MENS SANA AVANTI ADAGIO, FRA SORRISI E RECRIMINAZIONI

News inserita il 12-10-2015 - Mens sana Basket

Aspettando la capolista Casale, cartello "lavori in corso" sempre in vista per i biancoverdi di Alessandro Ramagli 


Le vittorie fanno crescere bene, le sconfitte creano gli anticorpi. In sette giorni la Mens Sana passa dall'euforia per aver respinto Latina alla rabbia per aver solo accarezzato il bis a Scafati, sorretta per oltre 30' da una buonissima organizzazione ma nel finale messa sotto dall'impatto di un talento cestistico che in casa biancoverde, di questi tempi, è difficile da pareggiare. Il cartello “lavori in corso” rimane bene in vista, attaccato alla porta dello spogliatoio, quanto al viaggio in terra campana restano motivi per sorridere (Dane Diliegro si conferma giocatore solido, e magari non troverà ogni domenica un Simmons tarantolato dalle sue parti, Alex Ranuzzi è assai competitivo anche al “piano di sopra”) e crucci sui quali riflettere (l'8 su 23 dal campo del duo Roberts-Bryant è poca cosa: piano con i giudizi taglienti però, siamo appena alla seconda di campionato), poi c'è pure il corroborante di aver giocato alla pari con una squadra oggettivamente più forte dando minuti veri sul parquet a Bucarelli (classe 1998), Marini (1997), Cacace (1996) e Cucci (1995), pur nella sconfitta una piccola vittoria di questo progetto Mens Sana che, domenica dopo domenica, cerca risposte sulla propria validità e riuscita.

Se in settimana, come si sente dire da più parti, arrivasse anche questo benedetto sponsor...

QUANTO MI COSTI Quella di Scafati è stata la prima di tre trasferte, quasi consecutive, particolarmente scomode sul piano logistico. Fra una decina di giorni si scende a Barcellona Pozzo di Gotto, 1894 km netti tra andata e ritorno, il primo novembre ci si spinge a Trapani, e i km diventano 2472 (anche se, per questioni di scali aeroportuali, risulta quasi più “comoda” questa seconda destinazione), facendo nascere spontanea la riflessione sull’utilità di aver diviso la serie A2 tagliandola lungo la dorsale appenninica anziché tirando una linea, magari con qualche aggiustamento, fra Roma e Siena. Si sarebbe di sicuro risparmiato sui costi, problema tutt’altro che secondario in un campionato che nonostante certi lodevoli sforzi (il pass tv di Lnp per vedere in diretta tutte le partite è uno di questi) ha una visibilità ridottissima sui media e risulta di difficile attrattiva per chi volesse investire su uno sport come il basket, che almeno in Italia grandi ritorni non ne garantisce, e si sarebbe forse creata maggior attrattiva in piazze come la nostra, che hanno bisogno di essere accese anche dal campanile o da vecchie “ruggini”, perché Treviso, la Fortitudo, Verona e magari Ferrara o Trieste avrebbero prodotto più appeal rispetto a buona parte delle avversarie che invece si affrontano nel girone Ovest. Alle quali è giusto portare il massimo rispetto, sia chiaro, del resto è la Mens Sana ad essere neopromossa.

CIAO BRUNO Arriva Casale Monferrato domenica prossima. I ranking estivi la volevano candidata a sgomitare per il vertice, un po’ come Scafati, la classifica dopo due giornate la vede in effetti imbattuta: ci sarà da soffrire, niente di nuovo sotto il solicello (quando fa capolino) di questo ottobre destinato a dare una prima indicazione sul valore di una Mens Sana che rimane un cantiere aperto. Ci sarà, purtroppo, un posto tristemente vuoto al palazzo, e questo la renderà una domenica di quelle che, un po’ tutti, avremmo preferito non dover affrontare. Mi accodo, buon ultimo come spesso mi succede (anche stavolta ho dovuto ammortizzare la notizia, e non sono parole di circostanza), alle belle parole che già in molti hanno espresso sul conto di Bruno Amerini, un tifoso speciale perché avvicinatosi alla Mens Sana da adulto, venendo da lontano (d’accordo, Rapolano Terme dista da Siena poco più di un quarto d’ora, ma se sommiamo l’andata al ritorno e la moltiplichiamo, stando bassi, per almeno una ventina di partite l’anno negli ultimi cinque lustri, i numeri esplodono) e con passioni sportive diverse: era entrato in punta di piedi in questo ambiente, facendosi apprezzare e ben volere da tutti per la genuinità di una passione (fortissima anche se, a volte, silenziosa) che coltivava assieme ai figli ed agli amici dietro lo striscione del suo “Rapolano Biancoverde”, appeso sulle balaustre di mezza Italia e, nei grandi appuntamenti, di quelle europee. Ci mancherà, Bruno, e sarebbe bello che la sua società, la sua squadra, domenica prossima, lo ricordassero come merita.

Matteo Tasso


 

 

 

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