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PRESENTATO A SIENA IL LIBRO "RU486 - NON TUTTE LE STREGHE SONO STATE BRUCIATE"

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Per la prima volta in poco più di 200 pagine, ecco tutto quello che c’è sapere sulla RU486, la cosiddetta “pillola abortiva”: non solo cos’è, come funziona, le modalità di somministrazione, gli effetti collaterali, le complicazioni, i confronti statistici, ma anche i rapporti con la legge 194, l’iter che l’ha introdotta negli ospedali italiani. E a conclusione, la documentazione necessaria per accedere all’uso di questa tecnica farmacologica di interruzione di gravidanza, entro le prime sette settimane, “utilizzata fino ad oggi da milioni di donne” in molti paesi dell’Europa e del mondo, tra i quali gli Stati Uniti e la Cina.
RU486 Non tutte le streghe sono state bruciate”, il nuovo libro dei ginecologi Carlo Flamigni e Corrado Melega, pubblicato da “L’Asino d’oro edizioni” di Matteo Fago e Lorenzo Fagioli, verrà presentato a Siena mercoledì 2 febbraio 2011 (ore 18), presso la Libreria Caffetteria Sic, in via Pantaneto, 107-109. All’evento promosso dall’Associazione Laicamente, sarà presente uno degli autori, Corrado Melega, ginecologo, fino al 2009 direttore dell’U.O di Ostetricia e Ginecologia del Dipartimento Maternito-infantile dell’Asl di Bologna.
La RU486, cosa diversa dalla cd “pillola del giorno dopo”, che rientra nella contraccezione di emergenza, è in realtà una sigla del “mifepristone”, molecola chimica in grado di neutralizzare il progesterone, l’ormone “protettore” della gravidanza, interrompendone la prosecuzione. Per l’aborto è poi necessaria anche una prostaglandina (misoprostolo), che provoca l’espulsione del feto. 
“Per la prima volta -affermano Flamigni e Melega, i quali dedicano il libro ai membri del Consiglio Superiore di Sanità, in polemica con la decisione di stabilire l’obbligo del ricovero ospedaliero della donna in caso di uso della RU486- si spiega come sia possibile interrompere una gravidanza entro le prime sette settimane, non andando in sala operatoria, ma assumendo due farmaci. Una pratica accettata da tempo in tutto il resto dell’Europa e solo di recente anche in Italia, nonostante i tentativi della Chiesa di impedire e di ostacolare in tutti i modi la libera scelta del cittadino”.
Dall’obiezione di coscienza dilagante, al declino dei consultori lasciati senza medici, dalle lacune statistiche sugli aborti clandestini delle donne immigrate, in drammatica crescita, dai “ferri da calza” e le “mammane”, al “fai da te” degli esordi femministi in America, fino ai più aspri attacchi da parte del mondo cattolico: il libro offre un’ampia visuale sull’intera problematica.
“L’aborto farmacologico non è una panacea - scrivono i due medici -, se vivessimo in un Paese normale la RU486 sarebbe molto semplicemente considerata un mezzo alternativo a quelli già esistenti. Perché un così pervicace accanimento? In effetti, crediamo che il vero bersaglio sia la legge 194, da trent’anni sottoposta ad ogni genere di attacco. Noi consideriamo l’introduzione della RU486 un passo avanti in nome della laicità dello Stato, nel pieno rispetto della legge 194 che auspica l’uso di tecniche più moderne e più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna“.

 

 

 

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