STORIA DEL PALIO: 2 LUGLIO 1988

News inserita il 24-12-2023 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Il riscatto di Benito e l’addio alla Piazza di Panezio.

Puntuali come ogni anno, tornano i racconti di storia del Palio per accompagnare i nostri lettori durante le vacanze natalizie. La storia di oggi si apre con un giallo: “Benito picchiato a sangue nella sua stalla”; così titolavano le locandine dei quotidiani locali alcuni giorni prima della tratta del luglio 1988, e questa notizia sconvolse la città: uno dei sicuri protagonisti dell’imminente carriera di Provenzano nonché vincitore dell’ultimo Palio corso in ordine di tempo, sembrava fuori dai giochi per fatti che nulla avevano da spartire con la logica paliesca. Invece, la mattina del 29 giugno, prima che un violento acquazzone costringesse a spostare le operazioni di tratta al pomeriggio, la “freccia nera” fu regolarmente presentata alla segnatura ed i capitani non ebbero dubbi nell’inserirlo nel lotto dei dieci.

Quel particolare pomeriggio costituì inoltre un momento assai significativo per la storia della nostra festa: per l’ultima volta, alla veneranda età di venti anni, uscì dall’Entrone con il numero dipinto sulla coscia, per la cronaca il 14, il mitico Panezio, per quella che fu una sorta di passarella che, il “ragioniere”, affrontò, nonostante qualche incertezza della sua fantina Maria De Dominicis, ed alcuni trattamenti poco di favore a lui riservati dal debuttante mossiere Mauro Checcoli, da par suo, con la dignità e la professionalità che il grande barbero sapeva sempre mettere ogni volta che posava gli zoccoli sul tufo. Tornando a Benito, la sorte nell’inusuale assegnazione dell’ora di cena, lo destinò nel Nicchio e capitan Vigni lo affidò senza troppi indugi a Massimino, fantino di contrada, con sole quattro carriere all'attivo, su cui la dirigenza ed il popolo dei Pispini nutrivano fiducia totale. Per il Coghe però non fu un Palio semplice da gestire : le prime prove misero in mostra dei problemi di affiatamento del binomio, e se a questo si aggiungevano la presenza del Montone che con il Pesse e la modesta Briosca scendeva in Piazza solo con intenti difensivi, e la crescita esponenziale dell'accoppiata Cianchino - Vipera nell’Onda, ecco che per il Nicchio si prospettava un Palio tutto in salita, nonostante i favori del pronostico. La carriera, però, spazzò via ogni perplessità. L’ingresso del Bruco, di rincorsa, vide Nicchio, sfuggito al momento opportuno dalla morsa del Pesse, Onda e Oca, con Galleggiante ed Aceto, più pronte a partire, seguite dalla Civetta con Figaro e Truciolo, spariti subito dal vivo della carriera ed autori, alla fine, di una corsa incolore, poco gradita dai civettini che espressero in modo palese il loro malumore nei confronti del malcapitato Mario Cottone nel dopo palio. Girato San Martino, la carriera divenne una lotta a due tra Onda e Nicchio; al Casato, Massimino richiese lo spunto a Benito che affiancò e volò via Vipera nel giro di pochi metri, ampliando, metro dopo metro, il suo vantaggio. Il terzo giro si trasformò in una passarella per l'accoppiata del Nicchio, ma soprattutto per Benito cavallo che, a dispetto di chiacchiere, voci e strategie, con il suo quarto successo in cinque anni, confermò il suo titolo di re indiscusso della Piazza.

Davide Donnini

Foto www.ilpalio.org

 

 

 

 

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