STORIA DEL PALIO: IL 1896

News inserita il 21-07-2016 - Palio - Rubrica Storia del Palio


Il racconto di un’annata atipica con quattro carriere disputate.

 

 

Il 1896 fu un’annata particolare per Siena, infatti si disputarono ben 4 carriere tra il 2 luglio ed il 23 settembre. La prima in ordine di tempo fu quella di Provenzano. Partì in testa dai canapi la Chiocciola, mentre la favorita Torre rimase ferma nerbata fortemente dall’Onda, ma il suo cavallo era talmente superiore al resto della compagnia che al terzo Casato, dopo una gran rimonta, infilò in un  colpo Chiocciola e Civetta, venendo a vincere.

Fantino vittorioso fuDomenico Fradiacono detto Scansino.

Il 16 agosto fu disputato il palio straordinario per omaggiare il passaggio da Siena dell’ VIII Corpo d’Armata, mentre la carriera ordinaria fu spostata al 25 agosto. La Torre, nuovamente in Campo, sfiorò il cappotto in quanto il suo fantino Ansano Giovannelli detto Ansanello, mantenne la testa fino all’ultimo Casato. A quel punto Ansanello, evidentemente venduto, fece passare l’acerrima rivale Oca che però fu superata all’ultimo tuffo dalBruco che si aggiudicò il Palio con il fantino Fiammifero. Il dopo Palio di Ansanello non fu semplice. Rincorso dai torraioli che organizzarono una vera a propria caccia all’uomo, prima si rifugiò tra la forza pubblica, poi scappò in San Marco. Ma i chiocciolini non gradirono la sua presenza e lo “spedirono” nel Bruco. Ma anche qui non era al sicuro e fu condotto per precauzione nella vicina caserma di carabinieri. Questi, a notte fonda lo scortarono fino alconvento dell’Osservanza. Famosa restò la frase del Padre guardiano che aprì la porta e che rivolgendosi al superiore esclamò con sorpresa disse vedendo Ansanello: “c’è un uomo vestito di ceralacca che chiede di dormire”. Per vendicarsi dell’accaduto, la Torre chiese ed ottenne la squalifica per il fantino.

Dopo la delusione del Palio del 16, la Torre voleva fortemente i cappotto, tant’è che per la carriera straordinaria del 25 agosto la dirigenza operò alacremente: un mangino di Salicotto, chiese al suo fantinoScansino di avvicinare Genesio, fantino della Civetta, considerato il rivale più ostico. A Genesio furono offerte 800 lire a vendersi, che il mangino avrebbe depositato presso l’osteria del Porrione. Bastava un cenno durante la Passeggiata storica e l’accordo era fatto. Il cenno arrivò ed il mangino scese dal palco imboccando il Porrione. La Civetta partì prima ma quando vide arrivare la Torre, Genesio nulla fece per ostacolarla, favorendo così il cappotto torraiolo. Nella nottata Genesio si recò all’osteria del Porrione dove, con sommo stupore e, probabilmente, con tante imprecazioni, apprese che per lui non era stato depositato nulla, in quanto il mangino era entrato solo per bere un gotto. Sappiamo per certo che l’unica cosa che Genesio riscosse in quel Palio fu una bella serie di manate dai civettini, inferociti per il tradimento.

L’ultima carriera del 1896 fu lo straordinario del 22 settembre, corso per onorare l’inaugurazione del monumento a Garibaldi alla Lizza. Il Palio fu rinviato al giorno 23 a causa della pioggia ed il Municipio decise di far disputare la corsa alle ore 13, sia perché il tempo rimaneva minaccioso, ma anche per far godere dell’intero spettacolo ai forestieri che così riuscendo a prendere l’ultimo treno del giorno, potevano usufruire del biglietto andata/ritorno. Per la cronaca quel Palio fu vinto dall’Istrice con Febo montato da Montieri.

Davide Donnini

Foto tratta da: www.ilpalio.org


 

 

 

 

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