STORIA DEL PALIO: 2 LUGLIO 1956

News inserita il 02-07-2021 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Sotto la pioggia, Archetta e Mezzetto, riportano in trionfo l'Aquila.

Doveva essere un Palio di ordinaria amministrazione, ed è stato un Palio tremendo, con una vigilia tormentata, inquietissima, fatta di paure e di speranze”. Così scriveva un cronista all’indomani della carriera del 2 luglio 1956 e, in effetti, cose da raccontare, relative a quel Palio ce ne sono in abbondanza, a partire dalla visita del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, la cui presenza incise e non poco sull’effettuazione della corsa del Palio, altrimenti messa a forte rischio dal maltempo. La tratta del 29 mattina fece felici più contrade: la Giraffa con la vecchia Gaudenzia, per la quale fu scelta la monta del Biondo, l’Aquila che, ad un anno di distanza accolse nuovamente nella stalla Archetta, stavolta montata da Mezzetto, ed il Bruco con Ravi II e Ciancone.

Qualche chance per il Montone con Velka e Rompighiaccio, per il Leocorno e per la Torre che si videro assegnare due debuttanti che negli a seguire faranno parlare molto di sé, Tanaquilla e Belfiore, nell’occasione montati da Pietrino, all’ultimo Palio, e da Tristezza. Poche speranze invece per la Lupa con Signorina e Biba, l’Istrice con Ondina e Terribile il Drago con Roccalbegna e Giove e la Civetta, con Mariolo e Bazza. Il giorno del Palio non sembrava per nulla una giornata di inizio luglio: il cielo grigio ed i continui scrosci d’acqua non facevano ben sperare per l’effettuazione della carriera. Nemmeno l’arrivo del Capo di Stato fece rasserenare il tempo, anzi, durante la passeggiata storica la pioggia cominciò a cadere sempre più copiosa, tant’è che il corteo fu concluso in fretta e furia; subito dopo, preceduto da una grande scorta, fece il suo ingresso in Piazza Gronchi, a bordo dell’auto scoperta presidenziale che entrò sul tufo, ormai diventato fangoso, dalla Bocca del Casato, per fermarsi di fronte all’ingresso di Palazzo Pubblico. L’illustre presenza non consentiva rinvii così, con una decisione forzata che provocò, nei giorni successivi, polemiche a non finire, cavalli e fantini fecero il loro ingresso sul Campo mentre, come si può vedere da alcune foto, nella conchiglia, molti ombrelli cominciarono a riaprirsi. La mossa fu rapida ma non perfetta; il Montone rimase girato, il Leocorno in seconda fila. L’Aquila fu la più lesta ad uscire dai canapi, seguita da Giraffa, Torre e Civetta. Al primo San Martino cominciarono le rovinose cadute che coinvolsero Drago e Montone. Negli altri giri, mentre si susseguivano gli scivoloni, Mezzetto controllò agevolmente la situazione, venendo a vincere il suo primo Palio grazie anche ad una super Archetta, giunta così al terzo successo, riportando la gioia nel rione di via del Casato, dove non si festeggiava da 17 anni. Le curiosità e le stranezze di quel Palio non sono finite qui: la prima riguarda il Carroccio che, caso unico nella storia, fu trainato da soli due buoi, anziché dai tradizionali quattro, il tutto a causa della riottosità degli altri due bovini che si rifiutarono di uscire dalla stalla, la seconda coinvolge direttamente il fantino vittorioso, Mezzetto, che fu licenziato dal suo abituale lavoro in quanto venuto a Siena senza chiedere ed ottenere il permesso dal principale. Ma il piccolo fantino siciliano non se la prese più di tanto, e per consolarsi, vinse anche il successivo Palio di agosto….

Davide Donnini

Foto www.ilpalio.org

 

 

 

 

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