DALLE GIOSTRE EQUESTRI ALLA PET THERAPY: I CAVALLI IERI E OGGI

News inserita il 16-12-2019 - Attualità Siena

L'ippica è particolarmente diffusa in tutti i paesi e in svariate forme

I cavalli, fin dai tempi antichi, fanno parte dell’immaginario collettivo per numerosi e svariati motivi: da quelli sellati e cavalcati da antichi cavalieri, passati alla storia anche grazie alle gesta narrate nei poemi epici, passando per la rappresentazione iconica che ne è stata fatta e tramandata dai pittori di tutti i tempi, arrivando infine a sport antichi, come l’ippica, appunto.
Tale sport, con il quale si indicano varie discipline collegate all’equitazione sportiva, era già nota nell’antica Grecia e nell’antica Roma, e addirittura faceva parte delle gare olimpiche. L’ippica si è poi diffusa nel Medioevo, epoca in cui si tenevano corse di cavalli lungo le strade cittadine, ed è proprio in questo periodo che è nata l’esperienza del palio, ancora vissuta fortemente in alcuni luoghi come Asti (dal XIII secolo) e Siena (risalente a metà Seicento, così come concepita nella sua attuale forma). L’ippica deve però gran parte della sua fama moderna all’Inghilterra del XVII-XVIII secolo, con la nascita di vari tipi di gara (come il galoppo, il trotto e gli ostacoli), e con la selezione della famosissima e prestigiosa razza del “purosangue inglese.”
Oggi questa disciplina è particolarmente diffusa in tutti i paesi e in svariate forme, e dunque anche in Italia, come confermano i dati di riferimento. Secondo Confagricoltura Veneto, infatti, l’indotto occupazionale legato al mondo dei cavalli è piuttosto ampio e diversificato:

- Gli occupati nel settore ippico sono compresi tra i 40mila e i 50mila
- Tra gli 8mila e i 10mila sono gli stallieri e gli addetti all’allevamento
- Oltre 2.800 sono le strutture addette all’allevamento dei cavalli
- I veterinari specializzati in cavalli sono quasi 1.500
- 480 sono i fantini all’interno del territorio nazionale
- Centomila e oltre sono i tesserati alla F.I.SE. (Federazione italiana sport equestri)
- 28.600 sono invece gli iscritti alla Federazione italiana di Turismo equestre
- In crescita di 11 punti percentuali sono, nei vari territori dello Stivale, gli agriturismi che propongono all’interno della loro offerta varie attività di equitazione

Le scommesse e l’ippica

I numeri parlano chiaro anche in relazione a un ulteriore modo di approccio all’ippica, ovvero quello legato alle scommesse sui cavalli.
Anche in questo caso i numeri sono utili a inquadrare e a dare la portata del fenomeno, se solo si pensa che, nell’anno 2017, i giochi a base ippica hanno registrato un ricavo giornaliero minimo di 29.155 euro (dato importante, ma comunque in diminuzione rispetto all’anno precedente). La spesa annua totale per le scommesse - seppure in calo - era, nel 2017, comunque pari a 135 milioni di euro, tra ippica internazionale, nazionale e scommesse in agenzia.
Anche Internet ha contribuito allo slancio di questa attività, dato che sono numerosi gli operatori online che offrono le scommesse sull’ippica, nonché i siti di comparazione che forniscono indicazioni sui bookmaker in circolazione e sulle tipologie di scommesse, dall’”antepost” all’”accoppiata”, dal “piazzato” al “vincente”, passando poi per le “multiple” e per una spiegazione sulla specifica terminologia di settore.

Oltre al gioco e allo sport: i cavalli come forma di terapia

Come si è detto, però, la passione per i cavalli è legata anche all’amore per un animale che ha accompagnato l’uomo nella storia dei secoli, come fedele alleato dei condottieri, come guida di mezzi di trasporto antichi e anche come amico.
Sì, perché, in quest’ultimo caso, la “pet therapy” legata al mondo dei cavalli è una forma importante di sostegno alle tradizionali attività terapeutiche, grazie al rapporto armonico ed empatico che si sviluppa tra l’uomo e l’animale, come dimostra anche la stretta relazione tra alcuni fantini e i loro cavalli. A questa attività sono legati programmi personalizzati di riabilitazione, che stimolano una reazione di ottimismo rispetto alla vita quotidiana grazie alla relazione sviluppata tra la persona e il cavallo, animale in grado di restituire le emozioni trasmesse. Esistono anche dei corsi di formazione per diventare addetti esperti di pet therapy, un importante lavoro di solito svolto presso associazioni specializzate e presso i servizi sanitari.
E numerose sono le esperienze in questo senso, comprese quelle che vedono protagonisti i cavalli nella riabilitazione o nel sostegno ai malati di cancro, grazie a un’importante connessione di tipo emozionale.

 

 

 

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