Buonconvento vola sulla rete a mille: mille megabit al secondo, che è una velocità più alta di quella di molte città. E' il primo. Ma non sarà il solo a poterlo fare in Toscana tra i comuni e i borghi delle cosiddette ‘aree a fallimento di mercato', quelle zone cioè dove gli operatori delle telecomunicazioni hanno rinunciato a portare la fibra ottica e ad investire, perché isolate e con troppi pochi abitanti ed imprese. Al loro posto l'ha fatto la Regione Toscana.
Sono già diciotto i comuni dove i lavori sono conclusi, settantatré quelli dove sono stati avviati. E stanno crescendo. In tre si stanno già commercializzando i servizi: Buonconvento il primo appunto, dove tutto il borgo a misura d'uomo, sperso nella campagna senese, è stato cablato ed oggi era festa e si lavora anche per portare internet veloce a trecento case sparse e piccole frazioni, per viaggiare con ponti radio almeno a trenta megabit al secondo. E poi c'è Chianciano Terme (sempre in provincia di Siena), con un intervento chirurgico su una frazione, e San Vincenzo a Livorno, anche in questo caso solo per una porzione di territorio, il paese di San Carlo.
Ma se diciotto comuni hanno già chiuso i cantieri, altri trenta se ne aggiungeranno entro la fine dell'anno. Lo annuncia l'assessore alla presidenza e all'innovazione Vittorio Bugli, che oggi era a Buonconvento, assieme ai cittadini, con il sindaco Riccardo Conti, il responsabile delle relazioni istituzionali di Infratel Guido Citerni di Siena e Marco Gasparini, responsabile Open Fiber Toscana. "Oggi – dice – inizia la vendita dei servizi ed è una data da segnare in agenda, uno snodo fondamentale".
Buonconvento, borgo senese simbolo del turismo slow, è un po' l'esempio di quello che si sta facendo in tantissimi altri territori. La Regione ha sostenuto i costi dell'intervento, con risorse europee ma anche statali: la rete in fibra ottica alla fine rimarrà pubblica. Infratel. società in house dal Ministero allo sviluppo economico, ha lanciato il bando. Open Fiber, società che opera nel mercato all'ingrosso, se l'è aggiudicato.
Fibra sotto casa, riuso e taglio alla burocrazia
In Toscana sono 268 i comuni interessati dai lavori, raggruppati in quattro lotti: praticamente tutti, anche i più grandi, anche se magari solo per qualche borgo o gruppo di case sparse. E tre almeno sono le novità rispetto a quello che è stato fatto in passato. La prima riguarda la fibra ottica, che sarà anzitutto portata fino alla soglia di ogni casa o azienda e non si fermerà al cosiddetto ‘armadio', la centralina che in genere si trova sulla strada, garantendo in questo modo migliori prestazioni. Chi è interessato ad avere il servizio non ha che da prendere i contatti con i gestori privati e scegliere l'abbonamento che più gli fa comodo, senza alcun costo di installazione. La seconda novità riguarda il riuso diffuso, laddove possibile, di cavidotti e canaline che già c'erano, il che ha anche ridotto costi e disagi. Laddove poi si è dovuto scavare, lo si è fatto a margine della s trada e con canalette profonde e larghe di poche decine di centimetri. La terza innovazione infine, lo sottolinea più volte l'assessore Bugli, ha a che fare con la burocrazia. Una buona pratica che ha consentito di accelerare gli interventi, senza far venir meno la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale toscano attraverso le prescrizioni necessarie, è stata infatti quella di conferenze di servizi uniche ed accordi di programma tra più soggetti che devono rilasciare autorizzazioni, pareri e nulla-osta sui piani di intervento. Una solo convocazione per tutti. Ad oggi ce ne sono stati sei di questi accordi, che hanno reso cantierabili progetti in 129 comuni toscani. La prossima conferenza di servizi sarà a metà ottobre e poi, entro la fine dell'anno, tutti i piani e i cantieri per i 268 comuni toscani del gara Open Fiber avranno il via libera. "Altrove in Italia – ammette Guido Citerni di Siena di Infratel – non &egrav e; così. Non ci sono conferenze di servizi uniche e la gran parte dei progetti intoppa nei lunghi tempi per il rilascio dei permessi".
Vantaggio per le aziende, servizi per i cittadini
La differenza che può fare la fibra per lo sviluppo economico (e non solo) di un territorio lo spiega ancora l'assessore Bugli. "Una connessione veloce ad internet vuol dire, per le aziende, essere più competitive. - sottolinea - Significa facilitare l'industria 4.0. Portandola offriamo loro un vantaggio, se arriviamo tardi le freniamo. Ha l'effetto anche di rendere più semplice la vita ai cittadini che scelgono di restare (o tornare) a vivere in campagna, connessi al resto del mondo grazie ai servizi on line, capaci di dialogare, anche con la pubblica amministrazione, seduti in salotto o col proprio telefonino". "Abbiamo investito 80 milioni su un'infrastruttura che ne vale 200, la più grande e diffusa infrastruttura che oggi abbiamo – prosegue -. Sono quasi tutte le risorse che avevamo per l'innovazione, ma l'abbiamo fatto con convinzione perché serviva un'autostrada per lanciare e promuover e i servizi on line. Quando abbiamo iniziato a ragionarci, oltre un anno fa, avevamo stimato in 784 mila i toscani interessati da una simile operazione". Per sfruttarla ora non seve che fantasia e creatività. "E magari – auspica – qualche risorsa anche del Governo per favorire l'uso della Rete".
Due gare e opere per 200 milioni
Due sono state le gare per portare in toscana, nelle zone più svantaggiate internet veloce: la prima (25 milioni di risorse regionali, altri quattro di fondi ministeriali) ha interessato 53,712 edifici di undici comuni pilota (Santa Croce sull'Arno, Cerreto Guidi, Altopascio, Campo nell'Elba, Roccastrada, Capalbio, Pomarance, Porcari, Bientina, Castel del Piano, San Marcello Pistoiese) ed è in corso di ultimazione la posa della fibra ottica. Finanziata con fondi europei Fesr e Feasr, sono stati scelti i comuni dove più alto era il rapporto tra popolazione ed aziende agricole e industriali. La seconda gara, che prevede una concessione per venti anni e infrastrutture per 170 milioni, se l'è aggiudicata Open Fiber e riguarda le aree bianche a fallimento di mercato di tutti gli altri
Comuni toscani, ovvero 521.476 unità immobiliari. A Buonconvento l'investimento della Regione per potare la banda larga è stato di di 560 mila euro e ha permesso di connettere 1736 unità immobiliare stendendo diciassette chilometri e mezzo di fibra ottica. Grazie alla collaborazione dell'amministrazione comunale è stato possibile limitare al massimo i lavori di scavo e quindi ridurre i costi e i disagi per la popolazione: per il 90 per cento sono state utilizzate canaline e cavidotto che già c'erano. "Avere accesso ad una rete dalle così grandi potenzialità ha un valore inestimabile" dice il sindaco, che ringrazia poi per la scelta di garantire connessioni veloci, con ponti radio, anche alle case sparse. Erano una cinquantina nel progetto iniziale, ne saranno coperte alla fine circa trecento. "Finalmente anche i comuni più piccoli e isolati avranno la fibra Ftth direttamente fino a casa, come avviene nelle grandi città - commenta Marco Gasparini di Open Fiber – Una rete innovativa, realizzata dalla nostra azienda, su spinta e con risorse della Regione Toscana in sinergia con Infratel, e che rimarrà di proprietà dei cittadini".
Lavori conclusi in diciotto comuni
I diciotto territori comunali in otto diverse province (Siena, Livorno, Grosseto Pistoia, Arezzo, Prato Pisa e Firenze) dove i lavori si sono conclusi - oltre a Buonconvento, Chianciano Terme (74 unità immobiliari ‘rilegate') e San Vincenzo a Torri (781) - sono Capraia Isola (134), Cinigiano (618), Lamporecchio (957), Larciano (164), Monte San Savino (167), Montermurlo (256), Montescudaio (1742), Palazzuolo sul Senio (929), Poggio a Caiano (481 unità immobiliari collegate), Porto Azzurro (2487), Roccalbegna (512), San Casciano dei Bagni (1030), Scarlno (177), Semproniano (1006) e Torrita di Siena (560). Dopo Porto Azzurro e Montescudaio, Buonconvento è quello con il maggior numero di abitazioni allacciate. La Regione, come pubblica amministrazione, poteva naturalmente intervenire solo nelle ‘aree bianche', dove gli operatori privati hanno dichiarato di rinunciare ad investire.
I cantieri aperti
Gli altri cinquantacinque territori dove i cantieri si sono aperti e si sta lavorando- magari anche interessando solo alcune frazioni (le più isolate) - sono Abetone, Anghiari, Aulla, Badia Telbalda, Bagno a Ripoli, Barberino Val d'Elsa, Borgo a Mozzano, Camaiore, Campagnatico, Capoliveri, Capolona, Casole d'Elsa, Castel Focognano, Castel San Niccolò, Castiglion della Pescaia, Certaldo, Chiusi, Chiusi della Verna, Civitella in Val di Chiana, Cutigliano, Fauglia, Firenzuola, Gambassi Terme, Grosseto, Lajatico, Lucignano, Magliano in Toscana, Manciano, Marciana, Marciana Marina, Marciano della Chiana, Massa e Cozzile, Montalcino, Monterchi, Palaia, Ortignano Raggiolo, Pienza, Pieve Fosciana, Pitigliano, Pontremoli, Portoferraio, Radda in Chianti, Rio Marina, San Giovanni d'Asso, San Quirico d'Orcia, San Sepolcro, Santa Fiora, Scansano, Seggiano, Serravalle Pistoiese, Sorano, Talla, Terranuova Bracciolini e Trequanda.