5 BUONI MOTIVI PER FAR GIOCARE I NOSTRI FIGLI

News inserita il 20-08-2016 - Ok Siena

Divertirsi è il miglior modo di vivere: parola di un adulto che della "soddisfazione personale" ne ha fatto regola di vita.

Quando suona la campanella a scuola, si sa, per i bambini è momento di giubilio fortissimo: c'è l'intervallo. Finalmente sono liberi di correre, di parlare, di gridare, di giocare come solo loro sanno.

E questo è un aspetto che nella scuola, come in famiglia, non va proprio sottovalutato. Quante volte sentiamo mamme in preda a manie di protagonismo affermare con grande orgoglio: "mio figlio, è il primo della classe, ha "ottimo" in tutte le materie".

Ed infatti, come sottolinea anche lo psicologo americano Peter Gray, nella società occidentale, i risultati scolastici dei bambini stanno assumendo sempre più importanza a discapito del gioco che, invece, resta fondamentale e adesso andremo a vedere perchè.

Una volta il gioco faceva parte anche della didattica, mentre oggi sembra scomparire: l’importante, soprattutto in occidente, è sempre più il risultato nozionistico (attenzione, ho scritto esattamente "nozionistico" chè è un concetto ben diverso da quello dell' "imparare" – quando si "insegna ad imparare – scusate il gioco di parole – lo si mette in condizione di saper organizzare la propria mente di fronte e "nuove" conoscenze, gli si insegna ad avere una "mente aperta/fluida).

Tuttavia, come tengono a sottolineare gli psicologi ed i logopedisti, il gioco continua a essere fondamentale per lo sviluppo dei bambini così come succede, del resto, per i cuccioli di tutti i mammiferi, che imparano a conoscere il mondo che li circonda proprio attraverso il gioco.

In qualche modo, potremmo dire che, scusate l'ossimoro: "il gioco è una cosa seria".

Con il gioco – sottolinea infatti Gray in un articolo pubblicato online su Aeon Magazine – i bambini imparano le più importanti lezioni della vita, che la scuola non può insegnare. Hanno bisogno di giocare, giocare e ancora giocare, senza interferenze da parte degli adulti”.

Infatti, indica Gray, “se amiamo i nostri bambini e vogliamo che crescano bene, dobbiamo dare loro più tempo e più opportunità di gioco, non meno”.

Ecco le 5 buone ragioni per far tornare i bambini a giocare:

  1. La creatività. Giocando ed esplorando da soli la realtà che li circonda, i bambini possono sviluppare la loro creatività. L’intervento degli adulti, attraverso attività o giochi guidati, o impedendo ai bambini di uscire da casa per andare a giocare con altri bambini, invece impedisce questo processo.

  2. La salute mentale. Giocare stimola la capacità nei bambini di trovare le soluzioni ai piccoli problemi che il singolo gioco gli presenta.

  3. Lo sviluppo sociale. I bambini hanno bisogno di giocare insieme per risolvere i propri problemi, per imparare a stare insieme agli altri e per “allenare” le capacità di leadership, di negoziazione e di compromesso. Questo un giorno renderà il bambino consapevole e responsabile, quindi in grado di scegliere e di non subire le scelte degli altri da adulto.

  4. Lo sviluppo cognitivo. La capacità di concentrazione nei bambini è limitata: tra i 6 e i 10 anni è al massimo di 30 minuti. Oltre questo periodo, “ogni insegnante – spiega Gray – sa che i bambini si distraggono, si agitano e non ascoltano più”. E qui, ancora una volta, si scopre l’importanza del gioco, “il cui ritmo è regolato autonomamente: ciò favorisce il recupero dell’attenzione e stimola i sensi”.

  5. Lo sviluppo fisico. “Quanti dei nostri bambini sono in grado di arrampicarsi agevolmente su un albero, di saltare un fosso, di correre a perdifiato?”, si chiede Gray. Pochi, si risponde. “Eppure, nelle aree più rurali, ai bambini viene naturale giocare in questo modo, restando in forma. In quelle più urbane e avanzate, invece, cresce l’incidenza dell’obesità”. Quindi, secondo lo psicologo, il gioco è utile anche sotto questo aspetto, che non è certo secondario.

In conclusione, se li amate, fateli giocare! Lasciate che si sporchino i pantaloni e le magliette, che si confrontino con gli altri (magari corregendoli quando sbagliano e quindi facendoglelo notare), ma lasciamoli giocare, insegnamogli (ed impariamo con loro) che la vita è un gioco, alle volte si fa più duro e proprio per questo bisogna ritornare alle regole base. Da lì, è un attimo per tornare a vivere bene.

I bambini sereni, saranno adulti sereni.

Chiara Lenzini

 

 

 

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