Isidoro Bianchini, uno dei migliori fantini di fine settecento, fu punito dai suoi avversari a causa della sua arroganza.
I fatti accaduti nella scorsa carriera di luglio che hanno
visto coinvolti i fantini Veleno II e, suo malgrado, Tittia, hanno fatto
scalpore e discutere animatamente i contradaioli. Nel passato però certe
situazioni che oggi chiamiamo abitualmente di “killeraggio”, erano all’ordine
del giorno e compiuti con maggior violenza, spesso per motivi meramente
personali. Ne sa qualcosa il fantino Dorino.
Isidoro Bianchini, detto appunto
Dorino, fu uno dei migliori fantini di fine ‘700 vincendo
13 palii su 24 corsi.
Oltre alla bravura, aveva un carattere assai arrogante e spavaldo tanto da
essere definito lo “
sbruffone”. Nel Palio di
luglio 1787 egli avvertì che avrebbe
buttato giù da cavallo chiunque potesse contrastargli la vittoria. In realtÃ
questa sorte toccò a lui. Trovata la monta nella C
hiocciola sul miglior
cavallo, rifiutò ogni tipo di partito convinto di raggiungere una facile trionfo, ma al canape il fantino della
Lupa lo prese per le redini poi,
Uccellino, fantino della Tartuca, cercò invano di saltargli sul cavallo per
disarcionarlo. Infine sopraggiunse
Biggeri fantino della Civetta che cominciò a
nerbarlo favorendo la vittoria della Torre. Ad agosto Dorino corse per la
Tartuca e, per vendicarsi portò alcuni suoi amici. Solo due,
Grillo e il
Piaccinatrovarono una monta. Ma la presenza dei due compari non fu sufficiente al Bianchini
che subì un trattamento ancor più duro:
Uccellino, stavolta nell’
Onda, cominciò
a nerbarlo in faccia, così forte che il nerbo si ruppe in due,
Piaccina subì la stessa sorte dal fantino dell’Istrice mentre
Grillo per sfuggire alle
nerbate scese da cavallo e scappò in piazza tra la gente. Siccome la punizione
non sembrò sufficiente, nel successivo Palio di luglio 1788
Ciocio, fantino
della Pantera e
Marcaccio della Giraffa disarcionarono Dorino a suon di
nerbate. I tre addirittura si azzuffarono in mezzo alla pista e furono divisi a
fatica dalla forza pubblica. Dorino e Marcaccio passarono una notte nelle
patrie galere e furono rilasciati il giorno dopo con l’obbligo di lasciare
immediatamente Siena. E mentre i due venivano condotti in carcere, Ciocio, come
massima delle beffe prese il cavallo di Dorino e lo condusse all’Osteria delle
Donzelle dove il fantino natio di Rapolano alloggiava.
Davide Donnini
Foto tratta dal sito www.ilpalio.org