STORIA DEL PALIO: MISCELLANEA PALIESCA TRA 700 ED 800

News inserita il 24-07-2017 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Fatti curiosi della nostra festa tra il XVIII ed il XIX secolo.

 

Il Palio del 16 agosto 1752 ebbe un esito a dir poco clamoroso. Partì prima dai canapi l’Aquila con il fantino Bechino che ben presto guadagnò diverse lunghezze di vantaggio sugli inseguitori. Al terzo Casato alcuni contradaioli che sostavano in pista presero per le redini il cavallo aquilino, fermandolo.

A costoro si unì pure Ministro, fantino della Pantera che si trovava in seconda posizione, che lasciò così via libera alla Torre che vinse la carriera. Le protesta degli aquilini giunsero fino all’autorità giudiziaria. Dopo le indagini di rito fu riconosciuto responsabile principale del gesto tale Giuseppe Vichi detto Gigiaccio  che fu processato, e due anni dopo condannato a risarcire l’Aquila con 40 talleri nonché a far realizzare a sue spese un drappellone simile all’originale da consegnare alla contrada del Casato. Per festeggiare, ma anche per vendicarsi dell’autore del gesto, gli aquilini fecero costruire un fantoccio delle sembianze di Gigiaccio da ardere in Piazza Postierla. Operazione che fu però proibita dalle autorità.

Nell’agosto 2002, le piogge torrenziali che si abbatterono sulla nostra città quando il tufo era stato steso da poche ore provocarono lo slittamento della tratta al giorno 14. Anche nel 1795 l’assegnazione dei cavalli fu spostata al giorno successivo, non certamente per motivi meteorologici ma a causa di una protesta dei proprietari dei cavalli che ritenevano inadeguata la “vettura”, vale a dire il prezzo per il nolo dei barberi nei giorni della festa. Il 13 mattina furono presentati meno di 10 cavalli e la tratta fu posticipata di un giorno.

Al Palio del 16 agosto 1818 presenziò il Granduca Ferdinando III. Il sovrano giunse a Siena la mattina del 10 agosto alle 6.30 per evitare la calura del giorno, e le contrade furono esentate dal recarsi ad accoglierlo in quanto “il popolo non doveva venir meno alle proprie abitudini né perdere ore di lavoro”. Così l’omaggio delle consorelle a Ferdinando avvenne il giorno 14 in Piazza del Duomo. Il 16 egli assistette alla carriera vinta dal Leocorno con Piaccina, e rimase così entusiasta dello spettacolo che espresse la volontà di rivederlo prima della sua partenza. I senesi, incoraggiati anche dalle 100 lire elargite dal sovrano a ciascuna contrada, furono ben lieti di esaudire i desiderata del Granduca, così il 19 si corse lo straordinario. La corsa fu condotta dalla Chiocciola, ma al terzo San Martino il suo fantino “per un’improvvisa avviligione”cadde. Passò così Ferrino Maggiore nell’Istrice che vinse la carriera.

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 

 

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