Il capitano biancoverde parla dopo la vittoria a Firenze: “Siamo un bel gruppo, con grandi margini di miglioramento”
Tornare ad allenarsi, e tra qualche giorno a giocare, al palasport fa un bell’effetto. Per Edoardo Pannini parlano gli occhi, carichi di emozione nel momento in cui, martedì pomeriggio, assieme ai compagni ha mosso i primi passi sul parquet di casa, quello che da cinque anni lo vede capitano della Mens Sana e che da molto prima (la frase giusta sarebbe “da sempre”) lo rende tifoso dei colori biancoverdi. “Ci mancava dal punto di vista affettivo, il nostro palazzo – dice Pannini, 24 anni tra qualche giorno -, e ci è mancato anche in virtù degli orari di allenamento che abbiamo dovuto sostenere in questo periodo, a volte finendo dopo le undici di sera, in qualche occasione dovendo anche interrompere le sedute perché messi a rischio incolumità dalla condensa sul parquet.
Siete stati accolti da uno striscione sopra gli uffici della società, con un richiamo ai 106 punti segnati sabato scorso nella vittoria di Firenze. Che sensazione dà?
“I nostri tifosi sono incredibili, anche sabato scorso a Firenze sono venuti a sostenerci in gran numero, si sono fatti sentire, ci hanno dato un grande calore. Quando entrano in partita danno sempre il 110%, da parte nostra non si può far altro che ringraziarli, oltre che ricambiarli con le prestazioni sul campo: giochiamo per divertirci, ma anche per far divertire loro”.
Come siete arrivati a espugnare il campo della capolista?
“Pino ha fatto vedere il motivo per cui è primo in classifica ed era reduce da sette vittorie in fila, è una squadra che corre, che mette intensità, che gioca in fiducia e che nel primo tempo ha segnato canestri anche difficili. Negli spogliatoi, durante l’intervallo, ci siamo detti di aumentare soprattutto l’intensità difensiva dato che in attacco stavamo andando bene: nel terzo quarto abbiamo iniziato a difendere duro, provocato qualche palla persa ai nostri avversari e siamo rientrati in partita molto alla svelta, alla fine l’abbiamo portata a casa segnando 106 punti, che in trasferta sono veramente tantissimi”.
E i suoi 9 punti negli ultimi due giri di lancette?
“Sono entrato in fiducia facendo 3 su 3 dalla lunetta, poi Tognazzi con un passaggio fantastico mi ha trovato solo nell’angolo e ho messo la prima conclusione da tre punti. Sull’azione successiva mi sentivo talmente sicuro che non ho potuto rifiutare quel tiro dal palleggio: in quei momenti la palla entrerebbe in canestro anche tirando di piede. Comunque la vittoria è stata una vittoria di squadra, come ha fatto canestro Pannini, hanno fatto canestro anche Tognazzi, Prosek da sotto, Puccioni da fuori quando si è trattato di rientrare in partita a inizio ripresa. Ha vinto il gruppo Mens Sana”.
La sua stagione, ancora una volta, non era iniziata bene…
“Colpa di un guaio muscolare, un problema verificatosi in allenamento, una di quelle cose con le quali si può fare poco. Tra l’altro mai come all’inizio di questa annata mi sentivo in forma, comunque adesso sto bene”.
Pesa la responsabilità di essere tornato quest’anno il titolare, inamovibile, della cabina di regia?
“Sento la fiducia dei compagni, dello staff, della società ed è una gran bella sensazione. Avevo un ruolo simile ai tempi del settore giovanile, mettevo in ritmo compagni di squadra che oggi giocano quasi tutti in serie B o addirittura in A2: mi si chiede più o meno lo stesso anche oggi, del resto in questa Mens Sana ci sono tanti giocatori con punti nelle mani, in grado di accendersi e fare canestro”.
Negli anni ha fatto ricredere quelli che, ce ne sono stati, avanzavano dubbi sulla sua competitività fisica?
“È un po’ la mia storia sul campo da basket, fisicamente ho dei limiti, soprattutto di statura, e devo cercare di dare sempre qualcosa in più: se non lo faccio, significa che non posso stare in campo. Lo vedo come uno stimolo a lavorare bene durante la settimana in allenamento e poi alla domenica in partita, a fare sempre qualcosa in più del dovuto”
Iniziate a guardare la classifica?
“La vittoria di sabato scorso è stata importantissima perché, se vogliamo arrivare tra le prime quattro squadre del girone, ci permetterebbe di portare dietro punti pesanti. Certo ci sono rimaste sullo stomaco le due sconfitte di San Giovanni e Pisa, sarebbero bastati piccoli dettagli gestiti meglio per portare altri punti a casa, ma anche questo fa parte del percorso, abbiamo capito che soprattutto in trasferta se non dai tutto non vinci”.
Cosa significa la crescita, evidente, di giocatori che in condizioni normali partono dalla panchina come Cucini, Brambilla o Giorgi?
“Significa che fare gruppo, anche fuori dal campo, aiuta a migliorare. Questa Mens Sana è un bel gruppo, probabilmente il fatto di essere quasi tutti ragazzi della stessa età ci aiuta, ma è anche vero che ci sono tanti giocatori in grado di fare canestro, che possono insomma stare in campo e dire la loro: nelle ultime settimane ho visto crescere la chimica di squadra e credo ci siano ancora grandi margini di miglioramento”.
Monsummano è l’avversaria giusta per allungare la striscia di vittorie?
“Andiamoci cauti. È vero, la classifica dice che hanno vinto solo una partita ma, come insegna la sfida disputata contro Agliana, ci sono squadre la cui graduatoria è bugiarda. Monsummano è una buonissima compagine ed ha giocatori di livello assoluto per la categoria: penso a Danesi e penso anche a Tommei, che tutti ricordiamo bene per la prestazione fornita proprio sul nostro campo nello scorso campionato, quando con la maglia proprio di Agliana alzava le mani e faceva canestro. Comunque siamo concentrati e stiamo lavorando bene, arriveremo pronti alla palla a due”.
Tornando a parlare di pubblico, sugli spalti la famiglia Pannini è sempre ben rappresentata e non manca mai di sostenerla…
“Loro sono sempre presenti perché fondamentalmente sono nati mensanini. Certo, vengono a tifare anche per me, ma sarebbero al loro posto in tribuna, in casa e in trasferta, anche se il sottoscritto non fosse un giocatore di questa squadra. Il legame tra pubblico e squadra è qualcosa che fa la differenza, per noi è un privilegio e una responsabilità, che vogliamo sempre onorare: al Cus l’ambiente è stato incredibile, ma purtroppo tanti tifosi sono dovuti rimanere fuori per la capienza ridotta di quell’impianto, oggi siamo davvero entusiasti di poterli ritrovare tutti quanti”.
Il tifoso Edoardo Pannini cosa dice di questa nuova società biancoverde?
“Il tifoso Edoardo Pannini vorrebbe veder arrivare uno sponsor di alto livello che riportasse la Mens Sana dove merita di stare, sarebbe insomma felicissimo di tornare a tifarla, la Mens Sana, e non più di esserne un giocatore. Detto questo, la nuova ripartenza mi pare abbia connotati tutti quanti positivi, ho avuto modo di parlare con il presidente Frati e mi ha fatto un’ottima impressione, è veramente una persona super sotto molti aspetti: credo che i presupposti per risalire, un passo alla volta, ci siano veramente tutti”.
Matteo Tasso
Foto Il Biancoverde