SIENA, LE STUPENDE SAGRE DEL PASSATO: ORA DI QUEL CHE MANCA C'È TUTTO

News inserita il 10-02-2022 - Attualità Siena

Il ricordo di quella che era banale routine adesso appare dolce come il miele

Ah, quelle stupende sagre che ridondavano le campagne senesi di folclore e cibo, tra spinte, botte e lunghe file come alla posta, con tanto di annuncio al megafono: “serviamo il numero tot!”.

Quelle sportellate automobilistiche per accaparrarsi l'ultimo posto disponibile: “Eh no, scusi, l'ho visto prima io !”

Quelle mamme indaffarate che facevano urinare il piccoletto prima che si addentrasse nella giungla di una sagra qualunque di un cinghiale qualunque, purché non dovesse far girare le scatole una volta che l'orgia di cibo unto devastasse gli stomaci e gli intestini.

Quei fritti dagli aromi inebrianti, nasi e olfatti, odorati sopraffini che seguivano scie di cibo cosmico che si scioglieva nell'etere.

Cosa ne era di quei poveri maiali neri con la cintura rosa nel mezzo? Una cinta senese dichiarata ma ben rara dall'essere utilizzata!

Gastronomie di contrada con costolecci come se non ci fosse un domani, vassoi nelle reni all'avversario che ti si poneva davanti in fila indiana, pezzi di pane da catturare come fossimo sopravvissuti ad una carestia, salsicce colanti di sugna, cotte o meno non faceva differenza tanto erano da trangugiare con avidità, bistecche al sangue dalle forme indistinguibili. E poi canti, berci e salivazione azzerata.

Allora vino! Tanto vino! Insieme a pezzi di cocomero che roteavano nell'aria accompagnati dal lancio di semi.

E dopo aver ruttato come Fantozzi, sfruttando pure l'eco delle valli, tutti a ballare a mezzanote con le discoteche a cielo aperto! Si contavano le stelle e le bottiglie di birra, gente di contrada e stranieri incastrati dall'ospitalità senese, quando una pizza alle due di notte non era una rarità ma un'abitudine consolidata.

Adesso ha lo stesso sapore un bicchiere di vino?

Adesso ha lo stesso valore il tempo che passa?

Vedere l'aggregazione come un miraggio è un processo cognitivo normale?

Quale devastazione psichica ha percorso l'essere umano in due anni di carcerazione virtuale?

Il ricordo di quella che era banale routine adesso appare dolce come il miele. No, amici, non è nostalgia ma poesia dei tempi trascorsi nella “GRANDE BELLEZZA” di cui non ci rendevamo conto.

Non è neanche “AMARCORD” perché nelle menti più ottimiste il bello ritornerà e ci investirà di quel fascino delle cose normali, quelle cose che avendole sotto il naso non si consideravano strabilianti ma ammantavano la vita con ritmi cadenzati da un senso...il senso della vita!!!

Per adesso...di quel che manca c'è proprio tutto!

Simone Benvenuti

 

 

 

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