STORIA DEL PALIO: LA FAMIGLIA MELONI

News inserita il 13-07-2018 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Barbone, Picino (nella foto) e Meloncino: da Canepina alla Piazza del Campo.

Una della più grandi dinastie di fantini che ha calcato il tufo tra la fine dell’800 ed i primi decenni del ‘900 fu la famiglia Meloni. Capostipite di questa famiglia fu Filippo, detto Barbone, una delle tante meteore del Palio che, tra il 1872 ed il 1881, disputò quattro carriere senza lasciare traccia di sé, con esclusione della vittoria nella corsa di consolazione della carriera alla romana del 17 agosto 1875. Ben più noti furono invece i suoi discendenti, il figlio Angelo, detto Picino ed il nipote Corrado, detto Meloncino.

Picino, dopo Aceto, è il fantino più vittorioso del XX secolo e per oltre 60 anni, fino al 1992, quando cioè Andrea Degortes ha conquistato il suo quattordicesimo successo, ha detenuto il record di vittorie (13) nel secolo.

Picino esordì in Piazza poco più che diciassettenne , nel 1897, in palese violazione della norma che vietava la partecipazione al Palio dei minori di 18 anni. Dopo alcuni anni di ambientamento, arrivarono le prime due vittorie “straordinarie”, nel settembre 1902 per il Montone e nell’aprile 1904 nel Leocorno, su Primetta, in una carriera ricca di equivoci e false voci. Tutto era apparecchiato per una vittoria dell’Oca, ma un mangino della Chiocciola, poco felice della sicura vittoria di Fontebranda, mise in giro la voce che il re, presente al Palio, avrebbe offerto al vincitore una cospicua somma di denaro. Picino abboccò e trionfò sul Campo, ma alla fine si dovette accontentare della misera cifra promessagli dal Leocorno, ben più bassa di quella che avrebbe preso a perdere dall’Oca. Nonostante questo sgarro, il rapporto tra il Meloni e l’Oca divenne sempre più stretto e, per la contrada di Fontebranda conquistò ben quattro successi: nel luglio 1906, ringollando la Torre, nel luglio 1908 con Stella, evitando il danneggiamento di Popo nel Bruco che si fermò un giro per cercare di placcarlo, nell'agosto 1921 su Crognolo e nel luglio 1928 su Lina. Nell’occasione, causa una forzatura, Picino si beccò quattro Palii di squalifica e neppure il ricorso presentato direttamente al re, suo noto estimatore, servì a salvarlo dalla punizione. Altra contrada alla quale il Meloni restò fortemente legato fu il Montone, alla quale regalò quattro cenci: oltre al già ricordato straordinario del 1902, troviamo quello del 1910, al termine di un violento scambio di nerbate con il Nicchio, allora alleata, nel luglio 1925 su Lola e nel luglio 1927 su Tonta, beffando all’ultimo tuffo Garibaldi nella Pantera. Picino, che ha vestito 15 giubbetti, tranne quelli di Bruco e Pantera, ha riportato vittorie pure per il Drago, nel 1909 su Calabresella, nell’Istrice, ancora su Lola nel 1913, dimostrando in entrambe le occasioni grande abilità nell’uso del nerbo, nella Chiocciola nel 1924 su Giacca che vinse scossa (si dice che Picino simulò la caduta per alleggerire la cavalla), e nell’Onda su Lina nel 1930 a 50 anni. La sua ultima carriera, prima di passare il testimone al figlio Corrado, fu nel luglio 1933 nella Lupa, quando Picino cedette di fronte alla maggior freschezza di Ganascia che sfinì di nerbate l’ormai vecchio Meloni. Nel frattempo, ed era l’agosto 1932, aveva debuttato Corrado, detto Meloncino con il giubbetto dell’Onda, contrada che nel Palio precedente aveva vinto proprio con il babbo Angelo. Nel 1934 arrivò per Meloncino un clamoroso cappotto personale, cosa mai riuscita a Picino, vincendo a luglio nella Civetta su Ruello e riportando il Palio nel Castellare dopo 41 anni, battendo l’odiato Ganascia, al quale non perdonò mai il trattamento riservato al padre, e ad agosto nell’Oca su Wally, nel famoso Palio che provocò la rottura del TONO. Furono questi gli unici successi di Meloncino che fu però protagonista anche in altre occasioni come nel 1936 quando, montando nella Pantera fu buttato in un palco al Casato da Ganascia che correva nell’Aquila, episodio che incrinò i rapporti tra le due contrade, sino ad allora cordiali. L’ultima apparizione di Corrado fu nell’agosto 1939 nell’Oca su Masina, e si concluse con una sonora purga, stante la vittoria della Torre, in quello conosciuto da tutti come il Palio del Mendìa.

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 

 

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