STORIA DEL PALIO: PAOLACCINO, L'INDOMABILE

News inserita il 28-07-2016 - Palio - Rubrica Storia del Palio

L’ostinazione e la caparbietà di Pietro Paolo Locchi, mito della Piazza del XIX secolo.


Tra i miti del Palio del XIX secolo un posto spetta di diritto a Pietro Paolo Locchi detto Paolaccino, fantino 13 volte vittorioso sul Campo. Paolaccino, nato a Chiusi nel 1830, debuttò ventenne nel 1850 nel Leocorno, raggiungendo, l’anno successivo, la prima vittoria per i colori della Lupa. La sua carriera proseguì per 24 anni, durante i quali vestì in totale quindici giubbetti (tutti tranne quelli di Aquila e Civetta) e condusse al successo per 4 volte la Chiocciola, 2 volte l’Oca e l’Onda, una volta ciascuno Pantera, Leocorno, Lupa, Nicchio e Tartuca.

Ma Paolaccino è ricordato anche per la sua audacia e per la caparbietà nel cercare la vittoria anche di fronte alle avversità come, per esempio, nel Palio di luglio 1857 o in quello di luglio 1868.

Nel luglio 1857 alla Tartuca era stato assegnato un buon cavallo ma, nei giorni precedenti la corsa, furono fatti una serie di accordi tra le altre contrade per impedirne la vittoria, in quanto la contrada di Castelvecchio innalzava allora gli odiati colori giallo nero dell’impero austriaco. Avendo intuito il pericolo, Gano di Catera, fantino della Tartuca, aveva studiato uno stratagemma per ingannare i rivali, vestendo il suo barbero con una triplice redine, due delle quali erano di cartapesta che simulavano la pelle. Data la mossa gli altri malintenzionati “colleghi” andarono a cercare Gano che si svincolò dalla morsa degli avversari, ma giunto a S. Martino fu afferrato e gettato a terra da Partino, fantino della Lupa, mentre il suo cavallo proseguì a galoppare. I capitani delle altre contrade scesero allora dal palco loro riservato, tendendo il canape, in modo da impedire al barbero taruchino di continuare la corsa. Tutti i fantini si fermarono tranne Paolaccino che vestiva i colori della Chiocciola e che compì i tre giri in solitaria conquistando il successo. E, mentre Partino fu premiato con 45 franchi per il suo gesto, i capitani che avevano issato il canape furono processati e condannati ad alcuni giorni di carcere.

Il Palio di luglio 1868 ebbe uno svolgimento non molto diverso a quello sopra narrato. Data la mossa partirono solo 5 contrade mentre le altre rimasero ferme. Il mortaretto non scoppiò ed i fantini proseguirono la carriera, mentre dalla Piazza si alzava forte la protesta del popolo che riteneva la partenza falsa. Allora le Guardie Municipali, contravvenendo palesemente al regolamento, si misero nel mezzo alla pista fermando le contrade. Paolaccino nell’Onda, a suon di nerbate, riuscì a superare lo sbarramento umano, compiendo i tre giri regolamentari più uno ulteriore, non avendo udito il mortaretto, uscendo successivamente da Piazza seguito dagli ondaioli in festa per la vittoria. Ma il drappellone non fu subito consegnato all’Onda, in quanto le altre nove contrade furono richiamate al canape. Le operazioni di partenza furono gestite dalle Guardie, in quanto i mossieri se ne erano andati ritenendo buona la prima mossa. Una forzatura causata dall’inesperienza degli improvvisati mossieri provocò la caduta di diverse contrade, ed i cavalli di Torre e Selva morirono sul colpo. A seguito di questo incidente il drappellone fu condotto in comune e dato all’Onda il giorno successivo. Le Guardie che avevano dato la mossa furono in seguito sospese dal servizio e condannate a risarcire i proprietari dei cavalli morti.

Ed il disegno conservato nel museo dell’Onda e riprodotto qui sopra, ci documenta in modo inequivocabile gli accadimenti di quella carriera.

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 

 

 

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