STORIA DEL PALIO: 4 LUGLIO 1909

News inserita il 17-06-2016 - Palio - Rubrica Storia del Palio

Cronaca di una carriera convulsa e ricca di scorrettezze.

Oggi analizzeremo il Palio del 4 luglio 1909 aiutandoci con dei brani di una cronaca del tempo che ci fornisce spunti di riflessione sul modo di vivere la festa nei primi anni del secolo scorso. Cominciamo con il dire che il Palio fu posticipato al 4 in quanto giorno festivo e vi parteciparonoCivetta, Drago, Torre, Montone, Istrice, Chiocciola, Leocorno, Lupa e Giraffa.

Il giorno del Palio è descritto con minuzia di particolari. Il nostro cronista racconta infatti di una provaccia corsa a ritmo talmente blando che il pubblico “perse la pazienza e si mise a fischiare”.  Anche a quel tempo la festa senese attraeva in città migliaia di persone tant’è che “le strade rigurgitavano (sì, è scritto proprio così…) di forestieri”.

La Piazza era stracolma di gente e nell’attesa del corteo storico c’era una banda presso Fonte Gaia che intratteneva gli spettatori. Dopo lo sgombero della pista, effettuato dalla forza pubblica assieme ai carabinieri a cavallo, entrò in Campo la passeggiata storica, ed il cronista non manca di citare il celebre alfiere dell’Aquila Mastuino, ideatore del salto del fiocco, divenuto oggi figura basilare della sbandierata di Piazza.

Alle 19 i cavalli uscirono dalla Corte del Podestà. Il mossiere Balli chiamò le contrade nel seguente ordine: Aquila, Montone, Torre, Chiocciola, Leocorno, Lupa, Istrice, Drago, Giraffa e Civetta di rincorsa. Dovevano ancora entrate alcune contrade, che quelle dentro i canapi improvvisamente fiancarono e partirono al galoppo, ignorando i ripetuti scoppi di mortaretto. Dopo oltre un giro i fantini si decisero a rallentare, ed i cavalli furono ricondotti all’Entrone. Il fantino del Montone che al Casato aveva urtato violentemente il colonnino vi fu portato a braccia ma tornò a montare. La seconda mossa fu valida e scattò in testa la Civetta seguita dalla Chiocciola e dalla Lupa. A San Martino l’Aquila spinse il Drago ai materassi estromettendolo dalla corsa. Al terzo giro Martellino, fantino della Torre, che aveva un cavallo inferiore e che stava per essere doppiato, invece di farsi da parte, cominciò a nerbare violentemente Testina, fantino della Civetta per impedirne la vittoria. Tutto ciò favorì la Lupa, che era passata in seconda posizione, e che prese la testa, conquistando così il cencio. La cronaca ci racconta anche tutti i festeggiamenti che si tennero in Vallerozzi, menzionandoci le illustri personalità ospitate, alle quali fu offerto champagne e fatti numerosi brindisi, mentre il rione era illuminato a padellette e davanti alla chiesa suonava un’orchestrina per allietare i presenti.

La turbolenta carriera di luglio 1909 si concluse con pesanti sanzioni per i fantini più indisciplinati: Martellino, fantino della Torre fu squalificato a vita, Rancani, fantino della Chiocciola, reo di non essersi fermato dopo i tre giri canonici, ma di aver proseguito al galoppo fino al Comune per sfuggire alle ire dei suoi contradaioli, travolgendo due spettatori che erano scesi in pista, fu sospeso per cinque anni. Rombois, fantino dell’Aquila fu infine squalificato per due anni per danneggiamento nei confronti di Picino, fantino del Drago.

Davide Donnini

Foto tratta da: www.ilpalio.org

 

 

 

Galleria Fotografica

Web tv