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CASTELNUOVO: ASSEMBLEA CONTRO CHIUSURA POSTE A SAN GUSME'

News inserita il 17-07-2015

Castelnuovo Berardenga andrà avanti, in maniera determinata, insieme a Regione, Anci, Uncem e agli altri Comuni interessati per ribadire il dissenso al piano di razionalizzazione proposto da Poste Italiane in Toscana, che include anche la chiusura dell’ufficio postale a San Gusmè. Lunedì incontreremo i cittadini della frazione per confermare il nostro impegno e mettere in campo, insieme a loro, anche nuove iniziative di protesta”. E’ quanto afferma Fabrizio Nepi, sindaco di Castelnuovo Berardenga, annunciando per lunedì 20 luglio alle ore 21.15, negli spazi della Società Filarmonica di San Gusmè un incontro pubblico. L’appuntamento segue, a pochi giorni di distanza, l’incontro che si è svolto, presso la sede della Regione Toscana, con i rappresentanti degli oltre 50 Comuni interessati dal piano di razionalizzazione proposto da Poste Italiane.

 

“La razionalizzazione degli uffici postali in Toscana - continua il sindaco Nepi - è stata riproposta da Poste Italiane, ancora in maniera unilaterale e senza capirne i criteri e le modalità. Siamo di fronte all’ennesimo colpo di mano da parte dell’ente che provocherebbe forti disagi ai cittadini che vivono nelle frazioni più periferiche, come San Gusmè, privando i più anziani di un importante presidio sociale. Come abbiamo già affermato nei mesi scorsi, dopo aver subìto la chiusura dell’ufficio postale a Vagliagli, il Comune non è disposto ad accettare un secondo taglio per un’altra frazione. Faremo quanto possibile, insieme agli altri soggetti coinvolti, per far sentire la nostra voce e quella dei nostri cittadini, auspicando anche un intervento in tempi rapidi del Governo”.

 

“Castelnuovo Berardenga - aggiunge anche il vicesindaco, Alessandro Maggi, che sta seguendo in prima persona gli sviluppi della vicenda - porterà avanti anche sul piano legale il ricorso al Tar presentato per difendere diritti essenziali per i nostri cittadini. Il rinvio del nuovo piano di razionalizzazione in pieno periodo elettorale ha sollevato profondi dubbi e amarezze sulle motivazioni sostenute dall’ente, a cui si unisce un ingiustificato ‘salvataggio’ di alcuni uffici rispetto ad altri. Per quanto riguarda il Chianti, ad esempio, la chiusura dell’ufficio postale di Monti avrebbe reso necessaria l'apertura di un secondo sportello a Pianella, promesso da tempo e mai attuato anche per il rifiuto, da parte della filiale di Siena, di riconoscere un sovraccarico di clientela, evidente anche adesso per chi usufruisce del servizio. Questo avrebbe obbligato l’ente a una revisione dell’organico, facendo venir meno i benefici derivanti dalla chiusura dello sportello gaiolese, fortunatamente ritirato”.

 

 

 

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