MENS SANA TRA LAVORI IN CORSO E LAVORI CHE SLITTANO

News inserita il 19-09-2023 - Mens sana Basket

Società e tifosi fortemente penalizzati dal trasloco al PalaCorsoni. Oggi il via alla campagna abbonamenti

Nel giorno in cui scatta la campagna abbonamenti (lo slogan è “Uniti si cresce”, si spera sia beneaugurante), l’ambiente Mens Sana si interroga su come vivere questo primo scorcio di stagione senza palasport.
Confinata, e contingentata (sulle tribune dell’Acquacalda possono entrare 396 spettatori, ma l’obbligo di garantire una quota di ingressi alle società ospiti riduce a soli 350 posti la disponibilità effettiva per la tifoseria di casa: altrove, e non c’è bisogno di uscire da Siena, sarebbero più che sufficienti anche nelle partite di cartello, in casa biancoverde rappresentano invece una dolorosa sforbiciata, di alcune centinaia di accessi, su quello che è stato il numero medio di presenze nella scorsa stagione, terminata all’undicesimo posto oltretutto), per almeno sei settimane lontano da casa, la neonata società di viale Sclavo ha già pagato dazio alla novità domenica scorsa, vedendosi estromessa dalla coppa per una vicenda surreale (gli errori sono chiari, manifesti e distribuiti fra i tanti attori entrati in scena, adesso però è il momento di guardare avanti, possibilmente facendone tesoro) che ha riproposto l’eterno dilemma col quale, dal 2019, questa nuova avventura sotto canestro convive quotidianamente.
Da una parte c’è un ambiente che proietta sul presente la propria storia fatta di successi affinché si creino le condizioni per un futuro almeno degno del nome Mens Sana, dall’altra ci sono le categorie dilettanti con le quali si fanno i conti, sia che si debba andare a giocare un playoff nella palestrina di una scuola, sia che si interrompa una partita perché non si trova una sveglia da tavolo per sostituire un tabellone che smette di funzionare: su questa strettissima linea di confine la società lavora per consolidarsi, sul campo, dove oggettivamente ha fatto scelte interessanti nel corso dell’estate (la nuova squadra e chi la allena piacciono, pur col dubbio di rotazioni abbastanza limitate in almeno un paio di ruoli), ma soprattutto fuori, dove le contingenze non sono certo quelle dei bei tempi andati e per la tanto attesa svolta si dovrà, verosimilmente, attendere ancora tempo.
L’epoca dei contributi calati dal cielo è un ricordo sfumato e oggi, in attesa di vedere il nome di un main sponsor sulle maglie (oltre al nuovo logo), piuttosto che un’Eurolega mai portata a casa si rimpiange la mancata visione a 360° che in quegli anni avrebbe potuto costruire un piano-B o almeno lasciare in piedi qualcos’altro da cui ripartire, fosse anche solo la riqualificazione degli impianti di gioco.
Francesco Frati è un presidente appassionato e con valori biancoverdi fin dentro al midollo, che in cuor suo magari sogna ma che giustamente tiene i piedi ben piantati sul terreno perché svegliarsi è un attimo e un incubo, invece, te lo porti dietro a lungo. Vuole costruire un’azienda strutturata, il nuovo numero uno biancoverde, vuole far tornare interesse positivo attorno alla Mens Sana, quella Mens Sana che fuori da Siena continua ad avere la pessima etichetta appiccicatale addosso dal fallimento del 2014 e che in città paga ancora, in termini di allontanamento di investitori e sponsor verso altri lidi, la gestione arrivata al capolinea nel 2019.

A lui, e a chi lavora assieme a lui, il compito di farla crescere, appunto, e farla piacere in giro, la nuova Mens Sana, al contempo fidelizzando chi continua con passione a seguirla.
Sono ancora in tanti, i tifosi, se si considera che dall’ultima partita giocata in serie A sono trascorsi più di nove anni e che nei prossimi mesi si giocherà per mantenere la serie C come fosse uno scudetto, ma non potranno essere tutti, meno che mai qualcuno in più, perché dentro al palazzetto Cus intitolato ad Andrea Corsoni (era un ragazzo eccezionale, oltre che un bravo cestista biancoverde: volò via troppo presto, in un tragico incidente, quasi 20 anni fa e merita di essere ricordato) c’è posto per 350 tifosi e il tifoso numero 351 dovrà starsene a casa fino a novembre.
Tutto questo nella speranza che si recuperi la settimana già persa per l’avvio di lavori di ristrutturazione e che si compiano, entro i tempi previsti, tutti gli interventi di saldatura messi in cantiere per iniziare a risanare il soffitto del palasport. Quel palasport che, in piena epoca di contributi PNRR per la realizzazione di nuovi impianti sportivi, sta per compiere 47 anni.
Matteo Tasso

 

 

 

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