Il comitato del No (Asciano-Rapolano) torna all'attacco.
"Siamo pronti per il referendum: le urne chiariranno in maniera definitiva che i cittadini non vogliono questa fusione e che la proposta di legge che la promuove è vuota, inconsistente e insostenibile. Dopo le 1600 firme per fermare la legge, al referendum la fusione sarà bocciata dai No della popolazione rapolanese e serrigiana: solo così si potrà chiudere la faccenda e, finalmente, pensare al futuro". E’ questa la posizione del Comitato alla No alla Fusione dei comuni di Rapolano Terme e Asciano alla vigilia del voto, in Consiglio regionale, della proposta di legge di fusione.
"Come sempre abbiamo fatto - aggiunge il Comitato - faremo esprimere i nostri concittadini. Il loro voto e la vittoria del No sanciranno una volta per tutte la fine di una vicenda assurda e paradossale. Le lacerazioni create dalla proposta di legge sono sotto gli occhi di tutti: basti vedere le faide partitiche e politiche che si sono accese all’interno dei due territori e che avranno necessariamente conseguenze con pesanti strascichi. A tutto questo si aggiunga la miope dicitura del nome del nuovo comune, “Crete Senesi”, che ha generato numerosi conflitti in ambito istituzionale con i territori circostanti: la possibilità di volerlo cambiare dopo il voto è una presa in giro agli elettori. Tutti presupposti che denotano in maniera chiara e netta le lacune di un progetto concepito male da una ristretta élite politica, guidata per sua stessa ammissione dal sindaco di Asciano, e portato avanti addirittura peggio da chi vuole cavalcare la vicenda per meri scopi elettorali, mentendo ai cittadini e spacciando l’operazione come d’iniziativa popolare.
Dopo settimane di incontri con i cittadini, il Comitato del No ha ricevuto feedback positivi e incoraggianti. In un solo mese, quasi 1600 rapolanesi hanno chiesto di fermare la fusione, molti dei quali erano tra i poco più di 1300 che tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018 avevano firmato per il referendum. Dopo essere stati tenuti all’oscuro della proposta di legge, una volta coinvolti ed entrati nel merito dei contenuti, i cittadini hanno risposto chiedendo alla Regione Toscana, con una petizione, di fermare il progetto di fusione. Per questo, come Comitato, chiediamo alla Regione Toscana di rispettare la volontà dei singoli territori: visto che sarà referendum consultivo, si dovrà procedere all’operazione solo se verrà raggiunto il quorum in entrambi i comuni.
Il Comitato per il No alla fusione continuerà nella sua azione informativa, coinvolgendo direttamente la cittadinanza, aprendosi al confronto e ricacciando indietro le accuse mosse dai promotori della fusione, sempre nascosti dietro i loro steccati partitici (ancor prima che ideologici o politici). Compatto, con un fronte unico, trasversale e trans-generazionale, il Comitato del No terrà la barra dritta, portando avanti le istanze dei concittadini in una battaglia civica da cui dipende il futuro del nostro territorio".