STORIA DEL PALIO: DUE VITTORIE STRATEGICHE DI ANDREA MARI

News inserita il 31-05-2021 - Palio - Rubrica Storia del Palio

I successi di Brio del 2014 e del 2018.

Dopo aver rivissuto, nell’ultimo nostro scritto, la prima vittoria di Andrea Mari, oggi ci soffermeremo su altri due successi importanti nella carriera dello sfortunato Brio, quello conseguito nella Civetta il 16 agosto 2014 e quello del luglio 2018, conquistato per i colori del Drago. Due vittorie totalmente diverse l’una dall’altra. Sudata, fortemente voluta la prima, facile e mai in discussione la seconda.

Nell’agosto 2014, Brio non veniva dal miglior momento della sua carriera: il lungo stop post infortunio al bacino nel dopo Palio di luglio 2013, una prestazione non eccezionale, al rientro in Piazza nella Pantera con Indianos, così, la scelta di montare Occole’ nella Civetta, soggetto al debutto ma su cui si spendevano parole positive, poteva sembrare un azzardo, visto che il Leocorno, con Gingillo ed Oppio, barbero fresco vincitore nel Drago, era una delle grandi favorite assieme allo stesso Drago, forte candidato al cappotto con Morosita Prima e Salasso, e la Selva, con Istriceddu, tornato tra i dieci dopo un lungo periodo, e Tittia, alla quale, la sera del 16, la sorte giocò un brutto scherzo, relegandola di rincorsa. A scattare più veloce dai canapi furono due outsiders, il Montone con Osvaldo ed il debuttante Brigante e l'Aquila con Lo Specialista e Tremendo, tallonati da vicino dalla Civetta e, all’esterno, dalla Chiocciola, con Polonski e Scompiglio. Il primo momento decisivo di quel Palio fu subito dopo la Fonte: Brio, con una “rinserrata” da manuale, strinse allo steccato il Leocorno che stava rinvenendo per corsie interne, costringendo Gingillo a riprendere in mano, rompendo l’azione di Oppio. Intanto, davanti, la scivolata di Osvaldo, lasciava via libera all’Aquila, ma ben presto il Caria iniziò a sentire il fiato sul collo di Brio che, girato il primo Casato, in più di un’occasione, tentò il sorpasso. Tremendo si difese strenuamente, con un paio di belle parate, ma nulla poté al secondo Casato: Lo Specialista allargò verso i palchi e Andrea Mari fu abile a infilare il pertugio giusto per conquistare la testa della corsa ed il successo finale, mai più in dettaglio.

Ben diverso, come detto, il sigillo nel luglio 2018. Nell’inverno precedente, Brio si era legato ufficialmente con il Bruco, ma in quell’occasione, la contrada di Barbicone non uscì a sorte ed il fantino di Rosia, di fronte ad un lotto basso con ben 5 esordienti e nessun vincitore, scelse senza indugi la monta di Rocco Nice nel Drago. E fin da subito, i progressi dell’accoppiata di Camporegio furono evidenti, tanto che molti intenditori inserirono il Drago tra i favoriti della vigilia. Dopo oltre 80 minuti di mossa, con la Tartuca che, posizionandosi al verrocchino, impedva l’ingresso della Chiocciola di rincorsa, manovra che costò poi 6 Palii di squalifica al fantino tartuchino Nappa II, il Drago, dal nono posto, uscì in testa seguito dalla Giraffa e dall’Oca. Il Palio, da quel momento non ebbe più storia; Brio aumentò vistosamente il suo vantaggio; la grande battaglia nelle retrovie vide il veemente spunto dell’Oca che, con il solito terzo giro di Porto Alabe, si avvicinò notevolmente alla testa della corsa, senza però impensierire mai Brio e Rocco Nice che riuscirono nell’impresa di portare nel Drago il cencio del dragaiolo Emilio Giannelli.

Davide Donnini

Foto www.ilpalio.org

 

 

 

 

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