Ripercorriamo gli scontri più significativi nel passato di
questi due grandi club.
Parlare di Mens Sana - Virtus Roma come di una semplice partita
di basket è assai riduttivo. Negli scontri tra questi due squadre troviamo di
tutto: gioie, dolori, passione, esaltazione allo stato puro. Ed anche se
domenica i due club si ritroveranno di fronte per un “semplice” match di Lega
Due nell’improbabile orario del digestivo, la sfida tra i bianco verdi senesi
ed i giallo rossi capitolini non sarà mai qualcosa di banale.
In campo
scenderanno due realtà che seppur ridimensionate per vicissitudini diverse
hanno fatto la storia del basket nostrano, sommando insieme
25 trofei nazionali
ed internazionali, e che nei loro incroci hanno sempre regalato forti emozioni
ai tifosi già a partire dai primi anni ’90. Il
2 aprile 1992 infatti, andava in
scena l’ultima di regular season di serie A. La settimana precedente la
Ticinodi
Dado Lombardi non era riuscita a ribaltare la differenza canestri contro la
diretta avversaria per la salvezza Trapani e per non retrocedere doveva vincere
a Roma e sperare in un ko interno dei siciliani con la capolista Pesaro. Il
miracolo riuscì solo a metà : con la forza della disperazione e trascinata dal
trio
Lampley, Thornton, Bucci (69 punti in tre), la Mens Sana sconfisse il
Messaggero dei campioni Radja, Premier, Niccolai per 98 – 92, mentre a Trapani
successe l’inverosimile: la partita iniziò con notevole ritardo a causa di un
guasto (accidentale?) al tabellone segnapunti, poi quando Pesaro sembrava in
controllo della gara tra lo sconforto del pubblico del Pala Granata già a
conoscenza del risultato di Roma, i biancorossi marchigiani staccarono
clamorosamente la spina subendo un parziale di 10 – 2 negli ultimi due minuti,
regalando vittoria e salvezza ai padroni di casa. A fine stagione però gli dei
del basket fecero giustizia con Trapani retrocessa dopo i play out e la Scavolini
sconfitta in finale scudetto contro la Benetton che sovvertì il fattore campo. Il
campionato
1998/99 non fu uno dei migliori per la Mens Sana con l’esonero a metÃ
stagione del giovane coach Dalmonte sostituito da
Dodo Rusconi che riuscì
comunque a condurre l’allora
Ducato Gestioni ai playoff. Negli
ottavi Siena incontrò
Roma e fu sconfitta 2 – 1, ma nella storia resterà certamente
gara 2 vinta dai
bianco verdi
98 – 75 grazie anche ad un clamoroso show balistico di
Jimmy Oliver,
autore di
45 punti, secondo miglior bottino di sempre per un giocatore
mensanino dopo i 48 di Bucci nell’83, con
10/12 da tre ed un primo tempo da 7/7
nelle triple. Recentemente Mens Sana - Virtus è stata
finale nel 2006/07 e nel
2012/13, ultimo scudetto vinto (almeno per ora) dai senesi, e
semifinale l’anno
successivo quando,
la MPS di Marco Crespi, ferita nell’orgoglio dopo l’arresto
di Minucci e consapevole del suo destino a fine stagione, riuscì ad eliminare i
capitolini con un perentorio
3 – 1, in quello che il vulcanico ed amatissimo
coach ha definito nel suo libro “un semplice passaggio verso il grande sogno:
la finale con Milano”.
Ma la serie più pazza, epica, memorabile fu la semifinale
2006/07. La Mens Sana schierava Mc Intyre, Kaukenas, Sato, Stonerook, Forte,
Carraretto, Boisa, Eze ed il “pistolero” Lonny Baxter, Roma rispondeva conBodiroga, Lorbek, Hawkins, Chatman, Askrabic, Stefansson, Tonolli, Righetti,
Chiacig. Due vere corazzate. Roma sbancò Siena in gara 1 con un parziale di 12 –
0 nell’ultimo periodo propiziato dalle magie di Lorbek e Bodiroga, Siena
ricambiò il favore in gara 2 in un Pala Lottomatica gremito. Gara 3 sull’1 – 1 fu
un clamoroso tourbillon di emozioni. 40 minuti equilibrati non furono
sufficienti a designare un vincitore e si andò al supplementare sull’84 pari. Nel
primo overtime i bianco verdi volarono sul +7 ma un monumentale Bodiroga si
prese la squadra sulle spalle segnando 8 punti consecutivi. Un clamoroso errore
in contropiede di Righetti, contrastato da Stonerook costrinse al secondo
supplementare. A pochi secondi dal cinquantesimo, Roma è avanti di 2,
Carraretto sbagliò la tripla della vittoria ma dal nulla ecco sbucare Eze che schiacciò
a fil di sirena il tap in del 101 – 101. La partita sembra non finire mai. Nel
terzo prolungamento si va avanti per forza di inerzia. Siena con Forte, Carraretto
e Mc Intyre piazzò il break decisivo per il 114 – 108 che mandò in delirio il
Pala Sclavo. Era il 5 giugno, data
nefasta per i romani che nello stesso giorno, ma del 2003, subirono un’altra
beffa clamorosa perdendo gara 5 di semifinale con la Fortitudo capace di
ribaltare il 31 – 8 del secondo quarto. Gara 4 non avrà storia. Roma non riuscì
a recuperare le energie fisiche e mentali e si sciolse sotto i colpi bianco
verdi. Finì 49 – 70, la truppa di Pianigiani approdò in finale contro Bologna
mentre Bodiroga, all’ultima in maglia Virtus abbandonò il campo in lacrime. E
domenica si scriverà un altro capitolo della storia infinita.
Davide Donnini