MENS SANA, “AIR” MARRUCCI TIENE I PIEDI PER TERRA: “STRADA ANCORA LUNGA"

News inserita il 04-01-2024 - Mens sana Basket

A tu per tu con il giocatore biancoverde: “Ho sempre tifato per questi colori. Le foto davanti al Buongoverno? Emozione incredibile”

Tra il serio e il faceto, c’è chi dalle parti di viale Sclavo lo ha ribattezzato addirittura “Air”. L’iperbole si commenta da sola, d’accordo, ma vederlo attaccare il canestro in volo, in serie C, regala in effetti sensazioni che alle nostre latitudini erano sopite ormai da tempo: Daniele Marrucci, è di lui che stiamo parlando, probabilmente è il primo giocatore con mezzi atletici di un certo livello che veste la maglia biancoverde da quando la Mens Sana ha intrapreso la propria risalita delle categorie dilettanti. Un viaggio lungo e complesso al quale il cestista 23enne nativo di Rosignano sta partecipando dalla scorsa estate, nel momento in cui ha coronato un sogno che viene da lontano.
Iniziamo proprio dall’estate e dalla prima intervista rilasciata, nel giorno del raduno.

Sentirla nominare Piero Franceschini ha fatto un certo effetto a chi, da queste parti, ha masticato un po' di storia biancoverde…
“Franceschini è nato come me a Rosignano, che è un piccolo paese e che proprio per questo motivo conserva ancora oggi un bellissimo ricordo di ciò che lui ha saputo fare nella sua carriera di giocatore di pallacanestro. Dalle nostre parti non c’è mai stata grande tradizione, almeno non a livello di prima squadra, quindi è motivo di orgoglio, oltre che di stupore, sapere di aver avuto compaesani illustri come lui o come, in un’epoca più recente, Giovanni Fattori, entrambi arrivati a giocare nella vecchia e grande Mens Sana”.
E Daniele Marrucci?
“Daniele Marrucci è fiero di avere predecessori così importanti. E spera di fare altrettanto bene con questa maglia”.
In realtà l’Us Sei Rose ha una discreta tradizione nel basket giovanile. È là che ha iniziato a giocare?
“Sì, ho fatto tutto il settore giovanile a Rosignano, spostandomi poi a Cecina nell’anno di Under 18 e disputando le finali nazionali Eccellenza, oltre a essere aggregato in prima squadra con coach Bandieri. Sono poi tornato a Rosignano per l’ultimo anno di giovanili, dopo di che è arrivata l’opportunità della Pielle Livorno in C Gold, stagione purtroppo non coronata da una promozione che avevamo i mezzi per conquistare”.
Conoscendo la tradizione del seguito piellino, e vedendo i numeri che la squadra smuove oggi in serie B, avrà già una certa abitudine a giocare davanti a tanti tifosi, come accade qui alla Mens Sana…
“La situazione della Pielle in quel campionato di C Gold era molto simile a quella della Mens Sana di oggi. I numeri dei tifosi erano più o meno gli stessi, poi chiaramente salendo di categoria e arrivando in B il seguito della Pielle è cresciuto ulteriormente e adesso hanno 1000 abbonati però, ripeto, provando a azzardare un paragone noto molte analogie”.
Quanto è stata importante per la sua crescita, invece, l’esperienza con la Liburnia?
“Ho trascorso due anni con loro, in precedenza ero tornato a Cecina a fare sia la B allenato da Russo sia la D, ma il Covid ci ha fermati: il primo è stato un campionato strano, iniziato a febbraio e durato solo poche partite, nel secondo sono stato sì il capocannoniere della C Silver, ma soprattutto sotto la guida di Pardini sono cresciuto molto sul piano mentale. E da lì è nata la possibilità di andare a La Spezia e vincere il campionato di C Gold”.
I bene informati, in realtà, dicono che avesse già un accordo con la Mens Sana…
“Dovevo venire a Siena, è vero, ma la possibilità di fare la C Gold anziché un altro anno di C Silver, campionato al quale la Mens Sana era iscritta, mi ha convinto, seppur a malincuore, a scegliere Spezia, ritenendola la destinazione giusta per una crescita professionale. Un paio di settimane dopo aver firmato per Spezia, la Mens Sana ha invece annunciato che avrebbe disputato la C Gold”.
Perché a malincuore?
“Perché fin da piccolo sono tifoso di questi colori, la Mens Sana l’ho sempre seguita da casa e ho attaccato questa passione anche a mio padre, che si era avvicinato al basket per seguire me e che vedendo le partite della Mens Sana era affascinato dal talento e dal carattere di Hackett e Moss. Io invece ho ancora negli occhi la famosa schiacciata rovesciata di Tomas Ress e le tante serie playoff contro Milano. Credo si possa intuire cosa significhi per me essere qui adesso”.
Alla Mens Sana è arrivato con scritta sul biglietto da visita la promozione in B Interregionale. Che annata è stata?
“Una grande annata. Spezia aveva una squadra molto forte e ben costruita, c’era tanto talento individuale in giocatori come Balciunas, Bolis, Sesku: non è stato facilissimo ritagliarmi spazi, all’inizio le opportunità ci sono state, col passare del tempo il minutaggio è calato, ma comunque vincere un campionato è una soddisfazione notevole”.
Pronti, via e Pannini si fa male, costringendo Marrucci a fare il playmaker. Situazione nuova, complessa, a tratti anche destabilizzante?
“La squadra in quel momento aveva la necessità che giocassi anche da playmaker e io l’ho fatto con grande impegno e motivazione. Certo non è il mio ruolo, o almeno era la prima volta in cui giocavo in quella posizione: in qualche circostanza mi sono sentito frenato nelle mie attitudini non potendo attaccare subito l’1vs1 e rompere il gioco come piace a me, però è anche vero che ho iniziato a comprendere l’importanza della gestione del possesso. Un po’ destabilizzante forse lo è stato, ma ho arricchito il mio bagaglio tecnico e magari, la prossima estate, potrei tornare ad approfondire l’argomento in palestra”.
Si aspettava questa ottima prima parte di stagione?
“Il bello di questa squadra sta nel fatto che, data l’età media molto bassa di tutti noi giocatori, ci sono ancora ampi margini di miglioramento. Detto questo, non facciamo scherzi perché la strada è ancora molto lunga e complessa, anche se ci siamo tolti la soddisfazione di vincere due volte contro Fides Livorno, che secondo me è la squadra più forte del girone: giocheremo a breve contro Agliana, un’altra avversaria con grandi qualità pur se in una posizione di classifica non di vertice, poi abbiamo la partita casalinga contro Pino Firenze, insomma non dobbiamo commettere errori se vogliamo chiudere tra le prime quattro. Magari sarebbe bello, poi, nella seconda fase, animare un po’ la città anche con un derby”.
Il suo è un basket fatto di grande aggressività in difesa, ma le cose stanno migliorando anche in attacco…
“L’aspetto della difesa, in realtà, è abbastanza recente nel mio modo di giocare: dipende tutto dalla testa, ti devi mettere lì con l’idea di mangiare l’avversario, chiunque esso sia. In attacco mi piace sfruttare le qualità fisiche che ho, attaccare l’avversario, andare su, magari dovrei avere un po’ più di fiducia nel tiro da fuori, ma anche su questo aspetto sto lavorando molto in palestra al mattino con Binella, che devo ringraziare: da inizio anno i miglioramenti ci sono stati e mi pare siano evidenti”.
In rete circolano video di alcune sue schiacciate spettacolari, non solo quelle sui playgrounds estivi. Ne vedremo anche in maglia Mens Sana?
“Ne ho fatta solo una per il momento. È solo questione di testa, probabilmente lo scorso anno a La Spezia ero più spensierato, qui sto provando a gestire meglio le mie energie, a non rischiare guai fisici: non faccio promesse, ma ci penso e se capita…”.
Oltre al basket c’è lo studio?
“Sì, sto seguendo il corso universitario di Economia con Unimarconi, on line. Lo scorso anno ho avuto qualche difficoltà a gestirmi perché era la mia prima esperienza lontano da casa, adesso per fortuna sono riuscito a trovare un buon ritmo e a bilanciare gli impegni sul parquet con quelli sui libri. Siena, poi, è una città bellissima e nel tempo che rimane libero esco per visitarla e per provare un poco a viverla”.
Questa grande bellezza le si è materializzata davanti agli occhi, prima di Natale, con gli affreschi del Buongoverno di Ambrogio Lorenzetti, davanti ai quali è stato fotografato in maglia Note di Siena. Che esperienza è stata?
“Qualcosa di veramente incredibile. Non solo non li avevo mai visti dal vivo, ma ho avuto anche il grande privilegio di osservarli da vicino, a quell’altezza: sono rimasto a bocca aperta, inizialmente ero bloccato dall’emozione, quando ho realizzato dove ero e cosa stavo per fare non ho resistito e ho scattato anche io un paio di foto con il mio telefono. Essere ritratto accanto al Buongoverno con addosso la maglia della Mens Sana è un’esperienza che mi porterò dentro per tutta la vita”.
Torniamo con i piedi per terra, anzi dentro casa. La convivenza dentro “l’appartamento biancoverde” come procede?
“Con Puccio ci conosciamo da molto tempo, iniziare un’esperienza nuova con un amico in casa rende sicuramente tutto più semplice. Brambilla è un bravissimo ragazzo, sempre molto impegnato nello studio. Quanto a Prosek, sarebbe straniero: dico sarebbe perché in realtà ha abitudini italianissime, anche in cucina andiamo d’accordo, ci ha pure insegnato una sua ricetta a base di uova”.
Il tifo della Mens Sana vi ha accolti e vi segue con un entusiasmo fuori categoria…
“I tifosi sono il sesto uomo, sono sempre presenti e sanno come darti la scossa anche quando, magari, sei un po’ sottotono. È un vantaggio per tutti, con un sostegno del genere, sinceramente, soprattutto in casa è difficile far male o andare sotto. Tornando al paragone che facevo con la Pielle, a Livorno ad esempio non esisteva il seguito che c’è qui sui social o sui media. La Mens Sana è una società che non ha nulla a che vedere con queste categorie e che merita di risalire: un passo alla volta risalirà, ne sono convinto”.
Mercoledì 10 si torna in campo contro Pontedera. Dopo una pausa così lunga, che partita sarà?
“Stanno disputando un campionato sopra le righe, però il basket che esprimono è nelle loro corde anche perché sono tutti giovanissimi e possono crescere ancora. La pausa è servita per ricaricarci e questi dieci giorni di solo lavoro in palestra sono importanti per rimettere in sesto la difesa, che ultimamente era calata in termini di intensità; in attacco invece le cose vanno bene, abbiamo oltrepassato due volte quota 100 punti segnati, tutto sommato anche nelle sconfitte ci siamo espressi bene sotto quel profilo”.
Matteo Tasso

Nella foto (Mens Sana Basketball), Daniele Marrucci posa davanti al Buongoverno di Ambrogio Lorenzetti

 

 

 

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