SIENA, I DOCENTI NO GREENPASS: "LA SCUOLA È APERTA A TUTTI"

News inserita il 09-03-2022 - Attualità Siena

Il disappunto per le discriminazioni in atto nei confronti degli studenti

Riceviamo e pubblichiamo la protesta da parte del Gruppo docenti del Coordinamento Siena No Greenpass. Il documento, sottoscritto da 55 insegnanti, verrà inviato ai Dirigenti Scolastici della provincia di Siena ed esprime il loro disappunto per le discriminazioni in atto nei confronti degli studenti che non sono dotati di green pass.

"Come insegnanti, accomunati principalmente dalla professione e dalla convinzione che la Costituzione sia ancora la pietra angolare della nostra nazione, vi proponiamo alcune considerazioni.

Senza dubbio più di un elemento non convince nel decreto-legge 2 febbraio 2022, relativo alle “Misure urgenti in materia di certificazioni verdi COVID-19 e per lo svolgimento delle attività nell’ambito del sistema educativo, scolastico e formativo”.

Insieme ai genitori riconosciamo che, in questi due anni, la didattica digitale abbia rappresentato un rimedio forse necessario ma indiscutibilmente transitorio contro il confinamento domestico. Resta inteso, dunque, come esso non incarni una seria alternativa alla didattica in presenza ma solo uno strumento funzionale a ricucire in modo abborracciato il dialogo educativo.

D’altra parte, lo stesso Presidente del Consiglio, nella conferenza stampa dello scorso 10 gennaio, ha sottolineato che la DAD è stata indispensabile in un periodo di emergenze drammatiche, ma ha aggiunto che essa “provoca delle disuguaglianze destinate a restare. Disuguaglianze tra giovani che stanno più tempo in DAD e quelli che stanno meno, tra Nord e Sud. Disuguaglianze che si riflettono poi su tutto il futuro della loro vita lavorativa…”.

Ebbene non nascondiamo la nostra indignazione a fronte della palese discriminazione prevista dal DL nel momento in cui esso separa alunni vaccinati o guariti dai non vaccinati.  Norma iniqua, lesiva dei diritti, vira nell’indecenza quando ricade su coloro che abitano con entusiasmo e innocenza la scuola primaria.

L’art. 3 della Costituzione afferma con forza il principio della pari dignità sociale e dell’eguaglianza davanti alla legge di tutti i cittadini. Di più, lo fonda materialmente nel tenace impegno dello Stato per la sua tangibile realizzazione, imponendo ai governi e a ciascun cittadino di rimuovere "gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Ogni discriminazione per sesso, per razza, lingua, opinioni politiche e condizioni sociali s’aborre e si vieta. Le condizioni di salute e le scelte sanitarie non fanno eccezione.

Controllare il green pass per poter accogliere o meno nella scuola dell'obbligo un alunno per noi è inaccettabile. Non vogliamo dire ai nostri alunni, né mai lo faremo, “Tu puoi stare a scuola perché hai un lasciapassare” contraddicendo quanto insegnato con tanta passione e convinzione: “La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi” (art. 34 Costituzione).

Per queste ragioni i nostri ragazzi, piccoli e grandi, non devono essere divisi tra tesserati e non tesserati, discriminando questi ultimi. Inoltre, rifiutiamo recisamente che essi stessi si riconoscano tra loro sulla base di un QR code, gli uni dalla parte “giusta” e gli altri da quella “sbagliata”, perché così non è. Questo però sta accadendo e questo accadrà se non s’assumono quali guide la sensibilità, il diritto e la Costituzione. L’attuale normativa, vieppiù, scarica sugli alunni non vaccinati della scuola primaria una scelta compiuta dalle loro famiglie, in coscienza e lecitamente, di cui non sono responsabili.
Non vogliamo sapere se sono o meno vaccinati, in effetti mai lo abbiamo saputo in passato. Evidentemente si sta surrettiziamente tentando l’estensione della gretta e germofobica legge Lorenzin nella scuola dell’obbligo sub specie di emarginazione casalinga. Ma a nessuno è mai stata imposta prima perché non immunizzato contro l’epatite, il morbillo, il meningococco o quant’altro la natura partorisca nel suo incedere. Ora dovrebbe accadere per un’incerta positività alla Covid? Tutti sono stati accolti, a tutti abbiamo insegnato col medesimo amore, con tutti abbiamo condiviso emozioni, sensazioni, parole e gesti. In breve, tutti noi siamo stati abbracciati come un sol corpo da ciò che si chiama vita.

La scuola è luogo in cui le diversità sono accettate e valorizzate ma all’unico scopo di favorire la crescita individuale e collettiva, di rimuovere gli ostacoli al pieno sviluppo della persona. Costringere una parte della classe a guardare uno schermo, anche se questa parte è in buona salute, non rimuove affatto gli ostacoli, li crea e, con essi, crea diseguaglianze.

Ci chiediamo dunque come il presidente del consiglio da un lato riconosca i nefasti effetti della “teledidattica” e dall’altro sforni l’ennesimo decreto controverso, che nell’attuale fase di remissione epidemica non ha alcuna ragion d’essere."

Gruppo docenti Coordinamento No Greenpass Siena 

 

 

 

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