi 13 a domenica 15 maggio, il paese si vestirà a festa per rendere omaggio a quella che è stata una grande occasione di sviluppo, di scambio culturale e commerciale, divenendo la vera porta di accesso ferroviario ad un territorio importante come la Val d'Orcia .

La festache sta per avere inizio a Torrenieri (il cui programma è possibile consulatere nella pagina facebook "Insieme per Torrenieri") ha, a mio parere, una grossa importanza: ricorda con forza da dove veniamo e forse anche "chi" eravamo quando il mondo si muoveva su binari più lenti.

Pensiamo ad esempio a quei primissimi "viaggiatori" che il 27 settembre del 1825 a bordo del primo convoglio ferroviario, percorsero trentadue chilometri da Stockton al distretto minerario di Darlington, il primo convoglio ferroviario, progettato da George Stephenson. Chissà quanto stupore, misto al fumo del vapore e ancora ad un pizzico di paura queste donne ed uomini provarono.

Da quel giorno nulla fu più come prima: al flusso delle informazioni che correvano lungo i fili del telegrafo, si accompagnò il movimento di uomini e merci lungo i binari della ferrovia, su cui viaggiavano spediti anche la posta e i giornali. Questo significava velocità di informazioni, comunicazioni più veloci, contatti più diretti.

Con la comparsa dei viaggi in treno la percezione dello spazio e del tempo cambiò radicalmente: le distanze parvero accorciarsi, i viaggi divennero più frequenti, confortevoli e regolari, gli scambi si infittirono.

Il treno significava prevedibilità e certezza degli spostamenti non più soggetti ai capricci del clima come avveniva precedentemente con carrozze e diligenze.

Insomma il mondo davvero stava cambiando e con lui le persone e le loro abitudini.

Le persone cominciavano ad avere dimestichezza con parole come vapore, ferro, carbone; il sapere andava avanti, come adesso, a ritmi sostenuti, creando lo stupore di chi si trovava di fronte la “grande macchina fumante”.

Dai vagoni prima scoperti e poi attraverso i finestrini dei nuovi compartimenti a carrozza, l'immaginario collettivo si trasformava rapidamente, come testimoniano le parole di un anonimo cronista del «Revue de Paris» alle prese con il suo primo viaggio in locomotiva, il cui articolo tradotto apparve nel 1836 anche sul «Bollettino di notizie italiane e straniere»:

La macchina procede a tutta prima lentamente; ma in breve si anima, si accalora, e vola come se fuggisse atterrita dal fragore dei tanti carri che si trae dietro; ella corre rapida come l'impazienza; il suo corso pareggia in velocità il pensiero. […] Chiudete gli occhi per riposarli un istante; e poi riapriteli; la scena è già cangiata, i pascoli sono divenuti campi e l'aratro ha espulso gli armenti.

In cinque minuti ciò che era prima lembo dell'orizzonte è divenuto centro d'un altro orizzonte; la circonferenza è divenuta centro (La strada ferrata tra Brusselles e Malines, «Annali universali statistica», 1836, 346-350).

Ad essere ispirati nel loro discorso poetico e letterario dalle strade ferrate furono tra gli altri Giacomo Belli – il sonetto Le carozze a vapore (1843) –, Edmondo De Amicis, Giosuè Carducci – nel suo Inno a Satana (1863), dove il passaggio della vaporiera faceva “palpitare il piano” – e Giovanni Pascoli, con la splendida poesia intitolata agli Eroi del Sempione, sull'indomito lavoro degli operai nello scavo della montagna, “al rombo della dinamite”.

Ecco, alle volte, anzi, spesso, per andare avanti, occorre vedere da dove veniamo, "chi siamo stati prima", ed è quindi veramente bello (passatami l'aggettivo "bello"di uso forse troppo "comune" e di cui spesso si è perso il significato) che esistanto associazioni composte da donne e uomini che con grande volontà e impegno portano avanti progetti come quello del Comitato Insieme per Torrenieri, già in prima linea al fine dell'ottima riuscita della festa.

Un grandissimo plauso va a tutte queste persone e alla loro grande volontà di rimettere sui binari la storia per non dimenticarla mai.

Chapeau!

Chiara Lenzini 

 

 

 

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