STORIA DEL PALIO: BACHICCHE

News inserita il 05-08-2016 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Tredici vittorie sul Campo e tanti tradimenti.

 

 

Uno dei migliori fantini dell’800 è stato senza dubbio Mario Bernini detto Bachicche, genio e sregolatezza della Piazza. Bachcche debuttò addirittura da adolescente, in quanto vestì il suo primo giubbetto, quello dell’Onda, a soli 13 anni nel 1850. I suoi primi passi sul tufo furono alquanto travagliati, vuoi per l’inesperienza, vuoi per la giovane età, ed infatti per trovare un suo trionfo occorrerà attendere fino al 1861, quando si impose per la Tartuca, vittoria che però non poté festeggiare a pieno, in quanto dopo la corsa dovette scappare dalla folla che lo voleva linciare, in un periodo storico in cui i colori della politica avevano la prevalenza sui colori delle contrade. Che Bachicche fosse un predestinato lo si capì l’anno successivo, quando conquistò il suo primo cappotto personale, portando al successo la Giraffanella carriera del 15 agosto e l’Onda nello straordinario del 28 settembre.

Il secondo cappotto fu nel 1867, quando portò la gloria nel Nicchio a luglio e nellaLupa ad agosto, respingendo a suon di nerbate Paolaccino, di fronte ad un entusiasta Giuseppe Garibaldi che ricompensò il fantino con una sua foto autografa, oggi conservata nel museo della contrada di Vallerozzi.

Bachicche corse fino all’età di 52 anni, conquistando 13 vittorie per 9 contrade differenti ed indossando 16 giubbetti (tranne quello del Leocorno). Ma Bachicche è noto pure per i suoi tradimenti e per le sue fughe rocambolesche dalla Piazza per sfuggire alla furia dei contradaioli. Se nell’agosto 1873, dopo una carriera incolore nella Pantera, rischiò addirittura di essere arso vivo dal contradaiolo Momo Giovannelli che, evidentemente insoddisfatto dell’operato del suo fantino, gli rovesciò addosso una latta di benzina, nel 1877 il Bernini tradì pesantemente la Lupa, disinteressandosi della vittoria, favorendo Pirrino nell’Oca e nerbando per tutti e tre i giri la Torre che inseguiva. Per sfuggire alle ire dei torraioli e dei lupaioli, Bachicche si rifugiò in Fontebranda, mentre i suoi abiti furono appesi al campanile dell’oratorio lupaiolo e qui lasciati appesi per alcuni giorni.

Clamoroso lo sgarbo fatto alla Chiocciola nel 1882. A luglio Bachicche trionfò per i colori di S. Marco, approfittando dell’aiuto fornitogli da Leggerino; ad agosto invece le parti si invertirono. La Chiocciola aveva avuto in sorte il forte Lupetto che vinse tutte le prove con disarmante facilità. I chiocciolini, assaporando la vittoria, avevano già tirato fuori i cappotti dagli armadi e preparavano già i festeggiamenti, ma dovettero fare i conti con l’indole traditrice del Bernini. Durante la corsa infatti Bachicchetrattenne palesemente il suo Lupetto favorendo la vittoria di Leggerino nell’Oca. Le doti di gran galoppatore di Lupetto furono utili al suo fantino nel dopo corsa, quando Bachicche lo spronò a più non posso per sfuggire all’inseguimento dei suoi contradaioli delusi ed arrabbiati per il tradimento. In seguito la Chiocciola perdonò Bachicche, affidandogli nuovamente il giubbetto nel 1887. Due anni dopo, nel Montone, calò definitivamente il sipario sulla sua carriera paliesca.

Mario Bernini morì a Siena il 27 dicembre 1902.

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 

 

 

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