PALIO, IL PAGELLONE DELLA CARRIERA DI PROVENZANO

News inserita il 03-07-2017 - Palio

Scompiglio da 110 e lode. Ottima prova per Brigante ed una discreta prestazione per Velluto, Salasso e Murtas.

Eccole le pagelle, uno strumento in teoria non applicabile ad una giostra nella quale solo uno vince e tutti gli altri si “purgano”, ma uno strumento che serve comunque a fotografare le prestazioni di quei fantini prezzolati ed assassini, diventati piano piano, ma inesorabilmente, dei professionisti del Campo, avendo fatto della passione un lavoro duro e finanche pericoloso, ma che permette loro di vivere dignitosamente fino alla soglia dei 50 anni, ed oltre, restando nel mito di una Festa che, se Dio vuole, trova sempre al suo interno la forza per emergere e liberarsi di lacci e laccioli imposti a volte da uomini che preposti a comandare non riescono ad amministrare il tesoro che si sono ritrovati fra le mani, scegliendo barberi assolutamente inadatti alla Piazza, scartando campioni veri e non assumendo le decisioni più opportune, lasciando la Piazza attonita.
In passato, ma in un altro Palio, abbiamo assistito a scene simili, a cavalli in preda ad improvvise crisi psichiche, ad invasioni della pista e abbandoni repentini del Verrocchio, ma al contempo ad assunzioni di responsabilità precise – vedi Barni, Mazzoni della Stella e Piccini – che sollevavano la discussione e le contestazioni, ma che non lasciavano mai la Piazza in balia dell'onda.
A Scompiglio centodieci e lode con stampa e bacio accademico. Una corsa perfetta su di una Sarbana ancora da limare. Fantastica la “ripresa” del barbero al primo San Martino, dopo una partenza dall'ottava posizione al fulmicotone che gli permette di prendere subito la testa.

E poi una corsa precisa senza scosse seguendo per filo e per segno il tracciato giusto, fino alla studiata e clamorosa semi rinserrata dell'Aquila al terzo San Martino. Tre perle e la consacrazione, contro tutto e tutti. E pensare che aveva, in partenza, solo due monte aperte dopo il favoloso cappotto nella Lupa dello scorso anno.
Otto pieno a Brigante. Il Sanna ottiene da Renalzos una prestazione che in pochi si aspettavano, forse nemmeno i Contradaioli dell'Aquila. Bravissimo a mettersi sulle tracce di Jonathan e bravo e deciso nel cercare sempre e comunque il viottolo che gli permettesse di togliersi la cuffia. Non è colpa sua se ha trovato sulla strada un fenomeno di soprannome Scompiglio.
Nessuno si meravigli ma il sette e mezzo che affibbio a Velluto non è assolutamente un regalo. Su Quasimodo, per me l'ultimo del lotto dei dieci, ha fatto una corsa brillante, prevedendo le mosse della Civetta, trovando poi la forza di giungere vicino ai primissimi. Bravo. Ripaga il Leocorno che lo ha ripescato da anni assurdi, relegato nel dimenticatoio da una Piazza che magari continua a dare fiducia a gente senza arte né parte. Lui è davvero un professionista. Pronto a vincere!
Tempesta, il figlio di Massimino Coghe, si merita un sette pieno. Eccellente l'uscita dai canapi, ma il novello Solo Tue si rivela ben presto tenero e con un motore al minimo. Ma lui, Andrea, all'esordio è da apprezzare e nel prossimo futuro da rivedere!
Un sei e mezzo a Grandine. Una mossa felice, un buon San Martino e un buon Casato. Poi Querida perde qualche colpo e si butta pericolosamente al bandierino del secondo San Martino. Peccato, ma il Murtas forse c'è.
Sei di stima sincera a Salasso. Resto convinto che Su Re non sia un fenomeno, anche se ha caratteristiche giuste per il Campo. Pronto e preciso. La forza e la potenza sono un paio di altre maniche. Lotta e sbattaglia. Bravo Ricceri e azzeccata la scelta del novello Capitano del Bruco.
Bellocchio naviga senza scintille in fondo al gruppo per un giro e mezzo. Può darsi che Mississippi non sia più il cavallo di sei anni fa ( una vita per un barbero...) ma a lui non posso che dare una insufficienza piena. Quattro e mezzo o cinque meno meno. Fate Voi.
Deludono su tutta la linea i “big”, o presunti tali. Tittia è di rincorsa e resta in fondo al gruppo. Mai un sussulto di orgoglio. Pari e patta con Brio, inconsistente e scialba la sua prova. Quattro a tutti e due, anche perchè battezzano cavalli non adatti o sopravvalutati. E i “professionisti” debbono anche saper scegliere e valutare.
Ingiudicabile ovviamente l'Imperatore messo out da un cavallo “impazzito”, ma gli riconosco che almeno Lui, prima di tutti, Capitano, Veterinari e Sindaco, aveva capito che mai e poi mai avrebbe potuto convincere Tornasol ad accettare i canapi. Giusta anche la scelta di restare a cavallo. Scendere non aveva, in quelle assurde condizioni, alcun senso.
Nove contrade al canape. Dispiace, ma a volte capita. Per incidenti, per inconvenienti fisici, ma anche mentali. E il Palio non si rimanda. Si accetta il destino. E basta.


ROBERTO MORROCCHI

 

 

 

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