FABBRICHE PRONTE A RIPARTIRE, NON SEMPRE TUTELATA LA SALUTE DEI LAVORATORI

News inserita il 14-04-2020 - Attualità Siena

Emergenza Coronavirus: tante persone hanno perso la vita, tanti contagi soprattutto nel nord Italia. Economia al collasso

 

Non sappiamo quando potremo ritornare alla normalità. Il Coronavirus ha cambiato le abitudini della  nostra vita, ormai è chiaro a tutti. Ci ha reso inermi davanti ad un nemico invisibile che sta mettendo a dura prova la nostra capacità di resistenza: siamo chiusi nelle nostre abitazioni, sono limitati in tutto il paese gli spostamenti. Possiamo uscire di casa solamente per stretta necessità, con autocertificazione e mascherina protettiva rispettando le distanze tra le persone, dopo i decreti che il governo ha messo in atto nella "fase 1" per contrastare il virus. Chiusura dei negozi e aziende, locali pubblici, palestre e parchi. Rimangono aperte solo le categorie ritenute indespensabili, con i dovuti obblighi di sicurezza da rispettare: alimentari, farmacie e edicole. Riaprono oggi: cartolerie, librerie e negozi per bambini. Non stiamo qui a giudicare se le misure intraprese sono giuste oppure no. Ognuno tragga le sue conclusioni.

Si parla adesso della "fase 2", riaperture a scaglioni e per fasce d’età a partire dal 4 maggio. È su questa linea che il Governo sta lavorando per far ripartire l’economia e liberare gli italiani dal lockdown. I divieti non spariranno ma saranno allentate diverse restrizioni.

L'economia è ai minimi storici. Da giorni molte aziende italiane chiedono ai prefetti di poter riaprire la loro attività, dopo il blocco forzato per l'emergenza sanitaria. La salute è prioritaria e i sindacati chiedono rigorose misure di sicurezza per i lavoratori. È sicuramente in atto una lotta tra confindustria e sindacato.

Una situazione delicata, surreale, che il governo Conte dovrà valutare con attenzione. Da una parte l'economia che deve ripartire al più presto e dall'altra la salute dei lavoratori.

Parliamo soprattutto di quelle aziende con più di 100 operai che lavorano nelle catene di montaggio e che molto probabilmente, in un contesto lavorativo di questo genere, sarà molto difficile applicare tutte le norme di sicurezza che il decreto impone. L'economia deve ripartire, ma il rischio di contagio e di un nuovo focolaio che si potrebbe innescare è alto.

Qui di seguito alcune norme dell'Ordinanza del Presidente della Giunta Regionale Toscana N° 33 del 13 Aprile 2020, che i datori di lavori devono rispettare prima della riapertuta:

- obbligo prima della riapertura dell’attività di effettuare sanificazione straordinaria dei locali, compresi gli impianti di aerazione, laddove presenti.

- il divieto di recarsi sul posto di lavoro e l’obbligo di rimanere al proprio domicilio in presenza di febbre o altri sintomi influenzali, suggestivi di COVID-19. Il datore di lavoro è tenuto ad assicurarsi quotidianamente, all’inizio del turno di lavoro, il rispetto della presente disposizione, anche mediante autocertificazione da parte del dipendente.

- l’obbligo alla frequente e minuziosa pulizia delle mani, ad indossare guanti monouso e mascherine in tutte le possibili fasi lavorative. Il datore di lavoro fornisce ai propri dipendenti idonei mezzi detergenti per le mani, mascherine protettive e guanti monouso.

- l’obbligo al rispetto di una distanza di sicurezza di almeno 1,8 m dagli altri lavoratori.

- per quanto possibile, posizionare pannelli di separazione tra i lavoratori.

- l’obbligo per il datore di lavoro, attraverso le modalità più idonee ed efficaci, di informare tutti i propri lavoratori circa le presenti disposizioni, consegnando e/o affiggendo all’ingresso e nei luoghi maggiormente visibili dei locali, appositi depliants informativi.

Ordinanza del Presidente della Giunta Regionale N° 33 del 13 Aprile 2020 - completa

La riapertura è possibile solo se è garantito il rispetto delle suddette misure. Le aziende saranno in grado di tutelare la salute dei propri dipendenti nel rispetto delle norme di sicurezza emanate dai decreti? Se lo chiedono molti lavoratori che, stufi delle solite chiacchiere, chiedono garanzie certe ai propri datori di lavoro.

L.C.

 

 

 

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