UN OMAGGIO ALL'ARTE DI CUSTODIRE I RICORDI: IL MASGALANO 2023 DEGLI ARCHIVISTI

News inserita il 26-06-2023 - Palio

Il laboratorio orafo "Il Galeone" ha realizzato l'opera

 

Il Masgalano per i Palii del 2023 è un bellissimo bacile d’argento realizzato dal Laboratorio orafo “Il Galeone” di Siena che, nella forma, ripercorre la tradizione senese. Con dettagli in terracotta ed elementi in rame omaggia l’arte del saper custodire e conservare i ricordi. Le tracce, gli scritti del passato.

Una chiara quanto potente dedica al lavoro degli Archivisti delle 17 Contrade che hanno offerto l’opera.

E, proprio a simboleggiare l’importanza di non dimenticare, in primo piano, da una base in terracotta, emerge un libro dalla copertina in rame e le pagine in argento. Su quella di destra una citazione di Cicerone: la memoria è tesoro e custode di tutte le cose, mentre sull’altra una rappresentazione della città ripresa dall’affresco di Sano di Pietro, presente nella Sala delle Lupe a Palazzo Pubblico, eseguito nel 1446 e raffigurante San Pietro Alessandrino, tra i beati Ambrogio Sansedoni e Andrea Gallerani, che regge Siena.

Accanto al volume una penna d’oca, così da rimarcare la rilevanza della scrittura e dei suoi custodi: gli archivisti.

Nell’uso della terracotta il richiamo al colore del tufo dove, infatti, è facile riconoscere l’impronta che lasciano i cavalli durante la corsa.

Frammenti di memoria. Frammenti di storia racchiusi nella preziosità dell’argento, dal quale emergono, a mo’ di cornice, gli stemmi ridisegnati e abilmente cesellati delle 17 Contrade. Una raffinata proposizione del bestiario senese. Questa la cifra stilistica degli artigiani-artisti del laboratorio “Il Galeone”.

In alto gli emblemi, placcati in oro, del Magistrato delle Contrade, del Comune di Siena e del Comitato Amici del Palio.

Voltando il Masgalano ecco la raffigurazione dei 9 spicchi che compongono Piazza del Campo, 4 in terracotta e 5 in argento. Un ulteriore elemento decorativo ad arricchire questo premio che andrà alla migliore comparsa che si distinguerà, per eleganza, dignità di portamento e coordinazione durante la sfilata nel Corteo Storico del Palio del 2 luglio e 16 agosto 2023.

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

La presentazione degli archivisti delle 17 contrade

Buonasera Signor Sindaco, buonasera agli Onorandi Priori, a tutte le autorità presenti e a tutti i senesi che stasera rinnovano la loro grande Festa.

Finalmente! Finalmente siamo qui , finalmente siamo riusciti ad arrivare a questo momento atteso da tanti anni, fin dal Febbraio del 2016, finalmente riusciamo a donare a Siena e alle sue contrade il nostro Masgalano.

E’ stata un’attesa lunga, davvero tanto lunga, anni che ci hanno visto sempre determinati però a raggiungere il nostro scopo, supportati di continuo dai nostri Priori, a cui voglio dire un forte “ Grazie!”.

Quest’idea è nata quasi per gioco in una fredda serata d’inverno durante una chiacchierata tra gli Archivisti delle 17 consorelle.

“Archivisti per passione, amici per scelta”, questo è stato il motto che ci ha animato fin dall’inizio, da quando cioè, andando dietro alle frequenti istanze dell’allora Decano degli Archivisti Francesco Fusi della Torre e con l’aiuto informatico di Giacomo Cancelli ( in quegli anni Archivista della Nobil contrada dell’Oca) , tutti insieme abbiamo dato vita al quarto Quaderno del Magistrato su “ I sonetti delle Vittorie negli Archivi di Contrada”.

Un lavoro meticoloso che ha prodotto un libro che è risultato essere la sintesi perfetta fra le parole scritte e la moderna tecnologia, un progetto di grande precisione portato avanti da tutti con impegno ma anche con la gioia di incontrarsi e collaborare , di condividere quello per cui le nostre contrade ci hanno chiamato a lavorare.

Perché gli Archivisti per l’appunto, si occupano degli Archivi, quel patrimonio storico che ci permette anche oggi, in un’epoca in cui la carta stampata è sempre meno importante, di conservare, cercare, trovare, fare scoperte, studiare ciò che ci è stato lasciato in eredità.

Il gruppo degli Archivisti delle 17 Consorelle nasce proprio con l’ottica di aiutarsi a condividere i progetti, fermo restando la propria peculiarità e caratteristiche.

Perché se è vero che l’Archivista è quella persona che in Contrada trovi china per ore a leggere vecchi verbali di Assemblee di secoli fa dove viene descritto un mondo tanto diverso da quello attuale, è altrettanto evidente quanto è bello condividere queste informazioni con coloro che con te condividono questa passione.

Si fa presto a parlare di verbali, e storie, ma se ci si pensa un attimo, quella che oggi è una email, 50 anni fa era un invito scritto a mano ed inviato in buste di carta patinata e color paglierino, quello che oggi è il replay su Youtube del Palio era una descrizione minuziosa riportata con bella calligrafia su un librone rilegato a mano, mentre l’attuale Rid su un conto corrente bancario era il soldo di un ciabattino per l’acquisto di un bandierone o per il restauro di un tabernacolo che acquisiva nei libri contabili la stessa dignità dell’offerta del ricco Capitano o del Priore.

Ma l’Archivista di Contrada fa questo: cerca descrizioni di eventi nascosti in qualche piccola raccolta dimenticata in vecchi armadi, setaccia le cronache per un ricordo di un accaduto, meglio ancora se sconosciuto o andato dimenticato con il passare degli anni.

Questi siamo noi, gente che ama leggere, studiare e confrontare antiche scritture con moderni testi, a cui riesce facile entusiasmarsi leggendo le parole scritte su una dedica ai protettori in occasione del giro del Santo Patrono di tanti anni fa , gente che ama lavorare nel silenzio delle proprie stanze completamente rapita da appassionanti letture di antichi manoscritti.

Direte “questi sono matti!” ma la passione produce anche questo!

Prima di concludere, però, è doveroso fare un po’ di cronistoria su come siamo arrivati qui:

Nel 2015 oltre ai consueti ottimi rapporti istituzionali tra noi abbiamo cominciato quindi a collaborare grazie anche alla conoscenza personale che pian piano si è trasformata in grande amicizia, un sentimento schietto e sincero, forte e saldo che ci ha permesso in questi anni di raggiungere obbiettivi che mai prima d’ora erano stati raggiunti.

Nel 2019, come ho detto, esce il “Quaderno del magistrato su “ I sonetti delle Vittorie negli Archivi di Contrada”, un lavoro auspicato e iniziato con il Rettore del Magistrato di allora Nicoletta Fabio (il nostro Sindaco attuale con cui vorremmo continuare questo bel rapporto di stima e collaborazione) e terminato con il rettore Pierluigi Millozzi.

Nel frattempo portavamo avanti l’ambizioso progetto , poi realizzato, di un ciclo di 3 conferenze che hanno visto la partecipazione di tantissimi contradaioli e non, gentilmente ospitati dalle Direttrici De Gramatica e Cardinali nella sala conferenze dell’Archivio di Stato di Siena , sempre stracolmo di gente in tali occasioni.

Giovanni Mazzini (archivista della contrada della Tartuca) nel 2018 ci parlò di “Origini storiche del Palio delle Contrade fino al primo Palio alla tonda”;

Armando Santini (archivista della contrada capitana dell’Onda) nel 2019 tenne un conferenza sul tema “Le regole della Festa – Dalle prime carriere al Palio moderno” ;

e dopo il forzato stop dovuto alla pandemia, Margherita Anselmi Zondadari (ex archivista della contrada della Selva) nel 2023 ha concluso questo ciclo parlando del “Corteo storico tra 800 e 900”.

Tre temi che hanno aperto nuove prospettive sia nello studio di questi argomenti a noi tutti tanto cari, sia nel rapporto fra gli archivi di Contrada e l’intera città. Uno sforzo organizzativo enorme per un gruppo come il nostro di gente che si affacciava alla ribalta della vita cittadina in punta di piedi e per la prima volta.

E in questi anni con quanta gioia abbiamo partecipato in massa alle presentazioni di libri, di mostre che hanno visto impegnate le nostre Contrade nel mantenere alta la cultura e lo studio nella nostra città!

Finalmente stasera, in questo Entrone pieno di gente, essere arrivati a questo momento tanto atteso è un’emozione difficile da sintetizzare ma eccoci qua, tutti insieme come una sola persona, uniti come sempre e onorati di scrivere una pagina della storia di Siena.

Ma perché abbiamo voluto donare il Masgalano?

Noi siamo gente un po’ all’antica, ci piace un’opera tangibile, ci piacciono i ricordi messi per iscritto, le copertine di pelle indurite dagli anni, ci piace la carta che fruscia e il suo profumo, vogliamo sentire il peso di un oggetto e un’ idea che si realizza come il poter offrire alla città il nostro Masgalano è un sogno che si concretizza e diviene parte della nostra Storia, la Storia della nostra città, della nostra gente, la Storia del nostro passato che diviene il nostro futuro.

Questa volta siamo noi ad affidare la memoria di una parte della nostra vita e del nostro percorso alla Storia di Siena e di questo siamo orgogliosi ed estremamente contenti.

Se c’è una cosa di cui siamo certi è che questo Masgalano, il nostro, sarà conservato dalla contrada che lo vincerà con lo stesso amore, dedizione e cura con cui noi archivisti delle 17 consorelle conserviamo tutto ciò che riguarda la nostra storia, la nostra città, le nostre amate contrade.

In questo splendido piatto abbiamo voluto che fosse cesellato tutto l’amore, la determinazione, il desiderio di studiare il passato per aprirsi al futuro, la nostra consapevolezza di ricoprire un incarico fondamentale in ognuna delle 17 consorelle : quello dell’ Archivista di Contrada. Grazie!

Costanza Bianciardi Fedi, in nome degli Archivisti delle 17 consorelle

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Riccardo Manganelli presenta il Masgalano 2023

"È un grande onore presentare alla città il masgalano offerto dagli archivisti delle diciassette contrade, che ringrazio tutti di cuore: è per me stato un privilegio aver condiviso assieme a loro questa impresa.

La realizzazione dell’opera è stata affidata alla bottega orafa Il Galeone di Siena, che nel contesto di un libero concorso indetto dagli archivisti ha saputo interpretare al meglio i gusti della committenza.

Il Galeone nasce nel 1998 grazie all’unione di Giovanna e Federico, entrambi orafi.

Giovanna è un artista che proviene dalla scuola di scultura, e già all’età di sedici anni frequenta il laboratorio del maestro Passerini a Siena, dove si forma professionalmente e grazie all’incoraggiamento del proprio maestro inizia la propria attività professionale, partecipando con i suoi lavori a fiere ed eventi internazionali, dove incontra Federico, con cui condivide la passione per l’oreficeria, e con cui inizia una collaborazione che li porterà ad aprire un vero e proprio laboratorio bottega nel centro storico di Siena.

Dal 2004 entra a far parte del Galeone anche Caterina, una delle più promettenti allieve del corso di oreficeria all’Istituto d’arte di Siena, diretto da Giovanna.

Il continuo studio di nuove forme, la ricerca di nuovi strumenti di lavoro, accompagnata all’uso delle tecniche tradizionali, hanno permesso nel tempo al Galeone di farsi conoscere alle mostre artigiane nazionali ed internazionali, così che nel 2015, Giovanna e Federico ricevono dalla regione Toscana l’attestato di Maestri artigiani; in seguito, nel 2018, l’Osservatorio dei Mestieri d’Arte (OMA) riconosce il Galeone nelle eccellenze artigiane italiane.

Si deve essere grati a tutte questi professionisti, che mediante le loro botteghe, con estro e capacità, permettono di tenere vive quelle conoscenze artistiche e professionali che hanno da sempre costituito un vanto per Siena.

Modellare il metallo, nel caso specifico l’argento, richiede pazienza, forza ed anche dolcezza nel manovrare gli strumenti che permettono di creare l’oggetto d’arte, il quale - tengo a dirlo- : è realizzato interamente a mano, senza fusione.

L’approccio ad un opera come il drappellone o il masgalano, non è scontato per un artista moderno, perché deve ideologicamente seguire i presupposti dell’arte tradizionale: infatti l’oggetto che dovrà realizzare possiede già una cornice simbolica efficace, è un premio ambito dalle contrade, e questo conferisce di per sé un valore all’opera stessa a prescindere dall’aspetto artistico.

Il compito dell’artista è quindi quello di riempire la “cornice” con un oggetto bello: egli deve avere la capacità di innalzare un oggetto comune alla dignità del contesto che rappresenta.

Più la cornice ideale è bella più il compito dell’artista diventa arduo.

(e nel caso nostro la cornice è immensamente bella!)

Gli artisti del Galeone hanno materializzano questa ideale cornice mediante il bacile in argento, che costituisce la base fisica e concettuale dell’opera, formata da un piatto in argento sbalzato a mano, sul cui bordo sono rappresentate, su disegno originale, le diciassette contrade con la propria impresa, realizzate in argento con le tecniche del traforo, cesello, saldatura a fiamma e brunitura, disposte in ordine alfabetico in senso orario (quello della corsa del palio).

Cimentarsi nella creazione di un bestiario originale delle contrade è qualcosa di gratificante e complesso allo stesso tempo, perché un artista si misura con araldiche antiche, che si sono raffinate nel corso di oltre cinquecento anni.

Non sono banali stemmi, ma sono dei talismani totemici che proteggono i propri popoli.

Nel bordo superiore infine si trovano, in apologetica protezione delle consorelle, rappresentati gli stemmi del Comune di Siena, del Magistrato delle contrade e del Comitato amici del palio impreziositi da una bordatura in oro a 18 carati.

Il cuore del bacile è riempito di elementi che rimandano al fondamentale ruolo degli archivisti, che è quello di conservare e tramandare le nostre memorie.

Sulla parte sinistra si trova un libro aperto in argento, ad altorilievo realizzato con la tecnica dello sbalzo, in una pagina del quale è rappresentata, incisa a mano con bulino e fresa, la vista di Siena, ripresa da una raffigurazione pittorica di Sano di Pietro, mentre nell’altra pagina è riportata la frase tratta dal De Oratione di Marco Tullio Cicerone : “La memoria è tesoro e custode di tutte le cose”.

Il libro è completato da una copertina in rame sapientemente patinata.

La memoria e la sua conservazione, sono il tema che sta alla base di questo masgalano, e sono anche il senso stesso di un archivio di contrada, perché è davvero difficile immaginare il futuro per le nostre contrade senza una memoria.

A fianco del libro si trova una penna d’oca, strumento iconografico che completa il rimando al lavoro svolto dagli archivisti, eseguita anche questa in argento e modellata con la tecnica del traforo, sbalzo, cesello, saldatura a fiamma e brunitura finale.

Gli elementi appena descritti che emergono nel centro del bacile, sono adagiati in un letto di tufo che porta le tracce degli zoccoli, a testimoniare l’avvenuto passaggio dei barberi, realizzato in terracotta, modellata e stratificata.

La terracotta rappresenta nel panorama artistico odierno un medium potente e funzionale al linguaggio espressivo contemporaneo, ingloba in sé i quattro elementi fondamentali di tutte le cosmogonie: la terra, madre generatrice delle nostre radici, l’acqua nutrice che la plasma, l’aria che la consolida ed il fuoco che la purifica rendendola eterna.

La Sapienza messa dagli artisti del Galeone nell’uso dei materiali e la loro capacità di modellarli, riescono quindi a trasmettere in maniera immediata, a chiunque osservi l’opera, il valore che gli archivi hanno per le nostre contrade.

È un masgalano di facile lettura per un senese, anche se intriso di simbolismo e carico di significato; nessun elemento che compone l’opera è casuale, ed ognuno di questi occupa un preciso posto ed un preciso significato.

L’opera prende origine dal concetto classico del bacile in argento e si sviluppa in una chiave moderna inserendo l’elemento della terracotta da cui emergono gli strumenti della memoria e della sua conservazione.

E sta proprio in questo la chiave di lettura: conservare e proteggere la tradizione, senza aver timore di usare i nuovi strumenti che ci mette a disposizione la tecnologia, non usiamo più la penna d’oca ma tablet e pc che ci permettono di salvaguardare e proteggere la nostra storia con ancora più precisione ed attenzione.

Avere cura del passato significa prendere coscienza del futuro".

 

 

 

Galleria Fotografica

Web tv