STORIA DEL PALIO: ANEDDOTICA PALIESCA

News inserita il 31-07-2017 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Le corse con 17 contrade e la “non carriera” del 2 luglio 1675

Una delle tante “invenzioni” dei nostri concittadini dell’ottocento per prolungare le festività di mezz’agosto, assieme alle corse di scossi alle perette o alle carriere alla romana delle quali abbiamo trattato in precedenti articoli, furono i Palii con tutte e 17 le contrade. Il Bando del 1721 regolava in dieci il numero massimo delle contrade partecipanti, ciò onde “ovviare a gravissimi sconcerti che sono succeduti per lo passato… e per provvedere che non ne seguano appresso altri”. Gli sconcerti di cui parla il Bando sono quelli del dopo Palio del luglio 1720, vinto dal Bruco e corso da 17 contrade, quando l’oste Paci fu travolto ed ucciso dal cavallo della Tartuca appena terminata la corsa.

Nel 1841 però il Palio con 17 contrade fu riproposto grazie ad una questua popolare e fu vinto dal Nicchio, come si può vedere nella foto in alto. Lo spettacolo, sebbene ai fantini non venne consegnato il nerbo e fu proibito di tenersi vicendevolmente per rendere la gara più libera, risultò insoddisfacente e assai caotico nello svolgimento, ma l’anno successivo fu ugualmente ripetuto grazie ai contributi dei bottegai di Piazza. Vinse l’Istrice con il fantino Saltatore, ed al bandierino giunsero solo 3 cavalli montati. Tutti gli altri fantini caddero o scesero volontariamente. Al primo San Martino ci fu una vera e propria ecatombe causata, secondo le cronache del tempo, non dal gran numero dei cavalli partecipanti, ma dall’introduzione dei materassi a protezione della curva di San Martino che, sempre secondo il dubbioso cronista, riducevano il raggio di girata rendendo più facili gli incidenti. Dopo tutti questi inconvenienti le autorità pubbliche capirono finalmente che la Piazza non era idonea per far correre così tanti cavalli tutti insieme, e queste corse furono definitivamente abolite.

Sfilano nel nono gruppo del corteo storico ed i loro cavalieri hanno la celata dell’elmo abbassata; sono, come li ha definiti il Pepi, "il poetico e malinconico ricordo delle contrade oggi non più esistenti". Ma come sono scomparse Gallo, Leone, Orso, Quercia, Spadaforte e Vipera? Secondo la leggenda la loro soppressione avvenne a seguito degli eventi del palio di luglio 1675. In quella carriera giunsero appaiate al bandierino la Lupa e la Spadaforte. I giudici della vincita, non sapendo a chi assegnare la vittoria, decisero così di donare il drappellone ed il premio di 60 tolleri alla chiesa di Provenzano, scatenando l’ira dei contradaioli della Spadaforte, spalleggiati da quelli delle alleate Gallo, Leone, Orso, Quercia e Vipera. I tumulti che ne seguirono furono così gravi che, secondo la leggenda, sarebbero stati addirittura puniti con la soppressione delle 6 contrade. Studi ben più approfonditi mostrano invece che nel 1675 non fu corsa alcuna carriera a luglio, pertanto il motivo della soppressione delle citate contrade non si deve ai comportamenti sopra le righe dei propri contradaioli, ma alla cessazione nel corso degli anni della loro attività ed al conseguente assorbimento dei rispettivi territori da parte delle contrade confinanti.

 

Davide Donnini

Foto www.ilpalio.org

 

 

 

 

 

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