STORIA DEL PALIO: 3 LUGLIO 1983 PRIMA PARTE

News inserita il 22-12-2021 - Palio - Rubrica Storia del Palio

La carriera delle 14 mosse false.

Con l’arrivo delle vacanze natalizie, torna il classico appuntamento con il racconto delle carriere che hanno fatto la storia della nostra festa. Tra di esse, rientra senza dubbio quella del luglio 1983, rinviata per sopraggiunta oscurità a seguito di una mossa interminabile, e conclusasi, la sera del 3, con un finale al fotofinish.

La tratta favorì decisamente tre contrade: la Giraffa con il sempreverde Panezio, l’Aquila con Balente ed il Leocorno con la promessa, fino ad allora inespressa, Benito. Accanto a queste, potevano sperare il Bruco con il veterano Ascaro, che proprio con la spennacchiera giallo-verde aveva disputato il miglior Palio della sua carriera, ma anche la Pantera e l’Onda, che ebbero in sorte le chiacchierate Bambola e Borela, ed il Nicchio con l’interessante Baiardo.

La Chiocciola con Chicco de Ureco, la Selva con Cerva de Torralba, e la Lupa con Canapino, sembravano le meno accreditate per la vittoria. Le monte si assestarono nel giro di una notte: Aceto tornò nell’Aquila, Bastiano andò nel Leocorno, l’astro nascente Beppino Pes scelse il Bruco. Monte più scontate furono quelle della Chiocciola con Bazzino, della Giraffa con il Moretto e della Pantera con Musino. Nuvola nell’Onda, Tremoto nella Lupa, Legno nella Selva ed il debuttante Ricciolino nel Nicchio, completavano il lotto.

La sera del Palio, l’ordine al canape (Nicchio, Giraffa, Pantera, Selva, Chiocciola, Lupa, Aquila, Leocorno, Bruco ed Onda di rincorsa), con le rivali ben distanti tra loro, non sembrava, almeno ad una prima lettura, poter dare grossi grattacapi al mossiere Ulrico Ricci. Invece, si capì subito che le operazioni sarebbero andate per le lunghe. Il Bruco, dall’alto del nono posto, più volte provò ad entrare ingambato per prendere il maggior vantaggio possibile, ma Nuvola, di rincorsa mai lo seguì, e le mosse invalidate si moltiplicarono. Il pericoloso volo a terra di Ascaro e del Pes, che all’ennesimo tentativo di entrare lanciati trovarono il canape ancora teso, fece scaldare gli animi della Piazza, ma il bello ancora non era arrivato. Dopo oltre mezz’ora di mossa iniziò infatti il famoso show di Baiardo che, indifferente ad ogni comando di Ricciolino, cominciò a passare sotto il canape, fuggendo più volte in libertà per la pista. Un qualcosa di inedito stava accadendo in Piazza, ed anche un grande uomo di cavalli come Alberto Giubilo, all’epoca cronista per Rete Quattro di un documentario realizzato assieme a Maurizio Costanzo, non poté trattenere tutto il suo stupore. La situazione, con il passare dei minuti divenne sempre più ingestibile, e la caduta al canape di Bazzino, fu la classica goccia che fece traboccare il vaso. La Piazza, dopo quattordici mosse false, esplose definitivamente; i chiocciolini, in protesta con il mossiere, aalzarono gli staccati per recarsi verso il verrocchio, e l’esposizione della bandiera verde, quando ormai stavano sopraggiungendo le ore 21 ed il buio iniziava a calare sulla città, fu l’unica decisione possibile da prendere. Il Palio si sarebbe quindi corso il 3 luglio e la notte che avrebbe atteso le varie dirigenze si prospettava intensa e molto lunga.

Davide Donnini

Foto www.ilpalio.org

 

 

 

 

 

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