PALIO, PARTITA A QUATTRO: HANNO VINTO I PIÙ FORTI

News inserita il 03-07-2016 - Palio

La Lupa in Festa (fotogallery Simone Gori).

 

 

Un Palio straordinariamente bello e combattuto. Una vittoria strepitosa della Lupa che torna al successo dopo 27 anni passando la cuffia all'Aquila ferma al 1992 di Aceto e Galleggiante.

Un Palio giostrato alla grande dal Nicchio con la femmina Quadrivia ben sostenuta dal Tittia. Ma dietro spingevano alla grande il Drago con il forte Phatos e un Bruschelli quanto mai determinato.

In terza ruota si era portata Preziosa Penelope, un'altra femmina veloce e prepotente che Jonathan Bartoletti era riuscito con astuzia e bravura a mettere sulle orme dei primi, sfuggendo con furbizia alle attenzioni dell'Istrice che, per la verità, dopo le schermaglie del primo quarto d'ora ha mollato stranamente la presa. Ingenuamente come può essere ingenuo un fantino alle prime armi sul Campo.

Gingillo nell'Oca dimostrava con  i fatti di essere uscito dal porto delle nebbie e portava alla grande il suo Porto Alabe.

Insomma il Palio se lo sono combattuto e giocato queste quattro Contrade, ma quando Quadrivia ha perso un mezzo tempo di galoppo e Preziosa Penelope, a velocità doppia, è stata condotto da Scompiglio all'interno di Nicchio e Drago si è capito che la Lupa avrebbe messo le mani sul cencio.

Quadrivia si spengeva definitivamente e l'Oca soffiava la seconda piazza al Drago.

E bravo il Priorcapitano, Gragnoli, che ha centrato subito il  risultato tanto atteso dal popolo di Vallerozzi. Ci vuole un pizzico di fortuna per vincere il Palio: bisogna "pescare" Preziosa Penelope, lasciando alla Chiocciola l'oscuro Raktou e ci vuole poi il coraggio e la grinta del Bartoletti per impegnare la femmina baia di otto anni in un terzo giro al fulmicotone. A me ha ricordato un altro celebre sorpasso, e sempre si trattava della Lupa – Tristezza e Panezio – nei confronti del Drago, o si poteva richiamare alla mente il Choci della Pantera ai danni dell'Aquila, ma in questi casi la partita era a  due e non a quattro.

Insomma hanno vinto i più forti. Le chiacchiere che come sempre continuano a parlare di dieci Contrade in grado di vincere si sono rivelate, appunto, delle chiacchiere.

Noi abbiamo puntato da subito sulla Lupa, sul Drago, sul Nicchio e sull'Oca, infilando nel mazzo anche lo Smeraldo dell'Istrice. Abbiamo detto, senza fumosità, che Preziosa Penelope era la più forte, con una testa sulla svelta Quadrivia, sul potente Phatos de Ozieri e sull'esperto Porto Alabe che nell'Oca avrebbe trovato una superstalla. Avevamo inserito fra i migliori anche Smeraldo Nulese, ma alla prova dei fatti la quinta moneta è andata al vecchio Mocambo che sa partire e correre degnamente, soprattutto se montato da un fantino esperto come il Pusceddu.

L'ultima parola è per il mossiere. Bravo, bravissimo, paziente e giustamente decisionista. L'avevano già bollato come inadatto dopo le batterie del 29 giugno. Lui è andato avanti per la sua strada e ha convinto tutti. Bisogna essere contenti, perchè il Magni ci può dare tranquillità per qualche anno.

Ma ora tutti i fari debbono essere puntati sulla Lupa che rivede le stelle dopo tanti anni bui, costellati da diversi successi della rivale.

Ho visto gente incredula, commossa e felice. E anche questo è il sapore del Palio.

Roberto Morrocchi - Foto: Simone Gori

 

 

 

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