SARA DA BUONCONVENTO, MEDICO NELL'INFERNO TURCO: "SALVATA UNA VITA"

News inserita il 09-02-2023 - Buonconvento

La dottoressa Montemerani ha raccontato a Montalcinonews.com il salvataggio da parte della task force dei pompieri Usar di un ragazzo di 23 anni sepolto dalle macerie 

Anche grazie alla sua professionalità una vita è stata salvata. La dottoressa Sara Montemerani di Buonconvento, medico del 118 ad Arezzo e responsabile sanitaria oltre che volontaria alla Misericordia di Torrenieri (paese dove è stimata e conosciuta da tutti), con la task force dei pompieri Usar, specializzati nella ricerca delle persone sotto le macerie, è riuscita a salvare un 23enne nell’inferno di Antiochia, Turchia, zona devastata dal terremoto. Sara, con gentilezza e sensibilità straordinarie, alle 4 del mattino, ha trovato la forza di raccontare a Montalcinonews.com una giornata che non dimenticherà. Nonostante le scosse continue, le difficoltà di comunicazione, la stanchezza, la emozioni forti, questa ragazza è orgogliosa di essere in prima linea, ripagata dalla gioia di vedere delle vite salvate. “Siamo ritornati ieri sera a mezzanotte – ha spiegato Montemerani a Montalcinonews.com - e ora siamo già pronti a ripartire, cerchiamo di darci i turni a sei ore per tentare di stare fuori al freddo il meno possibile. Il campo base dell’Usar Toscana-Lazio è allo stadio di Hatay. Ieri siamo intervenuti in una delle palazzine che ci avevano dato come target ed è stato un lavoro particolarmente intenso perché la squadra di cui facevo parte ha partecipato ad un intervento per un ragazzo di 23 anni rimasto sotto le macerie con quattro piani crollati addosso. C’è stato un grande lavoro dei vigili del fuoco perché per rimuovere le macerie e riuscire a scavare dei pertugi sufficienti per entrare e poi riuscire ad estrarlo non è stato semplice, ha richiesto più di 9 ore di lavoro. La squadra era veramente distrutta non solo per il lavoro fisico ma anche perché durante l’intervento ci sono state scosse di terremoto continue e quindi lavoravamo con margini di sicurezza che ci sono ma comunque sempre “sul chi va là” perché con le scosse stare sotto terra o sotto le macerie non è sicuramente la cosa più indicata. Vi dico che fa tanta paura. Il ragazzo, però, quando siamo arrivati stava bene, nel senso che era vigile, orientato, collaborante, l’avevano sentito i vicini urlare e quindi eravamo sicuri che stavamo andando su una vittima comunque vigile. Abbiamo mantenuto i contatti con lui durante tutto l’intervento dei vigili del fuoco, l’abbiamo sostenuto con alimenti, idratazione, siamo riusciti a fare una flebo ed a somministrargli diventi antidolorofici perché aveva un incarceramento totale di entrambi gli arti inferiori e non è quindi stato semplice. Ma quando siamo usciti - conclude Sara - il sorriso della mamma, dei familiari che sono sopravvissuti e di lui che dopo così tanto tempo è riuscito ad uscire vivo dalle macerie ha ripagato di tutti gli sforzi della giornata”.

 

 

 

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