Quanto sangue deve pulsare dentro le vene per poter vedere la propria contrada prima al bandierino?
Quanti sono i battiti cardiaci che ci separano dalla prima carriera, quella del 2 luglio 2016? Quanto sangue deve pulsare dentro le nostre vene per poter vedere la propria contrada prima al bandierino?
Quanto deve battere forte il nostro cuore in quei pochi minuti di corsa?
La letteratura cardiologia ci insegna che nell'adulto medio i battiti sono tra 60 e 90, ma credo proprio che per i senesi nei giorni di Palio, e soprattutto durante la corsa, i battiti siano simili a quelli del neonato, ovvero tra 80 e 180, perché in qualche modo torniamo ad essere piccoli, dei bambini che stanno per esplodere in pianti, sorrisi e abbracci.
Ed infatti, subito dopo la corsa, i contradaioli la cui sorte è stata favorevole, si ritrovano lì, sotto il drappellone, si ritrovano stretti in abbracci che non hanno fine, si ritrovano a ribellarsi a tutto il dolore provato in un anno, a mostrare fierezza e orgoglio nell'appartenere ad una contrada grande, che li ha portati a vincere. La vittoria di cui sto parlando però è molto particolare: noi lo sappiamo, seguiamo ogni galoppata del cavallo con apprensione, con il fiato sospeso. Seguiamo anche il battito cardiaco del cavallo che "porta i nostri colori", in qualche modo corriamo con lui, forti, orgogliosi, con tanto sudore e con gli occhi pieni di lacrime.
Ecco, il battito cardiaco per il senese ha un sapore molto particolare, fa bene perché ti ricorda che sei vivo, ma fa anche male perché sente su di sè ogni dolore, ogni rimbombo, fino all'ultimo, fino al bandierino.
"Quando hai chiuso le porte, puoi farci
scrivere manicomio". Molto spesso in riferimento a Siena e ai senesi si è
sentita questa espressione. Ed in effetti, tra i battiti cardiaci in pieno
sussulto durante il Palio, urla e canti gridati al cielo; occhi aperti, anzi
sgranati dall'emozione, gioia inesplosa forse per troppo tempo, ma anche
rabbia, orgoglio, patriottismo, chi ci vede dall'esterno non può che rendersi
conto di quanto siamo follemente capaci di amare fino in fondo.
Chiara Lenzini