STORIA DEL PALIO: I PALCHI

News inserita il 07-08-2017 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Come sono cambiati dal 700 ad oggi

I palchi sono i primi a comparire in Piazza quando questa comincia a vestirsi a festa, e nel momento del loro montaggio (o smontaggio, a Palio finito), il Campo si trasforma in un vero e proprio cantiere, con palcaioli ed operai obbligati al rispetto delle norme di sicurezza tipiche dei luoghi di lavoro. Ovviamente in passato non era così. Nei vari dipinti che raffigurano il Palio o le altre feste in Piazza svolte tra 700 ed 800, vediamo palchi costruiti un po’ovunque lungo il perimetro dei palazzi o sopra le tettoie delle botteghe.

Si accedeva a tali strutture mediante scale che potevano essere spostate a seconda del posto da raggiungere ed erano rivestiti da drappi o panneggi. La loro costruzione era lasciata alla libertà dei proprietari, con la Biccherna che effettuava delle semplici ispezioni la mattina della corsa, e la loro stabilità certe volte lasciava a desiderare; per risparmiare denari infatti, i palcaioli dell’epoca, spesso usavano legnami di scarsa qualità e crolli o cedimenti strutturali erano frequenti. Per questi motivi, nel 1788 ci fu una prima e significativa svolta in materia: prendendo spunto dall’ordine di demolizione delle tettoie delle botteghe, il provveditore a strade e piazze Bernardino Fantastici, presentò alla Magistratura Civica uno studio sulla ristrutturazione dei palchi, avvalendosi di un disegno che è in uso anche oggi e che fu successivamente sottoposto al giudizio di una commissione composta dal Gonfaloniere Giulio Bargagli e da Fausto Sani. Nel giugno 1789 fu così notificato a tutti i bottegai di Piazza il nuovo regolamento per la costruzione dei palchi che, oltre ad indicare le modalità di erezione delle singole strutture, fissava a 5 il numero massimo dei gradini di ogni palco, i quali dovevano tassativamente essere allo stesso livello. Il regolamento obbligava altresì all’omogeneità nella pittura dei parapetti. Tutti i palcaioli dovevano conformarsi al disegno del Fantastici; coloro che non avessero voluto adeguarsi sarebbero stati puniti con la revoca della licenza. Per evitare eventuali spazi vuoti fu poi deciso che la costruzione dei palchi mancanti sarebbe stata affidata ad un legnaiolo individuato che acquisiva tutti i diritti sul palco, compresi ovviamente i profitti.

La questione palchi tornò di attualità nel 1806 quando, a seguito della consueta ispezione, il provveditore alle strade e piazze Francesco Tanini evidenziò tutta una serie di lacune e carenze organizzative nella fase di costruzione: il Tanini nella sua relazione segnalò come la stabilità dei palchi era messa a forte rischio a causa del comportamento dei proprietari che, per aumentare il guadagno, moltiplicavano i posti a sedere nei palchi a pagamento, e che per la loro erezione facevano ricorso a persone inesperte (garzone del calzolaio, linaiolo, fruttarolo). Inoltre i controlli erano spesso parziali a causa dell’assenza dei proprietari al momento dell’ispezione. Frequenti erano anche le minacce subite dai membri della commissione quando questi rilevavano delle infrazioni, come nel caso del luglio 1806 quando i membri di tale commissione sequestrarono dei gradini pericolanti di un palco, ricevendo dai proprietari insulti ed intimidazioni. Così il Tanini invitava il Gonfaloniere a disporre una notificazione aggiuntiva a quella del 1788 in cui si definissero i veri obblighi per i palcaioli: far costruire il palco da soggetti esperti ed entro e 11 del giorno del Palio per provvedere al controllo, rimuovere i pezzi pericolanti e presenziare al momento dell’ispezione, pena l’abbattimento del palco.

Oggi i palchi di Piazza sono 53, molti di proprietà di privati, alcuni del Comune o del Magistrato delle Contrade e possono ospitare circa 2940 spettatori. Il cinquantaquattresimo palco presente è quello  delle comparse, costruito sotto Palazzo Pubblico e che ospita i circa 600 monturati del corteo storico. Fino ad una trentina di anni fa era presente un ulteriore palco posto dietro i materassi di San Martino e conosciuto anche come palco del Manicni, dal nome dello storico negozio presente in quella zona. Il palco, che era costruito con tubi innocenti, fu definitivamente rimosso a partire dal luglio 1987. L’ultima innovazione in tema di palchi è stato l’innalzamento del parapetto di un palco del Casato e la conseguente riduzione dei posti a sedere, per evitare pericolosi incidenti con gli spettatori lì presenti in caso di impatto del cavallo in corsa sul palco stesso.

Davide Donnini

 

 

 

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