SIENA: NESSUNA INDULGENZA PER CHI NON PAGA L’AFFITTO DELLE CASE POPOLARI

News inserita il 25-07-2016 - Attualità Siena

Per chi invece dimostrerà che la sua insolvenza è causata da gravi situazioni sociali, sanitarie o lavorative l’Amministrazione continuerà a salvaguardare il suo diritto abitativo.


La situazione casa a Siena e provincia rileva un 73% di abitazioni in proprietà, il 16,9 in affitto e il restante con altre modalità di concessione. Su 19.440 famiglie 2.367, pari al 12%, ricorrono alle "case popolari" (ERP, Edilizia Residenziale Pubblica). Sempre a livello provinciale gli sfratti registrati nel 2014 sono stati 409, il 2,4%, la percentuale più bassa della Toscana: i picchi più alti della provincia sono stati a Siena, Poggibonsi e Colle Val d’Elsa. Questa la panoramica con la quale l’assessore al sociale Anna Ferretti ha aperto la conferenza stampa tenutasi questa mattina alla presenza del sindaco Bruno Valentini.

Come ha evidenziato l’assessore Ferretti <<dei 1.030 alloggi ERP del Comune, circa 40 necessitano di ristrutturazioni importanti e di questi 12, stanno per essere  ristrutturati per una spesa di 541mila euro; l'affitto  oscilla in base al reddito ed ha una media di 100 euro mensile ad appartamento. L'affitto sociale è di  40 euro al mese. In più oltre all'ERP sono disponibili 59 alloggi a canone concordato, con un affitto medio mensile di circa 350 euro>>.

Un quadro generale  in grado, quindi, di rispondere alle esigenze abitative comprese quelle in emergenza, secondo i parametri di legge. <Sono 265 i casi ancora aperti dal 2004 ed il Comune ha deciso di controllare tutte le posizioni. Di questi 265 casi, 63 famiglie non vivono più nelle case popolari. Dall’esame dei rimanenti sono emersi 42 casi sociali acclarati, certificati dai servizi sociali, ai quali l’Ente garantirà la permanenza nell'alloggio. 32 famiglie sono entrate in morosità negli ultimi sei mesi e per queste sono in corso accertamenti, così da capire il perché e intervenire subito. Rimangono 128 posizioni insolventi, alcune delle quali irreperibili, nel senso che non si presentano alle convocazioni o si negano al contatto, senza spiegare le motivazioni del ritardo. Ad ogni modo, 42  hanno responsabilmente accettato la rateizzazione degli arretrati facendo già riscuotere 22mila euro.  Ed è proprio sulla morosità ingiustificata che il Comune adesso punta la sua azione perché come ha detto l’assessore Ferretti <<le case popolari sono un bene della collettività, chi vi abita deve avere i requisiti richiesti dalla legge e pagare quanto dovuto>>. <<L’amministrazione – ha rafforzato il sindaco Bruno Valentini – nei casi di bisogno reale non si tira indietro. Non lo ha mai fatto, neppure quando erano presenti gravi problemi di bilancio. Adesso per i contributi  affitto lo Stato e quindi la Regione, a fronte dei 180mila euro ricevuti lo scorso anno ne ha messi a disposizione solo 108mila e noi, per compensare, andremo oltre i 70.000 già stanziati recuperando altri 60mila euro dal bilancio comunale , così da mantenere inalterato l’aiuto di 1.100 euro annui per le famiglie in fascia “A” e 711 per quelle in “B”. Allo stesso modo  saremo rigorosi e inflessibili con coloro che non faranno tutto il possibile per stare in regola con i pagamenti. Il tempo dell’indulgenza plenaria è finito. Non si può più chiedere al Comune di chiudere un occhio, perché sono soldi dei contribuenti ed anche per rispetto di chi con fatica ma con dignità cerca di stare al passo con il pagamento dei canoni di affitto>>. 

Il messaggio è chiaro: per chi dimostrerà che la sua insolvenza è causata da gravi situazioni sociali, sanitarie o lavorative l’Amministrazione continuerà a salvaguardare il suo diritto abitativo, al contrario quando l’affittuario non giustificherà la sua morosità ricorrendo a vari stratagemmi come il non rispondere ai numerosi tentativi di contatto, telefonico o postale, e neppure esibirà la sua dichiarazione dei redditi, la decadenza dall'assegnazione della casa popolare diventerà una realtà. Un’azione di giustizia sociale verso tutti coloro che, al contrario, e quotidianamente, fanno enormi sacrifici per pagare, insieme alle bollette anche il canone di affitto, molto inferiore ai prezzi del mercato libero.

 

 

 

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