STORIA DEL PALIO: LE CARRIERE ALLA TONDA

News inserita il 24-06-2016 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Le tappe, dalla nascita all’istituzionalizzazione, delle corse di cavalli in Piazza.

 


Possiamo considerare il 1605 come data fondamentale per l’avvento delle carriere alla tonda nel Campo. In quell’anno infatti fu eletto al soglio pontificio Papa Paolo V della famiglia senese dei Borghesi. Per festeggiare l’evento venne organizzata una bufalata in Piazza del Campo.

La corsa riscosse il gradimento del popolo, tant’è che i deputati per le festività dell’Assunta scrissero al segretario granducale Lorenzo Usimbardi, chiedendo di poter effettuare un Palio alla tonda al posto della consueta carriera alla lunga del 15 agosto. I firmatari della lettera sostenevano come nelle carriere alla lunga, gli spettatori potessero godere solo parzialmente dello spettacolo, in quanto i cavalli ad un certo punto scomparivano alla loro vista, mentre quello alla tonda poteva essere seguito per intero dai presenti. Usimbardi rimise la decisione alla Balia, “purché non si ammazzi gente”. Tuttavia non c’è traccia nei documenti di corse alla tonda disputate in quel preciso anno. Occorrerà attendere quasi un ventennio per trovare il primo Palio corso nel Campo. Gli effetti dell’epidemia di peste del 1630 si fecero sentire anche a Siena e nel 1631, stante il divieto di circolazione degli animali, fu annullato il tradizionale Palio alla lunga dell’Assunta e venne sostituito con una bufalata. La stessa cosa accadde l’anno successivo. Nel 1633, temendo di non poter correre nuovamente il Palio, venne fatto un sondaggio popolare per individuare un eventuale spettacolo alternativo. Il popolo a maggioranza scelse il Palio alla tonda con i cavalli. Il 15 agosto 1633 fu pertanto effettuata la prima carriera alla tonda di cui si abbia notizia e fu vinta dalla Tartuca. Altri Palii alla tonda furono svolti nel 1641, al ritorno del Principe Matias dei Medici dalla Guerra dei Trent’anni, nel 1643, per l’onomastico del già citato Principe, nel ’48 e nel ’55.

Nel 1656, i signori che organizzavano le feste per la Madonna di Provenzano, che si festeggiava nel giorno della Visitazione di Maria SS, decisero di far correre un Palio il 2 luglio. La corsa fu vinta dalla Torre, ed in un documento riassuntivo si obbligavano i signori delle feste ad organizzare in futuro un Palio ogni 2 luglio, al termine del quale la contrada vincitrice si sarebbe dovuta recare alla chiesa di Provenzano per cantare l’inno di ringraziamento. Fu istituito così il Palio di luglio in onore appunto della Vergine di Provenzano, che dal 1659 passò sotto l’egida totale della Biccherna, che nel 1660 ordinava ai camerlenghi dei comunelli delle masse di portare la terra per allestire la Piazza per la corsa di luglio, mentre nel 1671 si intimarono le contrade di non disturbare la corsa dei cavalli per garantirne il regolare svolgimento. Infine nel 1682 fu stabilito che le contrade che avessero voluto partecipare alla carriera di luglio, avevano come termine ultimo per la loro iscrizione il 20 giugno, pena la non ammissione.

Il giorno dell’Assunta proseguirono le corse alla lunga, alle quali, come è noto non prendevano parte le contrade, ma erano riservate ai cavalli della nobiltà. Nel 1689 l’Istrice, vincitore del Palio di Provenzano,decise di ricorrere a proprie spese il Palio di agosto in Piazza, stessa cosa accadde nel 1702 su iniziativa dell’Oca. La “ricorsa”fu spesso ripetuta negli anni a seguire e, se non provvedevano all’organizzazione le contrade vincitrici della carriera di Provenzano, ci pensavano altre contrade o istituzioni cittadine varie. Nel 1802 la comunità civica si fece interamente carico delle spese, rendendo così definitivo il Palio alla tonda di Agosto. Tutto ciò anche per eliminare il ricorso alla questua, praticato dagli organizzatori per raccogliere fondi necessari, che spesso risultava troppo gravoso per i cittadini ed anche per i forestieri. Nel 1805 i capitani delle contrade inviarono una lettera alle istituzioni con la quale si chiedeva di utilizzare, anche per il Palio d’agosto, lo stesso meccanismo di partecipazione già usato per il Palio di luglio, facendo correre d’obbligo le contrade che non avevano disputato la carriera dell’agosto precedente. Per tutto il XVIII secolo infatti il Palio di agosto venne considerato alla stregua di una carriera straordinaria e pertanto furono sempre estratte a sorte tutte e dieci le contrade. La stessa cosa accadde nel 1802, mentre nel 1803 non si corse il Palio dell’Assunta a causa della morte di Ludovico I d’Etruria. Nel 1804 il Palio di mezz’agosto fu corso alla presenza di Maria Luisa di Spagna, che rimase entusiasta dello spettacolo e chiese di rivederlo. Ne fu organizzato un altro il 20 agosto, poco prima della sua partenza. Siccome i tempi erano stretti per definire le partecipazioni delle contrade, per le quali era richiesto il parere delle assemblee, fu deciso di far ricorrere le stesse contrade utilizzando gli stessi cavalli e fantini. I capitani delle 7 contrade che rimasero escluse per due volte consecutive in pochi giorni protestarono e l’anno successivo fu avanzata questa richiesta che venne accolta. Così anche per la carriera di agosto si iniziò con l’avvicendamento delle contrade, che per il Palio di luglio era già in vigore dal 1721, anno di emanazione dello storico bando di Violante di Baviera che disciplinava lo svolgimento carriere alla tonda, di cui parleremo prossimamente.

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 

 

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