PALIO E POLEMICA, LA RICHIESTA DEI CORRETTORI: "INTERPELLATI SULL'ICONOGRAFIA"

News inserita il 15-08-2018 - Palio

Il 10 agosto è stato presentato un Drappellone dai caratteri innovativi, portatore non solo della personale visione del Palio del pittore Charles Szymkowicz, ma anche frutto di una contaminazione tra la tradizione senese e l’eredità di un’avanguardia primo-novecentesca: l’Espressionismo. Questo fenomeno culturale si sviluppò nell’Europa centro-settentrionale, soprattutto in Germania, e pose al centro della sua concezione artistica l’espressione diretta e senza filtri della soggettività dell’artista mediante forti contrasti di colore e forme spigolose e disarmoniche, affrontando anche temi sociali della realtà storico-contemporanea. Non sono né la bravura tecnica, né lo studio delle proporzioni né l’attenzione al realismo della rappresentazione ad essere ricercati, ma i turbolenti moti dell’animo, volutamente enfatizzati in tutta la loro impulsività, disperazione e drammaticità.

Gli espressionisti volevano operare una rottura delle regole classiche e, come affermarono nel manifesto del 1906, conquistarsi «libertà d’azione e di vita» accogliendo nel loro gruppo coloro che seguissero unicamente «il loro impulso creativo». Tra i maggiori esponenti del movimento ci furono Ernst Ludwig Kirchner e Erich Heckel e tra le influenze le opere di colui che è considerato un precursore importante di tale corrente, Edvard Munch.

In seguito il successo spinse l’Espressionismo fuori dai confini della Germania fino a raggiungere, tra i paesi catturati dalle sue innovazioni, il Belgio. Lì, artisti come Gustave de Smet, Constant Permeke e Albert Servaes animavano il filone belga del movimento, il cui lascito è confluito, tra le molte influenze, nell’arte di Charles Szymkowicz, professore di disegno all’Accademia di Belle Arti di Charleroi, artista di fama internazionale e tra i maggiori neo-espressionisti operanti in Europa.

Durante la Processione dei Ceri e dei Censi di ieri è avvenuto un fatto insolito; l’arcivescovo di Siena Antonio Buoncristiani ha negato la benedizione del Drappellone dipinto da Szymkowicz per la carriera del 16 agosto.

"Io posso dirvi - ha affermato nel corso della cerimonia - che durante questi anni del mio vescovato, è la diciottesima volta che vivo questa celebrazione, è il momento più suggestivo, legato al passato ma anche con la fiducia per il presente, per il futuro. Perché la fede è qualcosa che si tramanda di generazione in generazione e tutto questo purtroppo è venuto meno ormai, da almeno cinquant’anni, perché le famiglie non sono state più in grado di trasmetterla e i giovani evidentemente hanno fatto fatica a conservarla. Un’implorazione, la nostra, che ora purtroppo, quest’anno non si potrà manifestare nella benedizione del Drappellone che, pur essendo una significativa opera artistica-moderna, non presenta i canoni della tradizionale immagine mariana, ma è solo un omaggio al popolo delle contrade che celebra nel Palio la sua identità. Questo non deve suonar strano perché la benedizione è riservata alle immagini religiose evidentemente. Ecco, però questo non significa che deve mancare e che può mancare la benedizione alla nostra città, la benedizione alle sue contrade perché veramente il Signore ci aiuti ad essere fedeli a quanto ci è stato trasmesso di generazione in generazione".

Nelle ultime ore è uscito un comunicato del Collegio dei Correttori che si è espresso sulla vicenda in questi termini:

"Il primo e più importante titolo che è stato attribuito alla Madonna è quello di Madre di Dio, perciò da secoli gli artisti la raffigurano con Gesù Cristo in braccio. Questa è la fede che da quasi due millenni il popolo senese si tramanda di generazione in generazione in ossequio alla tradizione e alle scritture. I senesi hanno un amore straordinario per il cavallo, una meravigliosa creatura di Dio. Sostituire Gesù Cristo con un cavallo significa però irridere sia la devozione dei senesi per la Madre di Dio che il loro rispetto per i cavalli. Negli ultimi vent’anni più volte i Correttori hanno chiesto al Comune di essere stabilmente interpellati per assicurare che l’iconografia del Palio fosse rispettosa dei valori secolari della festa. Siamo rimasti inascoltati e la triste conseguenza è che il Vescovo ha dovuto prendere una posizione clamorosa che speriamo convinca chi di dovere a rendersi conto che non siamo disponibili a lasciar stravolgere il patrimonio di fede che ci é stato lasciato da una storia ricchissima e gloriosa di santità senese e che trova una sua eccezionale espressione nella festa del Palio".

Che la Madonna rappresentata da Szymkowicz per la carriera del 16 agosto sia distante dalla tradizionale concezione, legata ad esempio ai volti della Maestà di Duccio di Buoninsegna e di Simone Martini o a quello della Madonna del Voto di Dietisalvi di Speme, è evidente. Quello che l’artista ha dipinto è coerente al suo percorso e gusto artistico e non è la prima volta nella storia del Drappellone che un pittore si distacca dalla canonica visione della Festa. Ciò che è scaturito dall’intera vicenda è una questione interessante e spinosa che prende in esame il diverbio tra tradizione e innovazione; più il presente si allontana dal periodo storico, culla temporale del Palio, più si accumulano i mutamenti sociali e culturali che possono rivoluzionare completamente il modo con cui viene visto e rappresentato un soggetto. Come può una festa che affonda le ossa nel passato porsi di fronte all’incedere delle epoche che si susseguono? Il Palio dovrà rimanere esclusivamente legato a ciò è stato tramandato oppure potrà anche incontrarsi con le innovazioni artistiche, diventando una materia che si trasforma nel tempo, rispecchiando il mutare dei costumi del proprio popolo?

Francesca Raffagnino

 

 

 

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